Sarà interamente pubblico il gestore unico dell'acqua astigiana?

Stampa

di Alessandro Mortarino.

Inizia ad entrare nel vivo il dibattito sul futuro degli acquedotti astigiani e sulla scelta del soggetto che, ai sensi di legge, dovrà gestire l'intero servizio integrato a far data dal 1° gennaio 2031. Un gestore, come sappiamo da tempo, che dovrebbe essere individuato attraverso una gara a livello europeo, il che comporterebbe il rischio di affidare la "cura" dell'elemento vitale e primario ad una probabile multinazionale assai distante dal nostro territorio. A meno che non vada in porto la soluzione più semplice e praticabile, attraverso il passaggio della gestione unica al consorzio S.I.A.M. (Servizi Idrici Astigiani e Monferrato) già formato dagli attuali quattro gestori, che scongiurerebbe il rischio-gara ma che comporta un altro rischio connesso alla presenza di un soggetto non interamente pubblico...

Nelle ultime settimane i quattro attuali gestori degli acquedotti astigiani hanno intensificato le loro trattative, interfacciandosi con i componenti (cioè i rappresentanti delle amministrazioni locali, dunque "politici") dell'Ente di Governo dell'Ambito n. 5 Astigiano Monferrato. Tutti concordi nell'affidare, quanto prima, al consorzio S.I.A.M. la gestione unica.
Ma a quali condizioni?

E' una domanda necessaria, essendo tutt'ora ancora non definito il punto critico e cruciale evidenziato ormai da parecchi anni: la presenza di un socio non (più) pubblico all'interno della proprietà di ASP SpA; si tratta di NOS SpA, che detiene il 45% delle quote della ex municipalizzata di Asti e che è partecipata al 75% dal Gruppo Iren.
Iren è già oggi una delle più grandi multiutility italiane, attiva nei settori dell’energia elettrica, del gas, dell'energia termica per teleriscaldamento, della gestione dei servizi idrici integrati, dei servizi ambientali e dei servizi tecnologici. Un percorso di crescita progressivo che l'ha portata dall'essere l'azienda municipale di Parma, Torino, Genova, Reggio Emilia a ciò che è oggi: nel suo "piccolo" una "piccola e nostrana multinazionale", quotata in Borsa e non più controllata dai suoi soci pubblici ma da un consiglio di amministrazione. Un'azienda, insomma, che come tale è fortemente legata a performance di bilancio e a profitti.
Tanto da vederla in prima fila anche in progetti internazionali quali, ad esempio, il contestato protocollo Iren-Mekorot. Mekorot è l’azienda pubblica che gestisce il sistema idrico in Israele e nei Territori Occupati dove pratica odiose discriminazioni nei confronti dei palestinesi nell’accesso all’acqua (60 litri al giorno per un palestinese in Cisgiordania, 350 litri al giorno per un israeliano in Israele, 400 litri per un colono nei Territori) e nel costo del servizio (30 shekel, cioè 6 euro, al metro cubo per i palestinesi, 3 shekel per gli israeliani).
Cittadini e sindacati italiani da mesi chiedono ad Iren il ritiro da questa imbarazzante cooperazione, divenuta ancor meno tollerabile dopo l’escalation bellica a Gaza che ha visto l'uso del monopolio dell’energia elettrica e dell’acqua come autentiche “armi” per convincere la popolazione civile ad abbandonare le proprie case prima dei bombardamenti e prima dell’ingresso delle forze armate. Iren non si è mai degnata di rispondere agli appelli e non risulta avere interrotto la collaborazione con Mekorot; allo stesso tempo neppure dai consigli comunali di Reggio Emilia, Torino, Genova e Parma (azionisti pubblici più rilevanti) si sono levate voci.

Nell'astigiano, Iren non figura solo tra i soci di ASP ma detiene anche il 45% delle quote sociali di GAIA SpA (Gestione Ambientale Integrata dell’Astigiano) che si occupa del trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani prodotti dai 114 Comuni Soci della provincia di Asti (ai quali si sono aggiunti i rifiuti di altre zone d’Italia dopo l’inserimento del Socio operativo Iren Ambiente nel 2017).
Da poche settimane, inoltre, attraverso la controllata San Germano si è aggiudicata l'appalto per i servizi di igiene ambientale nei 114 Comuni della provincia di Asti, ovvero quelli che rientrano nel Consorzio di Bacino dei Rifiuti Astigiano (CBRA), ove risiedono circa 135 mila persone.
Iren, inoltre, sta perfezionando l'acquisizione dell'albese Egea ed è prossima a conquistare anche ASM, multiutility di Vercelli.

Secondo quanto dichiarato dal suo Presidente Fabrizio Imerito, pare che l'astigiana ASP abbia sottoposto una proposta per avviare un percorso verso il gestore unico che trovi la sua naturale conclusione molto rapidamente, già nel 2026.
Ma qual è questa proposta e non sarebbe opportuno che tutte le trattative in corso non restassero nascoste ma, al contrario, fossero condivise con tutta la cittadinanza, dato che parliamo di una risorsa vitale, prevedibilmente ancora più preziosa alla luce degli stravolgimenti che il cambiamento climatico sta provocando?

Per ora, e a fatica, sappiamo che i quattro gestori astigiani hanno ipotizzato il trasferimento di risorse e know how al Gestore Unico S.I.A.M., mantenendo i rami di azienda in essere con previsione di affidamento di funzioni e compiti per la gestione del SII ai 4 Gestori stessi, che assumerebbero il ruolo di Società Operative Territoriali (SOT).
A queste ultime verrebbe garantita la remunerazione prevista dal sistema regolatorio attuale in tema di Servizio Idrico Integrato (SII) che garantisce, tra l’altro, ai gestori una redditività sugli investimenti effettuati e ai costi sostenuti. Inoltre si prevede la condivisione di un “algoritmo” per regolare i rapporti economici e finanziari tra le SOT, creando un sistema di “perequazione” tra i gestori finalizzato a garantire ad ogni gestore la remunerazione spettante. Ancora da valutare se le SOT dovranno agire e fatturare per conto di S.I.A.M. o con un mandato senza rappresentanza.

Sì, ma il socio privato Iren che ruolo potrà avere?
S.I.A.M. oggi è formato da quattro soci paritari al 25% (i quattro gestori acquedottistici dell'astigiano) e uno solo, cioè ASP, contempla un'azionista privato. Lo si vuole forse far entrare nell'azionariato di tutto il "player" che gestirà l'acqua potabile della nostra provincia?

Questo è il punto e lo è da anni. Vogliamo discuterne e, magari, non nelle "segrete stanze"?...

ULTIME NOTIZIE:
Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia, città che ospita la sede legale della società multiservizi ha annunciato che: “Iren mi ha confermato che l’accordo con la società idrica israeliana Mekorot è scaduto a fine gennaio e non sarà rinnovato”...