Acqua:documenti per la campagna astigiana di modifica Statuti comunali

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A seguire, ecco i due documenti da trasmettere a Sindaci e consigli comunali della nostra provincia, per affermare statutariamente che il Servizio Idrico Integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini.

Lettera di trasmissione per il Sindaco:

Stim.mo Signor Sindaco del Comune di
…………………………


 Oggetto: Richiesta di modifica dello Statuto comunale in difesa della proprietà pubblica degli acquedotti astigiani ed italiani.

    Con la presente, desideriamo sottoporre formalmente alla Sua attenzione la nostra richiesta di modifica dello Statuto comunale al fine di voler riconoscere l’acqua come un bene comune, essenziale ed insostituibile per la vita di ogni essere vivente ed un diritto inviolabile, universale, inalienabile ed indivisibile dell’uomo, che si può annoverare fra quelli di riferimento previsti dall’art. 2 della Costituzione della Repubblica Italiana.
     Questa nostra accorata richiesta sta attualmente raggiungendo tutti i Sindaci italiani attraverso il Forum nazionale dei Movimenti per l’Acqua e tutti i Sindaci astigiani attraverso di noi ed intende sollecitare ogni Comune a dichiarare il Servizio Idrico Integrato come un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini. Si tratta di una risposta democratica alla recente approvazione dell’articolo 15 del decreto legge 135/2009, che prevede l’impossibilità di una gestione “in house” da parte di aziende totalmente controllate dagli Enti pubblici locali.
    Nel 2007 l’amministrazione provinciale di Asti, l’ATO n° 5 Astigiano-Monferrato, i Comuni di Canelli e Castello di Annone, il Consorzio dei 101 Comuni dell’Acquedotto del Monferrato e oltre 3.000 cittadini astigiani avevano sottoscritto e promosso la proposta di legge d’iniziativa popolare per la totale ri-pubblicizzazione di tutti gli acquedotti italiani (esattamente, dunque, l’opposto di quanto decretato dal Parlamento in questi giorni) e riteniamo sia nostro e Suo dovere dare una risposta di continuità alla volontà popolare così chiaramente espressa dai cittadini astigiani.
     Al momento diversi Comuni italiani hanno già provveduto a modificare (così come suggeriamo nella bozza di delibera comunale allegata) il loro Statuto: decine di piccoli e medi Municipi, ma anche città come Venezia, Ferrara, Napoli, Caserta …
 

    Il Comitato Astigiano a favore delle Acque Pubbliche (una Rete composta da 54 Organizzazioni della Società Civile locale) è a totale Sua disposizione per ogni Sue cortesi ed urgenti considerazioni e per ogni ulteriore delucidazione necessaria, cogliendo l’occasione per porgere i migliori saluti.

Proposta di OdG/Delibera

COMUNE DI ___________
Provincia di _____________


RICONOSCIMENTO DELL'ACQUA COME BENE COMUNE E DEL SERVIZIO IDRICO
INTEGRATO COME SERVIZIO PRIVO DI RILEVANZA ECONOMICA


Relazione introduttiva del Sindaco ________________


Gentili consiglieri, negli ultimi anni e in particolare negli ultimi mesi, attorno all'acqua si è sviluppato un dibattito internazionale che anche nel nostro paese sta producendo azioni e legislazione.
Noi viviamo l'acqua come una presenza scontata in tutte le attività della vita quotidiana (alimentari, igieniche, produttive, ricreative). Purtroppo non possiamo dire che sia altrettanto, non solo nei paesi del sud del mondo, ma anche in alcune regioni del sud Italia.
Attorno all'acqua si muovono e si intrecciano interessi. Interessi che cresceranno sempre più al crescere della crisi idrica. Per l'acqua si provocano e si provocheranno guerre e guerriglie.
L'acqua è diventato uno dei beni della terra che possono produrre profitti, ricchezze e quindi disuguaglianze e ingiustizie.

Gentili consiglieri, negli ultimi anni e in particolare negli ultimi mesi, attorno all'acqua si è sviluppato un dibattito internazionale che anche nel nostro paese sta producendo azioni e legislazione.Noi viviamo l'acqua come una presenza scontata in tutte le attività della vita quotidiana (alimentari, igieniche, produttive, ricreative). Purtroppo non possiamo dire che sia altrettanto, non solo nei paesi del sud del mondo, ma anche in alcune regioni del sud Italia.Attorno all'acqua si muovono e si intrecciano interessi. Interessi che cresceranno sempre più al crescere della crisi idrica. Per l'acqua si provocano e si provocheranno guerre e guerriglie.L'acqua è diventato uno dei beni della terra che possono produrre profitti, ricchezze e quindi disuguaglianze e ingiustizie.

L'acqua è considerato da taluni soggetti economici, le multinazionali in primis, come una merce preziosa, al pari del petrolio o dei diamanti. Questo processo di mercificazione, complice l’economia globalizzata, sta cambiando la definizione di acqua da bene pubblico a proprietà privata, una merce che si può estrarre e commerciare liberamente. Un processo pericoloso, che deve trovare un processo di segno opposto, che punti a mantenere inalterata la natura dell'acqua e a riaffermare il diritto all'acqua come un diritto naturale, che vada oltre il riconoscimento del legislatore, in quanto legato alla natura stessa dell'uomo.
L’acqua è vita. E' un bene essenziale ed insostituibile per la vita di ogni essere vivente. Ed è diritto inviolabile dell’uomo l’accesso all’acqua potabile e a quella necessaria per il soddisfacimento dei bisogni collettivi. L'acqua è un diritto universale, inalienabile ed indivisibile, che può essere annoverato fra quelli cui fa riferimento l’art. 2 della Costituzione della Repubblica Italiana (La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale).

Questa concezione dell'acqua come “bene comune” per eccellenza si è affermata negli ultimi 40 anni a livello mondiale.
A partire dalla promulgazione della Carta Europea dell’Acqua (Strasburgo, maggio 1968) fino ad arrivare al pronunciamento dell'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (settembre 2007): Il diritto all'acqua risulta un'estensione del diritto alla vita affermato dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Esso riflette l'imprescindibilità di questa risorsa relativamente alla vita umana.
L'acqua e la sua scarsità, dovuta anche ai mutamenti climatici che interessano il pianeta, pone
tutti noi, cittadini e governanti, di fronte a grandi responsabilità.
Pur essendo rinnovabile, il “bene acqua”, per effetto dell’azione dell'uomo, può ridursi o addirittura esaurirsi. E' quindi responsabilità sia individuale che collettiva prendersi cura di tale bene, utilizzandolo con saggezza, preservandolo, affinché esso sia accessibile e disponibile a tutti, nel presente come per le future generazioni.

La risoluzione del Parlamento europeo del 15 marzo 2006 ha dichiarato “l’acqua come un bene comune dell’umanità” e chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l’accesso all’acqua alle popolazioni più povere entro il 2015 ed insiste affinché “la gestione delle risorse idriche si basi su un’impostazione partecipativa e integrata che coinvolga gli utenti ed i  responsabili decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua a livello locale e in modo democratico”.
Inoltre, la risoluzione del Parlamento europeo dell’11 marzo 2004 sulla strategia per il mercato
interno - priorità 2003-2006 – affermava, al paragrafo 5, “essendo l’acqua un bene comune dell’umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno”.

Gli stessi organi della UE hanno più volte sottolineato che alcune categorie di servizi non sono sottoposte al principio comunitario della concorrenza; si veda ad esempio la Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo COM (2004) 374: “…le autorità pubbliche competenti (Stato, Regioni, Comuni) sono libere di decidere se fornire in prima persona un servizio di interesse generale o se affidare tale compito a un altro ente (pubblico o privato)”; è peraltro noto che non esiste alcuna norma europea che sancisce l’obbligo per le imprese pubbliche di  trasformarsi in società private (come ribadito da: Corte di giustizia CE, 2005; Commissione CE 2003 e 2006; Parlamento CE, 2006).
Ciononostante, in Italia, si sta procedendo a tappe forzate verso l'assoggettamento dell'acqua alle regole del mercato, facendo rientrare il servizio idrico nel novero dei servizi pubblici locali per i quali si debba procedere alla liberalizzazione/privatizzazione.

A fronte della politica mondiale mirante alla privatizzazione dell'Acqua, anche in Italia è sorto un movimento di contrasto a questa politica, il Forum dei Movimenti per l’acqua: una rete associativa cui aderiscono organizzazioni nazionali e comitati territoriali, accomunati dalla consapevolezza dell’importanza dell’acqua come bene comune e diritto umano universale, dalla necessità di una sua salvaguardia per l’ambiente e per le future generazioni, dalla determinazione per una gestione pubblica e partecipativa dei servizi idrici. (A livello astigiano, il Forum nazionale è rappresentato dal Comitato Astigiano a favore delle Acque Pubbliche, una rete formata da 51 Organizzazioni della Società Civile locale, il cui coordinatore è raggiungibile attraverso l’indirizzo e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).
Un movimento che ha depositato nel luglio 2007, una legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua supportata da 406.626 firme di cittadini italiani (di sui oltre 3.000 astigiani).
Anche l’amministrazione provinciale di Asti, l’Autorità d’Ambito Territoriale idrico n° 5 Astigiano-Monferrato, il Consorzio dei 101 Comuni dell’Acquedotto del Monferrato, i Comuni di Castello di Annone e Canelli nel 2007, hanno ufficialmente aderito alla legge d’iniziativa popolare per la ri-pubblicizzazione di tutti gli acquedotti italiani.

Purtroppo, in maniera quasi clandestina, in totale assenza di un doveroso dibattito politico e pubblico, e mistificando la realtà, spacciando la decisione come imposta dall'Europa, il 9 settembre 2009, il Parlamento ha approvato un decreto legge (135/2009) che, modificando l’articolo 23 bis della Legge 133/2008, non solo apre la strada alla privatizzazione della gestione del servizio idrico integrato (di fatto già realizzata con pessimi risultati in molte parti d'Italia, come l’esperienza dell’Acquedotto del Monferrato evidenzia anche sul nostro territorio provinciale) ma la rende obbligatoria.
Infatti, la modifica apportata prescrive l'affidamento ai privati del servizio idrico tramite gara.
Prevedendo che le quote di partecipazione del pubblico ad eventuali società miste non possano superare il 60%.

La novella legislativa annulla così i margini concessi alle amministrazioni locali dall'art. 23 bis della legge n.133/2008, che consentiva di mantenere la gestione “in house” nei servizi fondamentali come l'acqua. Un decreto palesemente incostituzionale, perché getta le basi per la mercificazione (e quindi la possibile/probabile violazione) di un diritto individuale irrinunciabile. Di fatto, gli Enti Locali vengono espulsi per legge, non solo dalla gestione del servizio idrico, bensì di tutti i servizi pubblici locali, tra cui il trattamento dei rifiuti e il trasporto pubblico locale.
L'attacco ai beni comuni che si apre con questa decisione deve vedere gli Enti Locali, e i Comuni in particolare, protagonisti di una mobilitazione politica e culturale, a partire dai territori e dai cittadini che li abitano.

A mio parere non è possibile assistere passivamente a quanto si sta consumando. Perché, riprendendo le parole di Padre Alex Zanotelli, il paese di Francesco d’ Assisi (Patrono d’Italia) che ha cantato nelle sue Laudi la bellezza di “sorella acqua” sta diventando la prima nazione in Europa a privatizzare l’acqua!
Credo che chiunque ricopra cariche pubbliche, ancorché in un Comune di provincia come il nostro, debba porsi sempre, per ogni atto, azione o omissione che compie, la seguente domanda:
"mio figlio, il figlio di mio figlio e i figli di chiunque altro su questo pianeta, avranno ricadute positive dalla mia azione e dalle mie decisioni ?”.

Cari consiglieri, rispondendo a questa domanda e rivolgendola a tutti voi, sottopongo all'attenzione dell'assemblea la seguente proposta di deliberazione, con la quale il nostro Comune
riconosce l'Acqua come “Bene Comune” e il Servizio Idrico Integrato come “servizio privo di rilevanza economica”.

Grazie.
Il Sindaco _____________


  

Bozza di Delibera

COMUNE DI ___________
Provincia di _____________


OGGETTO: RICONOSCIMENTO DELL'ACQUA COME BENE COMUNE E DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO COME SERVIZIO PRIVO DI RILEVANZA ECONOMICA


IL CONSIGLIO COMUNALE

PREMESSO CHE
L'acqua rappresenta fonte di vita insostituibile per gli ecosistemi, dalla cui disponibilità dipende il futuro degli esseri viventi.
L'acqua costituisce un bene comune dell'umanità, un bene comune universale, un bene comune
pubblico, quindi indisponibile, che appartiene a tutti.
Il diritto all'acqua è un diritto inalienabile: l'acqua non può essere proprietà di nessuno, bensì bene
condiviso equamente da tutti, l’accesso all’acqua deve essere garantito a tutti come un servizio pubblico.
L'accesso all'acqua, già alla luce dell’attuale nuovo quadro legislativo, e sempre più in prospettiva, se non affrontato democraticamente, secondo principi di equità, giustizia e rispetto per l'ambiente, rappresenta:
– una causa scatenante di tensione e conflitti all'interno della comunità internazionale;
– una vera emergenza democratica e un terreno obbligato per autentici percorsi di pace sia a livello
territoriale sia a livello nazionale e internazionale.


SOTTOLINEATO CHE
Su questa base condivide e aderisce alla proposta di legge d’iniziativa popolare “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico”, e quindi ritiene necessario che il Parlamento proceda celermente alla sua discussione e approvazione.

SI IMPEGNA

1. a costituzionalizzare il diritto all'acqua, attraverso le seguenti azioni:
• riconoscere anche nel proprio Statuto Comunale il Diritto Umano all'acqua, ossia l’accesso
all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene
comune pubblico;
• confermare il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato e che tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e
costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà;
• riconoscere anche nel proprio Statuto Comunale che la gestione del servizio idrico integrato è un
servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per
garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini, e quindi la cui gestione
va attuata attraverso gli Artt. 31 e 114 del d.lgs n. 267/2000;

2. a promuovere nel proprio territorio una Cultura di salvaguardia della risorsa idrica e di
iniziativa per la ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato attraverso le seguenti
azioni:
• informazione della cittadinanza sui vari aspetti che riguardano l'acqua sul nostro territorio, sia
ambientali che gestionali;
• contrasto al crescente uso delle acque minerali e promozione dell'uso dell'acqua dell'acquedotto
per usi idropotabili, a cominciare dagli uffici, dalle strutture e dalle mense scolastiche;
• promozione di una campagna di informazione/sensibilizzazione sul risparmio idrico, con
incentivazione dell'uso dei riduttori di flusso, nonché studi per l'introduzione dell'impianto idrico
duale;
• promozione, attraverso l'informazione, incentivi e la modulazione delle tariffe, della riduzione dei consumi in eccesso;
• informazione puntuale della cittadinanza sulla qualità dell’acqua con pubblicazione delle analisi
chimiche e biologiche;
• promozione di tutte le iniziative finalizzate alla ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato nel territorio di propria pertinenza.

3. ad aderire e sostenere le iniziative del Comitato Astigiano a favore delle Acque Pubbliche e del Coordinamento Nazionale “Enti Locali per l’Acqua Bene Comune e per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato” costituitosi di recente nell’ambito della Campagna Acqua Bene Comune che il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua sta portando avanti da circa tre anni;

4. a sottoporre all’Assemblea dell’Ambito Territoriale Ottimale l’approvazione delle proposte
e degli impegni sopra richiamati oltre ai seguenti:
• sensibilizzazione all’importanza della riduzione dei consumi di acqua in eccesso attraverso
informazione, incentivi, nonché attraverso una modulazione della tariffa tale da garantire la
gratuità di almeno 50 litri per persona al giorno;
• propone inoltre di destinare un centesimo al metro cubo di acqua consumata per interventi di
costruzione di strutture di captazione e distribuzione di impianti idrici attraverso la cooperazione
internazionale.

IL CONSIGLIO COMUNALE

VISTA la proposta di deliberazione posta all’ordine del giorno;

UDITA la relazione del Sindaco e la conseguente discussione;

D E L I B E R A

DI DICHIARARE l'acqua:

• un bene comune, essenziale ed insostituibile per la vita di ogni essere vivente;
• un diritto inviolabile, universale, inalienabile ed indivisibile dell’uomo, che si può annoverare fra quelli di riferimento previsti dall’art. 2 della Costituzione della Repubblica Italiana.

DI DICHIARARE il Servizio Idrico Integrato un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini.

DI TRASMETTERE il presente provvedimento all’ATO della Provincia di Asti e a tutti i Sindaci del suo ambito.