Che cos'è il Trattamento Meccanico Biologico ?

ImageIn queste settimane si sta parlando in continuazione, ad Asti, dell'utilità di un impianto TMB (Trattamento Meccanico Biologico) come completamento delle dotazioni tecnologiche presenti nel ciclo di gestione dei rifiuti della nostra provincia. Una possibilità ventilata nelle scorse settimane anche dal CBRA (Consorzio di Bacino per i rifiuti astigiani, cioè il Consorzio dei nostri 115 Comuni), che dopo attente analisi dei flussi di produzione e riciclo degli ultimi anni e di campionamenti del contenuto dei sacchetti di indifferenziata, ha convenuto sulla “virtuosità” dei cittadini astigiani e sul fatto che, con qualche minima “spinta” al miglioramento della gestione dell'indifferenziata, sia a portata di mano una situazione di eccellenza che indica quanto inutile risulti il ricorso alla possibile costruzione di inceneritori.
Proviamo, quindi, a raccontarvi l'esperienza del Centro Riciclo di Vedelago (Treviso) che gestisce dal 1999 un impianto di stoccaggio e selezione meccanica di rifiuti ai fini del recupero di materiali, aggiungendovi qualche dato relativo all'attuale nostro impianto di Valterza.
 L'attività del Centro di Vedelago consiste nel ricevere le frazioni secche riciclabili dei rifiuti urbani e assimilati, selezionare tutti i materiali in base alla loro specifica composizione merceologica, compiere le operazioni necessarie per la riduzione volumetrica, gestire la fase di destinazione in uscita delle singole tipologie di materiali che, in relazione alla possibilità di riutilizzo, vengono consegnati a impianti di seconda lavorazione o a specifiche aziende che impiegano i materiali nei loro cicli produttivi.

Al Centro pervengono materie secche riciclabili provenienti da Comuni, Consorzi di Comuni e Aziende produttive che attuano la raccolta differenziata. I conferimenti in ingresso al Centro vengono autorizzati solo in presenza di sicura possibilità di riutilizzo dei materiali selezionabili.

Per la consegna dei materiali in uscita, invece, il Centro è piattaforma convenzionata dei seguenti Consorzi Nazionali di filiera: CO.RE.PLA. per la plastica, C.N.A. per l'acciaio e i ferrosi, C.I.AL. per l'alluminio, CO.RE.VE. per il vetro, COMIECO per la carta e RILEGNO per il legno. Per la consegna dei materiali selezionati di provenienza industriale, il Centro ricerca nel mercato le destinazioni più idonee e remunerative.

Oltre ai Comuni della Provincia di Treviso, al Centro consegnano le raccolte differenziate anche i Comuni della Provincia di Belluno ed altri Comuni, per un bacino di utenza servito di circa 1.150.000 abitanti.

I conferimenti da aziende private, invece, provengono quasi totalmente da attività produttive della Provincia di Treviso.

Il Centro Riciclo Vedelago è in grado di soddisfare le più recenti tendenze pianificatorie ambientali in tema di recupero di materiali dai rifiuti, assicurando alti livelli di garanzie ambientali sia per le tipologie dei rifiuti trattati e sia per le caratteristiche proprie dell'impianto. Infatti non è previsto il trattamento di rifiuti putrescibili o con contaminanti particolari, bensì rifiuti secchi riciclabili provenienti da raccolte differenziate ben definite. Può annullare quasi totalmente la produzione di rifiuti residuali, in quanto è prevista la collocazione sul mercato di tutte le tipologie trattate e conferite solo in presenza di sicura utilizzazione in uscita.

E' in grado di garantire ai Comuni, in presenza di conferimento di qualità, il massimo realizzo di ricavi rapportati ai contributi previsti per la raccolta differenziata e assicurare alle aziende il maggior contenimento dei costi di conferimento dei residui prodotti.

Infine, può recuperare effettivamente, destinandoli al reinserimento in idonei cicli produttivi, rifiuti altrimenti destinati allo smaltimento in discarica.


Gli impianti del Centro Riciclo Vedelago.

Capannone A1. L'impianto di selezione e pressatura. Provenienza del rifiuto: raccolte differenziate da rifiuti industriali, commerciali, artigianali, agricoli e di servizio conferiti da aziende private e/o da Comuni.

Processo di lavorazione: i rifiuti conferiti vengono caricati sul nastro trasportatore e sottoposti a selezione manuale per togliere le frazioni non compatibili.

Il materiale selezionato rimasto sul nastro, tolto il ferro a mezzo di elettrocalamita, viene scaricato in pressa per la riduzione volumetrica in balle.

Le balle in uscita dalla pressa vengono trasportate con il muletto e depositate nella zona esterna di stoccaggio in attesa di raggiungere il carico utile per il trasporto in fabbrica.

Le frazioni non compatibili (ferrosi, vetri, ecc), depositate all'atto della selezione nei carrelli specifici, vengono trasferite alle aree di stoccaggio esterne dedicate.

Lo scarto, costituito da plastiche sporche, elementi di arredo, ecc, viene trasferito all'impianto interno di produzione del CDR o della "sabbia sintetica".

Potenzialità dell'impianto: la capacità di trattamento dell'impianto dipende dalla tipologia, dallo stato di conferimento e dal peso delle singole partite di rifiuto da trattare.

In considerazione della disomogeneità delle miscele di rifiuti conferiti si può prevedere una capacità di trattamento media di 35 t/giorno.


Capannone A2. L'impianto di produzione del CDR e della sabbia sintetica.

Provenienza del rifiuto:

- scarti da selezione interna

- conferimento da impianti di selezione di terzi.

Processo di lavorazione: un caricatore deposita i rifiuti sul nastro elevatore che li può consegnare, a scelta dell'operatore, sia al trituratore per la produzione di CDR sia alla linea di produzione di sabbia sintetica.

Quest'ultimo prodotto è il risultato dell'azione combinata di un estrusore e di un trituratore che realizza i grani a dimensione voluta.

Per questa ragione, sono possibili al momento due tipi di sabbia: una per uso calcestruzzo, un'altra, più farinosa, per prefabbricati di nicchia con specifiche proprie.

Potenzialità dell'impianto: l'impianto ha una capacità di trattamento pari a 3 t/ora.

Tipologia e destinazione esterna dei materiali selezionati: il CDR è inviato a Impianti di termovalorizzazione di terzi; la sabbia sintetica è commercializzata alle aziende di calcestruzzo e di prefabbricazione.


Capannone B - L'impianto di selezione del multimateriale da raccolte urbane e selezione plastiche.

Provenienza del rifiuto: raccolte differenziate dei rifiuti urbani prodotti da utenze domestiche, commerciali, artigianali e di servizio, conferite dai Comuni.

Processo di lavorazione: l'impianto consente la separazione meccanica dei vari componenti della miscela di rifiuti multimateriale. La frazione plastica viene ulteriormente selezionata per tipologia e per colore.

Sulla piattaforma di preselezione manuale il materiale viene depurato delle frazioni non conformi alle specifiche richieste (scarpe vecchie, giocattoli, ecc.) che vengono depositate nel cassone dello scarto con destinazione Capannone A - 1.

Dal materiale rimasto sul nastro un separatore magnetico (elettrocalamita) preleva la frazione ferrosa inviandola al cassone di raccolta sottostante; l'alluminio, tramite un separatore di metalli non ferrosi, viene convogliato al proprio cassone di raccolta; il vetro viene scaricato nel container per caduta; la plastica viene aspirata e inviata alla piattaforma di selezione spinta dove viene separata per colore e per polimero.

Segue la fase di pressatura per la riduzione in balle delle varie tipologie di plastica.

Un muletto provvede al trasporto delle balle in uscita dalla pressa alla zona esterna di stoccaggio della plastica, da dove, a raggiungimento del carico utile, saranno caricate sui mezzi in uscita.

Vetro, ferrosi e alluminio selezionati, quando gli specifici cassoni sono pieni, vengono trasferiti nelle proprie aree esterne di stoccaggio.

Lo scarto viene trasferito all'impianto interno di produzione CDR e/o sabbia sintetica.

Potenzialità dell'impianto: l'impianto ha una capacità di trattamento di 40 mc/ora pari a 6 t/ora , posto che il materiale da trattare presenti peso specifico medio pari a 0,2 t/mc.


Il quadro economico.

Nella valutazione globale dell'impianto occorre tenere presente che lo stesso è stato studiato in funzione dei seguenti parametri economici:

la potenzialità degli impianti è stata calcolata in relazione al bacino di utenza attualmente servito dal Centro Riciclo Vedelago, tenuto conto dell'aumento delle quantità di conferimento dovuto all'allargamento delle tipologie di rifiuto che trovano effettivo mercato di riutilizzo.

L'inserimento dei due impianti di selezione consente un risparmio di gestione generale e un'economia di scala che si traduce in risparmio di costi per l'azienda e minor costo per i conferenti.

L'attivazione dell'impianto di produzione del granulato plastico, pur tenendo conto dei costi di gestione, consentirà di trasformare il materiale di scarto non riutilizzabile in prodotto per l'industria plastica e per l'edilizia.

L'effettiva possibilità di utilizzo del prodotto "sabbia sintetica" consente di intraprendere una forma alternativa di riciclo economicamente più conveniente rispetto alle soluzioni finora adottate e di minor costo per gli utilizzatori finali e nel rispetto delle disposizioni di legge.

Le lavorazioni di riduzione volumetrica effettuate sui materiali, con risultati di riduzione fino a sei volte del volume per alcuni materiali, consentono di predisporre i carichi utili richiesti dagli impianti destinatari e, allo stesso tempo, minimizzano l'impatto viario per il minor numero di mezzi impiegati per il trasporto.

La stessa considerazione può essere fatta per gli stoccaggi dei rifiuti pericolosi, conferiti al Centro in piccole quantità, custoditi fino al raggiungimento del carico utile per il trasporto agli impianti di trattamento.

Le aziende medio-piccole che hanno la necessità di conferire modiche quantità di rifiuto prodotto o imballaggi misti, possono conferire direttamente i loro scarti di lavorazione con evidente economia dei costi di trasporto. Il Centro, adeguatamente attrezzato, è in grado di effettuare lo stoccaggio e la selezione dei materiali praticando costi nettamente inferiori agli usuali costi di smaltimento.

Più attenta considerazione va fatta per la gestione dei rifiuti riciclabili conferiti dai Comuni e dai Consorzi di Comuni. Infatti, se la raccolta differenziata viene eseguita in modo corretto e vengono promosse le necessarie campagne di informazione al fine di migliorare in qualità e quantità le raccolte, i Comuni beneficiano di una notevole riduzione dei costi di conferimento arrivando a realizzare un ricavo sui quantitativi consegnati commisurato alla qualità di rifiuto conferita.


PRODOTTI: sabbia sintetica ed elenco dei materiali trattati.

Il Centro Riciclo Vedelago srl sta portando a compimento lo studio e la sperimentazione dell’utilizzo delle plastiche nei calcestruzzi.

Si tratta di una linea di produzione di granulati derivanti da plastiche eterogenee da raccolta differenziata (secco non riciclabile e/o scarti plastici non reimpiegabili in cicli produttivi da raccolta differenziata) da addizionare nei calcestruzzi.

Sulla base delle indicazioni previste dalla norma Uniplast specifica (10667/14), è possibile produrre una mescola (sostituto della sabbia) costituita da plastiche eterogenee di riciclo provenienti dalla raccolta differenziata di rifiuti urbani e industriali, da impiegarsi in miscele con malte cementizie e calcestruzzi per ottenere manufatti e prodotti tipici dell’edilizia.

Rispetto alla produzione di granuli per stampaggio o di prodotti finiti (vedi panchine, recinzioni ecc), la norma 10667/14 consente di intraprendere una forma alternativa di riciclo, quale l’utilizzo anche di tutte quelle plastiche che sono, per caratteristiche oggettive, di difficile riciclo e pertanto smaltite senza possibilità di riutilizzo.

Con questo processo si può avviare un riciclo integrale del rifiuto plastico altrimenti non recuperabile.

Il processo per ottenere la “Sabbia Sintetica” si può riassumere in una plastificazione e addensamento tramite estrusione di rifiuti plastici.

La mescola di plastiche eterogenee prodotta viene macinata per ottenere granuli di materiale plastico, la Sabbia Sintetica.

Gli utilizzi di questo prodotto sono molteplici: dal semplice sostituto della sabbia nei calcestruzzi, ad aggregato alleggerente nelle malte cementizie e a legante per manufatti in cemento.

Dalle sperimentazioni fatte risulta che questo nuovo prodotto migliora le caratteristiche e le prestazioni di alcuni conglomerati cementizi, in termini di fonoisolazione e termoisolazione.

Per maggiori informazioni: http://www.centroriciclo.com



La situazione astigiana (Valterza).

Il Polo di Trattamento Rifiuti di Valterza (Asti) è composto da due unità produttive:

- Impianto di Pretrattamento dei Rifiuti Solidi Urbani (RSU);

- Impianto di Valorizzazione della raccolta differenziata dei rifiuti.

All’impianto di valorizzazione e a quello di pretrattamento vengono conferite specifiche tipologie di rifiuti urbani ed assimilabili; le quantità trattabili presso gli impianti di Valterza sono stabilite in sede di autorizzazione alla realizzazione ed all’esercizio (ai sensi degli artt. 27 e 28 del D.Lgs. 22/97 e s.m.i.). In particolare, la DGP n. 11442 del 21/04/1998 emessa dalla provincia di Asti, nell’Allegato A, specifica, oltre che tipologie e quantità, anche i tempi di stoccaggio e di permanenza ed altre prescrizioni riguardanti le modalità di trattamento e di controllo.

Il bacino di utenza autorizzato a conferire all’impianto è esclusivamente quello del territorio della Provincia di Asti.

Per quanto riguarda la sezione di pretrattamento, da progetto è ammesso un conferimento di RSU ed RSA pari a 67.000 t/anno.

L’impianto di valorizzazione ha il compito di trattare i rifiuti provenienti dal circuito della raccolta differenziata; in particolare sono ammessi esclusivamente i seguenti rifiuti (per un totale di 30.000 t/anno):

- materiale da raccolta differenziata RSU ed RSA

- rifiuti voluminosi da RSU

- rifiuti ingombranti da RSU.

L’impianto di valorizzazione è strutturato su tre linee: la linea principale tratta materiali in plastica di piccole-medie dimensioni; ad essa arrivano la plastica e le lattine provenienti dalla raccolta differenziata.

Vi è poi la linea dei rifiuti voluminosi ed ingombranti: le due linee sono strutturate in un unico blocco funzionale che consente di alimentare i materiali alla sezione di triturazione (ingombranti) o alla tramoggia di alimentazione (voluminosi); il materiale triturato, o semplicemente alimentato, può essere indirizzato alla pressatura oppure direttamente in container scarrabili nell’ipotesi che la destinazione finale richieda materiale sciolto; in ambedue i casi è prevista la de-ferrizzazione.

Il personale in forza al Polo rifiuti di Località Quarto Inferiore comprende le seguenti figure professionali: addetti pesa, addetti alla gestione della selezione della plastica, addetti all’esercizio/conduzione delle due sezioni di trattamento, addetti alle attività di manutenzione elettrica e meccanica e impiegati.


Il pretrattamento dei rifiuti indifferenziati.

L’impianto di pretrattamento ha il compito di trattare i rifiuti solidi urbani residuali ossia i rifiuti non differenziabili o non separati dai cittadini in fase di raccolta. In questo caso l’obiettivo è ridurre al minimo l’impatto che questi rifiuti (circa il 60% del totale) hanno sull’ambiente e in un futuro recuperare la frazione secca.

L’impianto è costituito da una fossa di ricezione, un capannone dove avviene la selezione e imballaggio della frazione secca (2.260 mq), un bacino di igienizzazione dove avviene la stabilizzazione della frazione umida (1.770 mq).

Al termine delle due fasi principali (separazione del rifiuto in flussi omogenei e stabilizzazione ed igienizzazione della frazione organica) si ottengono due flussi distinti: frazione umida (sostanze organiche), sottoposta a stabilizzazione prima dell’invio in discarica e frazione secca (carta e plastica), attualmente destinata alla discarica (in futuro sarà raffinata per ottenere CDR).

La potenzialità massima prevista per l’impianto di pretrattamento è di 67.000 t/a dai quali si ricavano un massimo di 34.000 t/a di rifiuto secco imballato, 19.000 t/a di umido stabilizzato (fos), 5.000 t/a di ferro.

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