Pulizia del quartiere e orti sociali: storia di una domenica mattina e di un futuro possibile

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“La speranza è che se tutte le persone la pensassero come noi, ci troveremmo in pochi anni a vivere un quartiere differente. Dove ci si aiuta a vicenda nei compiti quotidiani, nei trasporti, nell’economia. Se solo riuscissimo a pensare di più alla comunità finiremmo per stare molto meglio anche a livello individuale”. E’ voce di Cristina, una volontaria del progetto WeCare.

È voce di chi immagina un futuro differente e possibile, una resistenza attiva nel periodo di pandemia – dove tutto sembra irrealizzabile e i legami sociali spezzarsi. A maggio insieme a Cristina circa dieci persone nel quartiere Piave di Alba si sono armate di scope, palette e pinze meccaniche e perlustrato il quartiere raccogliendo plastica, carta, vetro, sigarette e lattine. Poi hanno differenziato la spazzatura. Tutto in modo volontario e non retribuito, ma con il solo desiderio di suscitare comportamenti analoghi nel vicinato. “La pulizia del quartiere è solo una delle attività di questi anni”, racconta Cristina. “Abbiamo organizzato progetti per bambini, laboratori, coltivazione di un orto sociale, assemblee, momenti di condivisione di racconti, merende”.

Il progetto WeCare

La pulizia si è svolta all’interno di un contenitore più ampio chiamato WeCare, un grande cantiere di sperimentazione di comunità e innovazione sociale. Il progetto si realizza in due quartieri di Alba (Piave e Santa Margherita), in Alta Langa e a Canale, è coordinato dal Consorzio socio assistenziale Alba Langhe e Roero e viene condotto dalle cooperative sociali Alice, Progetto Emmaus, Cos e Terra mia. I numeri parlano di un grande tentativo di sostituire le logiche di separazione sociale con aiuto reciproco e mutuo sostegno: sono oltre 100 i beneficiari di WeCare, 1 orto sociale attivo, almeno 20 attività animazione di quartiere realizzate negli ultimi due anni, almeno 10 momenti formativi sul tema della comunità, 10 interventi pulizia di quartiere, 5 campagne di comunicazione su solidarietà circolare e numerose attività ludiche, laboratoriali, assembleari.

Orto sociale

Oltre alla pulizia del quartiere, una delle attività in corso è quella agricola. Il direttore del Consorzio socio assistenziale Alba Langhe e Roero, Marco Bertoluzzo, ha spiegato: “Tra le attività create da WeCare c’è l’orto sociale, luogo di sperimentazione che consente alle persone di costruire aggregazione, rinsaldare il rapporto con la terra, sperimentare coltivazioni ecologiche. L’orto appare di fondamentale importanza anche per il suo risvolto occupazionale. Coltivare la terra insieme a persone del proprio quartiere consente di stabilire relazioni nuove e diventa uno strumento di possibile supporto sociale”. E ha proseguito: “La pratica agricola dal canto suo permette di apprendere e poi trasferire competenze e conoscenze nel proprio contesto di vita: ad esempio immaginando nuovi mestieri, coltivando piantine sul proprio balcone o sfruttando uno spazio di terra incolto. Si tratta di strumenti aggiuntivi, di mezzi per la sussistenza, ma soprattutto dell’avvio di processi di responsabilizzazione”.

Un nuovo futuro

Ha concluso Bertoluzzo: “WeCare è un cantiere di innovazione sociale utile programmare il futuro e immaginare il volto dei servizi sociali da qui a 10 anni. L’obiettivo è superare l’ottica assistenziale - ovvero l’erogazione di contributi economici a persone in difficoltà ma senza una parallela responsabilizzazione degli utenti. Dobbiamo cambiare rotta, altrimenti le persone rischiano di percepire il servizio come una sorta di istituto che in modo unilaterale eroga il sussidio con regolarità e puntualità, piuttosto che come un’opportunità temporanea o uno strumento utile al proprio percorso di crescita. Insomma: l’intenzione è quella di aiutare l’utenza a reinventarsi, a trovare nuove opportunità e trasformare la passività in attività”.