Ecosistema urbano 2012: Asti perde 2 punti

Il 28 ottobre 2013 Legambiente ha presentato a Bologna l'ecosistema urbano 2012; lo studio è stato pubblicato su “Il sole 24 ore”.
Asti, rispetto al 2011 dal 28° passa al 29° posto, con percentuale di vivibilità che dal 44,66 % passa al 42,50 % rimanendo in bassa classifica e facendosi superare da tutte le grandi città del nord e da tutte le medie città del nord e del centro (superiori a 80.000 ab.).

Asti, con Rovigo e Savona, tra le città piccole (inferiori a 80.000 ab.) è la peggiore del nord e del centro, ultima del Piemonte.
Perdere qualche punto quando si è a un livello superiore del 60% può non essere grave, ma quando ormai da almeno 6 anni si è sotto al 50%, significa che le condizioni medie degli astigiani sono difficili, e non solo dal punto di vista economico. I dati ci dimostrano che la qualità dell'aria è sempre pessima in tutti i suoi parametri. Peggiora anche il trattamento dei rifiuti.
È improrogabile incrementare le politiche energetiche portino lavoro, riducano i costi, migliorino la qualità dell'aria. Si constata anche che sono state ridotte le certificazioni energetiche e se ne deduce che gli edifici rimangono fortemente energivori, determinando alti costi di riscaldamento e alte quantità di emissioni nocive. La bassa quantità di certificazioni dimostra anche la mancanza di aziende certificate nei vari settori dell'edilizia, e nella produzione e installazione dei sistemi a energie rinnovabili.
Purtroppo dobbiamo constatare che i pochi provvedimenti della giunta attuale sono insufficienti a migliorare la situazione. La riduzione dei trasporti pubblici del 20%, (attuata nel 2013) sarà causa di altri gravi danni alla qualità dell'aria.

I dati presentanti dalla commissione europea sull'ambiente, il 17 ottobre, obbliga le amministrazioni tutte a prendere provvedimenti: lo Iarc, l'Agenzia sul cancro e la Organizzazione mondiale della sanità dichiarano che la combinazione degli inquinanti presenti in pianura padana sono la causa di 15 decessi ogni 10.000 abitanti e sono cancerogeni certi.
L'Italia è sotto sanzione dal 2008, per non aver ridotto gli inquinanti, chi paga? Quanto costano le sanzioni agli astigiani?

È necessario che il comune di Asti aderisca ai Piani d'azione per l'energia sostenibile (PAES), si tratta di una importante occasione per ottenere finanziamenti, mirati a progetti specifici e sostenuti dalla comunità europea che serviranno a ridurre costi energetici, per coibentare edifici pubblici e privati, avviare attività per ridurre le emissioni di gas clima-alteranti e inquinanti, ecc. A questo proposito gli edifici industriali dismessi, sono in grado di ospitare aziende costruttrici di sistemi per le energie rinnovabili, come pannelli solari e termici, pale eoliche, pompe di calore ecc. È inoltre necessario promuovere la collaborazione, con le università del Piemonte e di Asti per le attività di ricerca.

Ci poniamo una domanda: gli amministratori sono lenti a decidere o non hanno idee? Non possiamo più
attendere: la situazione è sempre più grave.

Il presidente del circolo di Legambiente di Asti, Giancarlo Dapavo

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