Cittadini astigiani contrari all'inceneritore

ImageDopo l’ennesima riunione tenutasi allo scopo di costituire un possibile unico Comitato contro l’inceneritore (o a favore di un’alternativa all’inceneritore …) - di cui potrete leggere la nostra cronaca a seguire – noi, cittadini e cittadine astigiani sottoscriviamo questa proposta ed invitiamo chiunque a sottoscriverla (sufficiente registrare un messaggio di adesione qui):
Per noi, dire “No” all'inceneritore significa affermare un diritto ed esprimere un giudizio su un modello sociale che non ci appartiene. Quindi, noi – da semplici cittadini, con il nostro solo nome e cognome – aderiamo da subito a tutti i Comitati che sapranno e vorranno sostenere questa primaria causa civica. Abbiamo la sensazione che ci siano migliaia di persone come noi. Forse basterebbe soltanto chiederglielo ...
Silvana Bellone, Filippo Chirone, Daniela Grassi, Alessandro Mortarino, Oscar Pastrone, Marisa Pessione, Egle Piccinini, Tiziana Valente, Roberto Zanna.

 

Movimenti sospetti (sospettosi ...) attorno al fumo dell'inceneritore

di Alessandro Mortarino.

Dato che stiamo parlando di un grande forno industriale che si vorrebbe costruire per incenerire i rifiuti dell'astigiano (e di altre cinque province) e che noi di AltritAsti vorremmo continuare a raccontare le azioni intraprese dalla Società Civile per contrastarne l'arbitraria volontà delle amministrazioni locali, non possiamo esimerci da un incipit ironico (ma anche amaro ...): dopo tre assemblee (qualcuno dice quattro; e ciò la dice lunga sugli aspetti confusi della vicenda) è “fumata nera” per il Movimento astigiano.

Nel senso che il grande Comitato Provinciale di soli cittadini/cittadine (privo di sigle partitiche, associazionistiche, comitatesche) non si farà.

Meglio un Comitato cittadino. Affiancato dal consueto lavoro esterno di decine di instancabili Comitati territoriali. Affiancato da una probabile forma di collegamento su base regionale con tutte le altre centinaia di Associazioni e Comitati, Reti e Movimenti che contro questo o quello combattono. Forse ...

Un po' pochino ?


Può darsi, ma questo è lo scenario di oggi e con questa situazione dobbiamo fare fasci di virtù (augurandoci di non vederle disperdersi – le nostre belle virtù – nel braciere dell'inceneritore stesso).

Ciò che è accaduto è riassumibile in poche “pillole”: tutti d'accordo sull'etichetta (digestivo “NO ALL'INCENERITORE”), molte incertezze sul contenitore più adatto, qualche differente interpretazione sulla ricetta migliore e sugli ingredienti da utilizzare per ottenere un contenuto “bevibile” da chiunque (cittadini distratti, politici dormienti, amministratori decisionisti, media allineati ecc.). Risultato: il marketing del Movimento consiglia di rinviare ad altra data l'approccio della nuova bevanda co-prodotta agli scaffali ed al pubblico.

Palla al centro e pedalare, insomma.

Ma come mai ? Noi qualche idea in merito l'avremmo: poca organizzazione preventiva, bassa preparazione comunicazionale/relazionale, sospetti, poca fiducia reciproca ... Si poteva fare meglio, indubbiamente.

Ad esempio, si potevano preparare con più cura i messaggi di invito al primo incontro e spiegare in modo più dettagliato la “filosofia” che stava alla base della proposta di aggregazione, onde eliminare dall'inizio i timori per un possibile peso egemonico di chicchessia (e poi: quanti non sono stati raggiunti dal primo invito, così da destare sensazioni di esclusionismo deliberato ?).

Si poteva (SI DOVEVA) redarre un semplice verbale riassuntivo della prima serata con cui sintetizzare quanto emerso (o non emerso) nel primo approccio. E così per la seconda (e anche, forse, per la terza riunione: quella “definitiva” di Giovedì 3 Luglio non per tutti è stata considerata la terza serata, ma la quarta ...).

Io - sempre per esempio - sono tra quelli che non ha ricevuto inviti (scherzi della posta elettronica ...) ed ha saputo casualmente delle riunioni in extremis, non potendovi presenziare, con rammarico.

La scorsa settimana, chiedendo a persone disparate, ho scoperto che, in assenza di uno straccio di verbale, i presenti alla riunione precedente (la seconda ? la terza ? ...) avevano percepito la situazione maturata in modi diametralmente differenti. Tanto che, ad un certo punto, ho colto la sgradevole situazione che Giovedì 3 Luglio si sarebbero tenute due riunioni distinte: alla Casa del Popolo (tra soggetti di Partiti, alcune associazioni ambientaliste e singoli) e nel centro sociale di San Fedele (tra soggetti di Comitati territoriali e alcune associazioni ambientaliste). Convinti, entrambi, che nella riunione precedente si fosse cosi deciso ... Nel senso che i primi avevano percepito “ci vediamo Giovedì, stessa ora e stesso programma”, mentre i secondi avevano inteso che fosse stata assunta all'unanimità la decisione di separare il nascente Comitato da qualunque “inquinamento” partitico ...

In realtà (questa la mia percezione, ripeto, in assenza di un verbale d'assemblea), entrambi convinti di “fare la cosa giusta, decisa assieme” !

Allora: cosa fa una persona sensibile quando vede una torre che sta per crollare mentre i suoi amici si stanno riparando sotto la sua ombra ? Grida. E dice: “attenzione, non vi state accorgendo della situazione” ... Finendo, senza volerlo, per assumere le vesti del diplomatico/mediatore che raccoglie indizi da una parte e dall'altra, li mette assieme, analizza i punti comuni e le differenze e formula una proposta, ovvero: una sola riunione (alla Casa del Popolo), per costituire un Comitato con queste caratteristiche:

  1. Comitato privo di sigle/loghi (nessun partito, nè associazione, nè comitato. Solo cittadini semplici, per cognome e nome in rigoroso ordine alfabetico ....);

  2. Qualunque organizzazione, ovviamente, potrà fare ciò che vorrà in termini politico/comunicazionali, dall'esterno del comitato (ci mancherebbe ...);

  3. Si ragionano assieme le strategie e le tattiche del Comitato, che si pone sin d'ora come diretto antagonista degli "inceneritoristi";

  4. Chi non si ritrova sulle posizioni della maggioranza (una testa un voto) fa come si fa normalmente: se ne sta fuori dal Comitato.

La proposta (che qualcuno ironicamente ribattezza come “lodo Mortarino”: ahimè le modernità parlamentari ...) trova il consenso di rappresentanti di entrambe le parti, tanto che si elabora anche un canovaccio di ordine del giorno. Purtroppo, chi si occupa ancora una volta di inviare gli inviti alla riunione tramite mail, non tiene conto né della proposta di ordine del giorno né del “lodo”, ma riassume “con parole proprie” ...

Così anche la terza (o la quarta ?) riunione viaggia per ore attorno ai soliti punti di discussione ed anziché risolvere in pochi minuti il punto nevralgico (Comitato privo di sigle/loghi, solo cittadini semplici, per cognome e nome in rigoroso ordine alfabetico ....), si aggiungono a notte fonda altre due possibili forme di Comitato (la prima delle quali proposta proprio da alcuni rappresentanti di Comitati/Associazioni – Pro Natura e Coordinamento dei Comitati della Val Tiglione e Via Fulvia - che nei giorni precedenti avevano concordato sul “lodo” ...).

Discussioni a non finire e si va al voto.

A cui io non partecipo, perché è evidente (e non solo a me) che andare alla conta significa allargare la frattura giù pericolosamente aperta a mo' di crepaccio.

Infatti, le mozioni si dividono e si decide di “rompere il tavolo”.

Meglio così.

Troppe differenze.

L'unione fa la forza ma con questo caldo ...

La forza, prima o poi, farà l'unione ?

Morale: nella notte qualcuno annuncia sulle nostre mailing list che, ora, saranno molte le voci che si alzeranno contro il progetto, ognuna per proprio conto ma con una intensità che farà rumore ... e queste voci dimostreranno le eventuali basi per un coordinamento finalmente liberato dai dubbi e dai sospetti.

Qualcun altro ripercorre l'idea di un Comitato contro l'inceneritore a livello cittadino e in un attimo vi aderiscono A Sinistra, Asti Social Forum, Cittadinanzaattiva, Legambiente, LIPU, PDCI, Progetto Sherwood, Rifondazione Comunista, Sinistra Critica, WWF. Giò risulta programmata un'assemblea pubblica a Quarto, il 23 Luglio ...

Tutto bene, dunque ?

Diciamo di sì: abbiamo un obiettivo davanti a noi ed è ciò che ci preme.

Per il resto, sì, lo dobbiamo confessare: qualcosa ci è rimasto sullo stomaco. Per fortuna che c'è l'amaro “NO ALL'INCENERITORE” pronto per aiutare la nostra digestione (anche se mi pare vi sia qualche erba un po' troppo amarognola; forse la ricetta andrebbe ritoccata: quasi quasi organizzo una riunione con qualcuno dei miei amici esperti per costituire un Comitato di studio ...).

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