L'acqua di Cancun, d'Italia, di Asti ...

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ImageQuesto è il testo dell’intervento del Comitato Astigiano a favore delle Acque Pubbliche alla manifestazione-corteo che si è tenuta lo scorso Sabato lungo le vie di Torino ed ha acceso nuovamente i riflettori sui tre referendum a salvaguardia della gestione pubblica dei nostri acquedotti e sulla necessità di fermare le privatizzazioni fino al Referendum, cioè non consentire nessuna gara d’appalto per i servizi idrici e non sopprimere le Autorità d’Ambito territoriali fino a quando gli italiani non si saranno espressi nei referendum richiesti con oltre 1.400.000 firme. Reclamando il diritto di voto al Referendum entro, e non oltre, il 2011 ...

Cancún è una rinomata località turistica, una città di oltre 572 mila abitanti dello stato di Quintana Roo nel Messico meridionale, affacciata sul Mar dei Caraibi.

Una città con una forte immigrazione, in cui si stima vi siano più di 200.000 pendolari ogni giorno: al di là dei dati ufficiali si può quindi affermare che la popolazione residente effettiva si aggiri attorno ai 700.000 abitanti.

700 mila persone: la metà di quanti, tra Aprile e Luglio 2010, hanno voluto apporre la loro firma per chiedere che tre referendum a difesa della gestione pubblica degli acquedotti venissero sottoposti al giudizio di tutti i cittadini.

In Italia.

Oltre 1.400.000 cittadini italiani…

A Cancun, in questi giorni, si sta tenendo la sedicesima Conferenza internazionale sui cambiamenti climatici: i “grandi” della Terra dovrebbero assumere decisioni vitali per il futuro del nostro pianeta.

Non ne avranno il coraggio, temiamo …

In Italia, invece, noi siamo oggi nelle piazze per far sentire la nostra voce. Per ricordare a tutti che acqua, aria, terra e fuoco sono gli elementi fondamentali del nostro passato, del nostro presente, del nostro futuro.

Difendere gli elementi primari e i Beni Comuni è il primo dovere di tutti noi.

Beni Comuni, cioè diritti.

Di tutti.

Nella provincia di Asti 5.597 persone hanno firmato la richiesta di referendum. Circa il 3 % degli abitanti. In soli tre mesi …

Donne.

Uomini.

In carne ed ossa.

I primi a firmare furono sei donne. Perché l’intuizione è femmina.

L’acqua è femmina.

La vita è femmina.

Poi venne l’anziano presidente dell’Associazione dei Partigiani. Disse che l’Acqua è Resistenza, difesa della proprietà pubblica.

Era il 25 Aprile …

Poi vennero uomini e poi donne e poi ancora uomini e donne; ciascuno ben conosceva il senso di quanto stava facendo.

Qualcuno scuoteva il capo, qualcun altro diceva: non ce la toglieranno mai, l’acqua.

Altri ancora sorridevano: una legge del genere non andrà lontano.

Venne la signora Francesca, energica ottantottenne che si presentò un Sabato mattina dicendo “questa volta ho la carta d’identità con me, finalmente posso firmare”. I volontari del Comitato Astigiano a favore delle Acque Pubbliche avevano già incontrato più volte la signora in precedenti banchetti e, a malincuore, erano stati costretti a rinunciare a raccogliere la sua sottoscrizione a causa della mancanza dei documenti necessari alla sua formalizzazione. 

Ma Lei non voleva che la sua firma restasse un sogno da persone anziane.

Voleva fosse, invece, la concreta testimonianza di una saggezza semplice e, per questo, da tramandare.

Vennero uomini di colore, di ogni colore. Chiedendosi perché i diritti sono sempre proprietà di altri.

Proprietà privata.

Vennero bevitori di acqua. Ma non quel liquido imprigionato in bottiglie colorate, trasportato per centinaia di chilometri, decantato per le sue millantate virtù. Bensì l’acqua del rubinetto.

Sì, la semplice e normale acqua del rubinetto. Quella pubblica: non merce da acquistare ma diritto di tutti, bene comune, non “mia” ma “nostra”, valore assoluto da difendere e da cui partire per ritrovare il senso della comunità e della partecipazione.

Un nuovo senso …

Non unico e non vietato.

Come la direzione dell’acqua, che sa scorrere modellandosi ad ogni ostacolo.

La direzione di una società che conosce i suoi bisogni ma li chiama col loro nome: DIRITTI.

Già …

Venne Marco Bersani, che tutti noi conosciamo, e citò Gandhi:

Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci.

Venne il piccolo Piero, otto anni. Al decimo giro di corsa attorno al banchetto durante le operazioni di sottoscrizione di mamma e papà, l’inarrestabile Piero iniziò ad accarezzare la gocciolina simbolo della campagna ed a ripetere a voce sempre più alta lo slogan “L’Acqua non si vende”, tra gli sguardi divertiti e complici di tutti i presenti. Non soddisfatto, si mise in coda e, al suo turno, dichiarò solenne: “firmo anch’io” !

Come dargli torto: la sorte dell’acqua riguarda in particolare proprio le giovani e giovanissime generazioni e bello sarebbe se le richieste referendarie che mirano a proteggere il futuro di una società potessero contemplare l’adesione anche dei minorenni, cioè di chi si troverà a dover fare i conti in prima persona con i nostri errori ! …

Uomini e Donne.

Pronti ad usare la Democrazia come una spada affilata e incruenta, uno strumento per modellare il cambiamento.

A Cancun lo sapranno già ?

Forse è bene ricordarglielo, allora; perché il futuro ci interessa, è lì che intendiamo passare i prossimi anni della nostra vita ...