Sì alla fruizione sostenibile delle nostre montagne

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La sana dialettica, si sa, è il pane - e a volte il pepe - della politica qualunque sia il contesto in cui si sviluppa. La dialettica costruttiva, quella basata su posizioni documentate e di buon senso. Spesso però, ahinoi, l'amministrazione pubblica è palcoscenico di conflitti tra pensieri contrapposti, apparentemente tutti sostenuti da logiche motivazioni, ma nella sostanza sovente nati da preconcetti e posizioni lobbistiche poco lungimiranti, troppo scollegate da quella "sintesi tra passato e futuro" che dovrebbe essere la molla di base da cui prende vita il pensiero per l'"arte di governare la città" ("politica" in greco...) e, per estensione, il territorio.

È il caso, in questi giorni di dibattiti governativi, delle pubbliche prese di posizione su un tema assai caro alle province ed alle regioni a morfologia e vocazione montane, quali la Granda e il Piemonte sono indiscutibilmente: l'annosa tematica della fruizione degli spazi terrestri ed aerei delle terre alte da parte di mezzi motorizzati o non. In poche parole: l'annosa divisione tra una visione chiara, sostenibile, rispettosa e soprattutto supportata da indiscussi risultati a carattere strutturale, nei posti in cui è stata attuata, ed una visione predatoria, egoista, elitaria e soprattutto potenzialmente pericolosa.
Di pochi giorni fa l'annuncio che il tessuto produttivo e commerciale della Maira, una delle valli cuneesi storicamente più lungimiranti nella visione autenticamente green, filosofia che sta ormai alla base di tutta la vecchia e nuova programmazione europea, ha decretato attraverso una presa di posizione del consorzio che la rappresenta, la volontà di mantenere la rete di strade bianche in quota, fruibile al solo traffico pedonale, ciclistico e a cavallo.
Come comitato costituente di Europa Verde Cuneo condividiamo in toto il ragionamento ed i suoi presupposti, essendo perfettamente consci che esso si basa su dati oggettivi, sperimentati e rappresenta una misura concreta e territoriale importante del manifesto politico che ci ispira.
Siamo oltremodo consci che la scelta della Valle Maira si pone a gamba tesa in un contesto di programmazione regionale per il rilancio del comparto turistico fortemente colpito dai mesi di chiusura dovuta alla situazione pandemica, la quale vede la maggioranza di Palazzo Lascaris affannosamente al lavoro per politiche completamente opposte, irrispettose dei percorsi virtuosi fatti da molti territori e soprattutto che aprono a scelte impattanti e spregiudicate, basate solo sulla monetizzazione del fragile ambiente montano - come gli abbonamenti onerosi per l'ingresso in fuoristrada, quad e enduro -.

Come non bastasse, le chiusure coatte degli impianti di risalita sciistici, già a loro volta spesso costruiti con impatti importanti, hanno suggerito all'amministrazione regionale di destra una strumentale proposta di modifica della normativa che regola il volo in montagna, compreso l'Eliski.
Oggi la legge correttamente vieta in generale tale pratica, aprendo piccoli spazi a deroghe localizzate e soprattutto che non confliggano con il regime di protezione ambientale della rete Natura 2000 - ZPS, SIC/ZSC - di buona parte delle altitudini potenzialmente interessate a tale attività.
L'attuale non è affatto, come qualcuno vuole far credere, una normativa "ideologica"; essa è invece basata sull'osservazione puntuale delle conseguenze del volo motorizzato montano ed elenca una serie di impatti spesso irreversibili

Se non che la maggioranza in Regione immagina, ed ha depositato recentemente in modo ufficiale, proposte di modifica che presuppongono una liberalizzazione dell'attività, eventualmente limitabile a valle con provvedimenti puntuali a cura degli enti territoriali. Un" mostro" legislativo che produrrebbe danni incalcolabili alla fitta rete di parchi, riserve e zone tutelate di cui il Piemonte è una delle regioni a più alta densità.
Facciamo nostro l'appello e le istanze dell'associazione internazionale Mountain Wilderness , che da sempre fa informazione sul delicato tema.
E come comitato costituente Europa Verde Cuneo facciamo pure appello al tessuto economico ed alle amministrazioni delle valli cuneesi affinchè giungano insieme con la valle Maira ad un ragionamento condiviso sull'inopportunità di una liberalizzazione della fitta rete di strade bianche in quota allo scorrazzare di fuoristrada e mezzi motorizzata danno del crescente afflusso di turismo verde e della meravigliosa biodiversità delle nostre montagne.

Europa Verde Cuneo