L'acqua potabile di San Damiano d'Asti

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Image Facendo una verifica del primo anno di attività, il comitato “Insieme per Cambiare” di San Damiano ha deciso di tracciare un bilancio sulle problematiche legate alla gestione dell'acqua pubblica. Sia nel programma elettorale, sia sui verbali delle assemblee pubbliche, l'acqua ha sempre avuto uno spazio molto rilevante e ciò ha fatto sì che questo argomento diventasse prioritario nelle azioni del comitato ...

Per quanto riguarda il nostro Comune (San Damiano), il comitato ha fatto una serie di ricerche sul nostro acquedotto; con la collaborazione dei concittadini è stata redatta una mappatura delle tubazioni suddividendole per tipologia: il 20 % circa è in metallo, il 35 % circa in eternit, il 45% circa in plastica ... L'acqua viene costantemente controllata dall'ASL e le analisi ne certificano la potabilità. Nel 2009 (sono dati ufficiali dell'ASP) sono stati fatturati 512.186 mq di acqua nel nostro Comune, ma nella rete ne sono stati immessi 684.820 mq; ciò significa che tra guasti e perdite strutturali in un solo anno sono andati perduti 172.634 mq (corrispondenti al 26 % del totale), cioè 172.634.000 litri, ovvero 472.969 litri al giorno.

In questi anni in cui l'acqua  è stata denominata l'oro blu, vista la crescente difficoltà di accedere ad un bene così prezioso per la vita, il comitato ritiene che si debba intervenire subito per ammodernare il nostro acquedotto ed evitare tali sprechi. A livello nazionale diverse leggi hanno prospettato un disegno sempre più evidente di portare la gestione degli acquedotti nelle mani delle aziende private.

A San Damiano, per scelte delle passate amministrazioni, si è passati da una gestione autonoma ad una gestione mista pubblico-privato dell'ASP, per ritornare dal primo gennaio di quest'anno ad una gestione interamente pubblica dell'azienda Acquedotto della Piana.

Il comitato Insieme per Cambiare ha votato in modo favorevole a tale delibera, convinto della necessità che l'acqua e la relativa gestione rimanga un servizio completamente pubblico, sul quale nessuno abbia la possibilità di fare utili (da spartire tra azionisti) aumentando le tariffe e/o tagliando sui servizi.

Una dimostrazione è arrivata nelle case di tutti nei giorni scorsi: le tariffe dell' ASP sono state aumentate (da marzo 2009) di più di 10 centesimi al metro cubo per ogni fascia di consumo; le bollette sono diventate più pesanti, sia per chi consuma molta acqua che per chi ne consuma poca : per quest'ultima parte di popolazione è davvero ingiusto.

A livello nazionale il comitato “Insieme per Cambiare” ha aderito al FORUM NAZIONALE PER L'ACQUA PUBBLICA, composto da decine di associazioni, comitati, enti ed organizzazioni varie: in questi giorni si stanno raccogliendo le firme per proporre tre referendum che blocchino questo progetto di privatizzazione.

A San Damiano hanno firmato più di 400 persone: il comitato ringrazia i concittadini per il contributo e per l'interesse dimostrato.      

 

 

 

 

 

Quell’acquedotto è promosso
Ho letto il botta e risposta tra consiglieri di minoranza e giunta di San Damiano in merito all'efficienza del sistema acquedottistico. Non voglio certo inserirmi nella dialettica consigliare, ma come temporaneo presidente dell'autorità d'ambito dell'acqua vorrei fare alcune considerazioni, tutte tranquillizzanti.
Il comune di San Damiano fa parte dell'area omogenea B che ha visto in questi ultimi 6 anni una grossa rivoluzione. Ha dovuto, in forza di legge, abbandonare la gestione in economia, che era indubbiamente a costi molto bassi per gli utenti, ma non poteva avere una capacità di investimento sufficiente. Un primo passaggio ha visto dare la gestione mediante convenzione all'Asp di Asti, la quale non ha potuto accogliere San Damiano, e altri comuni dell'area B, in seno alla Spa perché questa non era completamente pubblica e non gestiva solo il servizio idrico integrato, ma anche altri servizi pubblici. Solo scorporando il servizio idrico e rendendolo totalmente pubblico si sarebbe potuto soddisfare la normativa vigente, cosa che Asp ha ritenuto utile non fare. Anche nei due anni di gestione Asp, seppure senza completare il programma degli investimenti, è stato attuato un importante investimento nella messa in sicurezza degli impianti e nella riduzione delle perdite. Quello che sembrava un ostacolo insormontabile è stato invece l'inizio di un piccolo miracolo: grazie alla buona volontà degli ammistratori, superando un gran numero di difficoltà e diffidenze, oggi tutti i comuni dell'area B (17 comuni) fanno parte dell'Acquedotto della Piana SpA. Società totalmente pubblica che gestisce il servizio idrico integrato per circa 34.000 abitanti. A proposito il DL n.78 del 31 maggio 2010 fissa in 30.000 abitanti la soglia minima per poter formare una società pubblica tra comuni: previdenza o fortuna? Lascio a voi giudicare.
Non nego che, con la situazione economica attuale, il piano di investimenti da 4 milioni di € abbia una tempistica non proprio certa, ma certo è il massimo che potevamo fare a favore di questo territorio che oggi finalmente può dirsi omogeneo perché gestisce risorse idriche, ovviamente totalmente pubbliche, ma provenienti interamente dal proprio territorio. Inoltre con il piano delle interconnessioni potremo contare sulla disponibilità idrica del Monferrato.
Ora siamo alla vigilia di nuove sfide che le leggi, non sempre condivisibili ci impongono, come quella dell'ingresso obbligatorio dei privati, e l'abolizione dell'Ato, ma lavorereremo da una posizione di forza e non di debolezza.
Vincenzo Gerbi, presidente dell’Ato idrico n° 5 Astigiano-Monferrato