Anch'io bevo l'acqua del rubinetto !

ImageMeno bottiglie di plastica da riciclare. Nessuno sforzo: non devo più caricare le mie bottiglie nei carrelli della spesa, scaricarle nel bagagliaio dell’auto, trascinarle fino in casa. Non devo aggiungere le emissioni della mia auto a quelle dei camion che, dopo centinaia di altri chilometri, hanno portato la sorgente sino al negozio “sotto casa”. Spendo circa 150 volte di meno (3 euro all’anno contro quasi 500 euro, per una famiglia media di 4 persone).
Ma, allora, chi me lo fa fare a non preferire l’acqua del rubinetto rispetto a quella minerale …  Questioni di sicurezza igienica ? Oppure di gusto ? O, soltanto, la solita “maledetta” abitudine che non mi ha mai permesso di rifletterci a fondo ?

L’esperienza che il Gruppo P.E.A.C.E. ha sperimentato dal 2005 ad oggi, ci offre la risposta: è l’abitudine (meglio: il “non averci mai pensato” …) che ci conduce all’utilizzo della minerale anziché al ben più comodo liquido che fuoriesce dal nostro rubinetto.

La piccola “sfida” che il Gruppo si è prefisso di affrontare, è ora giunta ad un punto importante: dopo anni di lavoro di sensibilizzazione in “piazza”, dopo la costituzione di un comitato provinciale composto da 26 organizzazioni della società civile, dopo le oltre 3.000 firme raccolte nell’astigiano per sostenere la proposta di legge popolare per la ri-pubblicizzazione degli acquedotti, dopo aver suggerito e promosso un “tavolo comune” con gli Enti locali, l’Autorità d’Ambito Idrico e i gestori degli Acquedotti (prima a livello provinciale e poi a livello piemontese), ora è al via una campagna per portare l’acqua del rubinetto nelle mense pubbliche e nelle feste/sagre dei nostri paesi.

In questi giorni, infatti, una lettera a firma di Roberto Marmo (presidente dell’Ato 5 Astigiano-Monferrato nonché presidente dell’Amministrazione Provinciale di Asti) e di Alessandro Mortarino (coordinatore del Comitato Astigiano a favore delle Acque Pubbliche) sta raggiungendo tutti i comuni e le Pro Loco della nostra provincia.
Obiettivo di questa azione sinergica tra tutti i soggetti locali coinvolti nel “circolo” dell’acqua pubblica (amministrazioni, gestori, utenti), è di valorizzare concretamente la risorsa dei nostri rubinetti, abbattere i pregiudizi esistenti sul suo livello organolettico ed igienico, rapportarla idoneamente ai parametri delle acque minerali e suggerirla come bevanda quotidiana. Il che significa, anche, proporla come risorsa da preservare e salvaguardare, come elemento vitale primario, come autentico Bene Comune sociale.

A chi non avesse ancora mai provato a consumare l’acqua del rubinetto, consigliamo di fare una semplice prova.
Prendete una caraffa o una bottiglia (di vetro ! …) e riempitela di acqua fredda di rubinetto. Lasciatela “riposare” (nel senso di “decantare”) per almeno 15/20 minuti. Poi mettetela in frigo oppure iniziate ad assaggiarla: il cloro non si dovrebbe più sentire e scoprirete che quell’acqua – apparentemente “insulsa” – ha un gusto perfettamente in linea con quello delle vostre ben più costose minerali.
Noi abbiamo a lungo fatto dei test, usando tre bottiglie, anonime ed identiche, contenenti due acque di marca e una di potabile dei nostri acquedotti.
Chi si è sottoposto all’assaggio al “coperto”, non ha saputo granché smascherare la potabile dalla gran marca: 1 adulto su 2 ha “riconosciuto” l’acqua del rubinetto (ma circa il 50 % di essi ha poi commentato di non trovare differenze di gusto così nette nei confronti delle acque in bottiglia). Sorprendente il riscontro della percezione dei minorenni: 4 su 5 non hanno riconosciuto l’acqua del rubinetto (e, spesso, ha considerato di “cattivo gusto” una delle acque di marca …).
Provare per credere …

Una cosa sia chiara a tutti: nessuno vuole “demonizzare” le acque minerali, che possiedono spesso un riconosciuto valore terapeutico (così sono nate, in origine, quando erano vendute esclusivamente in farmacia) .
Ciò che ci preme, è che tutti abbiano una percezione totale e dinanzi ai loro occhi uno “scaffale mentale” dove trovare, allo stesso piano, l’acqua minerale e quella del rubinetto. E fare la propria scelta. Consapevole …

Questo il documento che i Comuni e le Pro Loco astigiane sono chiamate a valutare in queste settimane:

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Alle Amministrazioni Comunali
Alle ASL della provincia di Asti
Alle Pro Loco astigiane
Ai Gestori dell’Ato 5

OGGETTO:  Richiesta di sostituire la somministrazione di acque minerali con quella di acque del “rubinetto” all’interno di mense pubbliche e sagre/feste paesane.

Lo scorso 19 Novembre, ad Asti, si è riunito per la prima volta un coordinamento regionale “a favore delle acque pubbliche”, che riunisce tutti i diversi attori della convivenza sociale collegata alla risorsa primaria costituita dall’acqua.
        
         Tra i soggetti aderenti, vi sono: l’Amministrazione Provinciale di Asti, molteplici Amministrazioni Comunali astigiane, l’Autorità d’Ambito n° 5 Astigiano-Monferrato, il Consorzio dei 101 Comuni dell’Acquedotto del Monferrato, il Comitato Astigiano a favore delle Acque Pubbliche.
         Tale coordinamento si è formato sulla spinta della condivisione dei principi e delle finalità della proposta di legge d’iniziativa popolare “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico”, promossa nei mesi scorsi da oltre 1.000 organizzazioni della società civile italiana che da anni si battono per l’affermazione dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e che in questi mesi hanno raccolto e consegnato al Parlamento 406.626 firme a favore di tale proposta di legge d’iniziativa popolare (tra cui oltre 3.000 di astigiani).
         Tra gli obiettivi individuati dal coordinamento, si è scelto anche di richiedere a tutte le Amministrazioni locali di valorizzare le qualità e l’intrinseca sicurezza delle acque potabili dei nostri acquedotti e, dunque, di avviare un percorso per giungere rapidamente all’erogazione di acque “del rubinetto” all’interno delle mense pubbliche e di ogni festa/sagra della nostra provincia. Tale scelta dovrà essere affiancata da un lavoro di informazione che tutti i soggetti aderenti al coordinamento si impegnano a sviluppare.
         Vogliamo ancora ricordarVi che, come ogni anno, l’acqua potabile dell’astigiano è stata considerata come la migliore risorsa disponibile in Italia secondo le valutazioni analitiche di Legambiente e che la forza persuasiva degli spot pubblicitari delle molte marche di acque minerali impedisce la corretta percezione del valore reale di quelle “del rubinetto”.
         La nostra richiesta intende anche porre in evidenza i principi assoluti della risorsa acqua dal punto di vista sociale ed affermare che l’acqua è un bene comune e un diritto umano universale (cioè di tutti gli abitanti del pianeta). Senza acqua non c’è vita.
         Ricordando, parallelamente, che l’acqua non è un bene infinito e deve, quindi,  essere tutelato e conservato perché indispensabile all’esistenza di tutti gli esseri viventi di oggi  e delle future generazioni. 
         Siamo a Vostra disposizione per valutare tutti gli aspetti necessari per mettere in moto un così importante processo virtuoso sul piano della convivenza sociale, su quello economico (generato dal forte risparmio ottenibile con la sostituzione delle acque minerali con quelle “del rubinetto”) e sul fronte della riduzione dell’impatto ambientale (dato l’ormai quasi esclusivo utilizzo di recipienti in materiale plastico).
         Cordiali saluti.

 

Per il Coordinamento Astigiano Per l’Acqua Pubblica: Alessandro MORTARINO
Per l’Autorità d’Ambito Astigiano Monferrato: Roberto MARMO

 

Per maggiori approfondimenti:
Alessandro Mortarino (Comitato Astigiano a favore delle Acque Pubbliche):
333/7053420 :
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Giuseppe Giuliano – Cristina Ceppa (Ato 5):
0141/351442 ; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

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