Inceneritore: intervista ad una persona "qualunque" ...

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di Alessandro Mortarino.
ImageNelle ultime settimane, abbiamo provato a parlare del possibile inceneritore con parecchie persone incontrate casualmente in Asti e in provincia (sul treno, al mercato, nei negozi, in strada, sugli autobus ...), registrando opinioni e sensazioni alquanto variegate e forse degne di essere considerate da chiunque si appresti a sviluppare iniziative per fermare il nefasto progetto Galvagno/Armosino.
Abbiamo così deciso di provare a sommarle, classificarle, riassumerle ordinatamente e trasformarle in una sorta di “intervista surreale”. Che non vuole possedere alcuna velleità scientifico/statistica ma, a nostro parere, potrebbe suggerire (forse) possibili strade da percorrere per muovere una strategia della comunicazione rivolta non alle elite quanto alle masse: quell'opinione pubblica che può fare la differenza in qualsiasi azione di contrasto concreto ad un'opera di cui proprio potremmo – e vorremmo – fare a meno ...

AltritAsti: Buongiorno signore, permette una domanda ? Vorrei soltanto chiederle qual'è la sua opinione in merito alla proposta di costruire un grande inceneritore ad Asti.

Uomo Qualunque: Mi scusi, vado di fretta. E non ho intenzione di comprare nulla.

AltritAsti: Ma io non voglio venderle nulla, desidererei esclusivamente una sua opinione sull'inceneritore.

Uomo Qualunque: Vuole vendermi un forno per cuocere le pizze in giardino ? Un barbecue ?

AltritAsti: Ma no, ma no ... Solo un suo parere su questo possibile progetto.

Donna Qualunque: (rivolgendosi all'Uomo Qualunque) Credo stia parlando di quel “coso” che serve per bruciare i rifiuti ... Però non mi pare che sia un inceneritore: un inceneritore fa fumo e puzza ...

Uomo Qualunque: Ah, il termovalorizzatore ... Poteva dirmelo subito, allora.

AltritAsti: Lo chiamo “inceneritore” perché questo è il suo vero nome. L'ufficio marketing di qualche astuto costruttore di “forni” lo ha ribattezzato “termovalorizzatore” per rendere meno spiacevole la reazione delle persone che se lo vedranno crescere vicino alle loro case ...

Donna Qualunque: Ma è sicuro che sia la stessa cosa ?

AltritAsti: Sì, signora; è la stessa cosa. Nella legislazione europea si parla esclusivamente di “incineretors”. In Italia qualcuno lo ha ribattezzato “termovalorizzatore”, ma è e resta un inceneritore.

Uomo Qualunque: Non lo sapevo. E resto un po' stupito: non mi piace essere preso in giro, bisogna chiamare le “cose” col loro nome ! Altrimenti uno non sa più di cosa si sta discutendo.

Donna Qualunque: Ma se lo chiamano “cosovalorizzatore” vorrà ben dire che serve a qualcosa ...

AltritAsti: Appunto, serve a bruciare rifiuti.

Donna Qualunque: Vede. Ho ragione io, allora.

AltritAsti: Sì, ma le domando: perché dobbiamo costruire un “coso” per bruciare i rifiuti, secondo lei ?

Donna Qualunque: Perché ci sono troppi rifiuti nelle nostre città e se i nostri Amministratori non fanno in fretta a trovare delle soluzioni, va a finire come a Napoli.

Uomo Qualunque: E con questo caldo, ci vuole un attimo ad innescare il tifo, la peste, il colera, forse anche la malaria ...

AltritAsti: Scusi, ma non pensa che sarebbe forse sufficiente se producessimo meno rifiuti ?

Uomo Qualunque: La fa facile, lei ! Ma sono i tempi moderni, questi: i rifiuti sono ormai una montagna e da qualche parte bisognerà pur metterli ... Se li bruciamo, facciamo prima.

Donna Qualunque: Se fosse per me, io farei una legge che impedisca alle aziende di mettere tutti quegli imballaggi di carta, cartone e plastiche nei loro prodotti ! Ieri ho comprato una robiola di Roccaverano al supermercato; quando l'ho messa in tavola, ho dovuto toglierla da un contenitore di plastica trasparente, scartarla da un foglio di pellicola e poi da uno di carta alimentare ... ma dico io: con un foglio si poteva fare tutto !

AltritAsti: Ma forse è questo il problema, non vi pare ? Se costruiamo un inceneritore, continueremo a produrre tanti rifiuti inutili perché poi “tanto li bruciamo”: una scusa ... mentre, invece, dovremmo imparare a non produrli più, questi benedetti rifiuti ...

Donna Qualunque: Su questo lei ha anche ragione. Ma come si fa a dirglielo a tutti gli italiani, crede che la gente ci ascolterebbe ?

AltritAsti: E se cominciassimo, nel nostro piccolo, da Asti ?

Uomo Qualunque: Pensa che sarebbe sufficiente ?

Donna Qualunque: Sarebbe bello, magari ... Ma, capirà, siamo in piena emergenza ...

AltritAsti: Siete a conoscenza del fatto che il CBRA, il Consorzio dei 115 Comuni che si occupa della gestione dei nostri rifiuti, ha studiato le nostre caratteristiche familiari e scoperto che Asti è tra le province italiane più “virtuose” d'Italia, nel senso che ogni cittadino produce circa 100 chili di rifiuti all'anno ciascuno in meno della media nazionale ?

Donna Qualunque: Ah, non lo sapevo.

AltritAsti: E che, nonostante ciò, nei sacchetti della nostra indifferenziata si è scoperto che un buon 30 % potrebbe essere ulteriormente riciclato, trattandosi di residui organici, carta, cartone, plastiche rimaste “attaccate” a qualcos'altro ?

Donna Qualunque: Ci credo. Anche a me capita di non riuscire a separare tutto il separabile e, quindi, di mettere nel sacchetto dell'indifferenziata qualcosa di ancora riciclabile.

Uomo Qualunque: Va bene, ma dove intende arrivare ? Vuole convincermi che il termo ... volevo dire ... che l'inceneritore non ci serve ?

AltritAsti: Stando a quel che dice il Consorzio CBRA, parrebbe proprio di no. Tanto che, con qualche minimo correttivo, secondo loro nel 2012 potremmo trovarci ad avere appena 22.000 tonnellate all'anno di rifiuti, al massimo: 12.000 da portare in discarica e circa 10.000 pronti per un eventuale incenerimento. Un inceneritore costa una “montagna” di euro e per funzionare deve inghiottire almeno 200.000 tonnellate all'anno di materiali da bruciare ...

Donna Qualunque: Ma come sarebbe ? In un anno occorrono i rifiuti da noi prodotti in quasi 10 anni ?

AltritAsti: Se guardiamo alle nostra esigenze provinciali, sì.

Uomo Qualunque: Già, ma siccome siamo in Europa, noi dobbiamo guardare alle esigenze di tutto il continente ...

Donna Qualunque: Ma cosa dice ? Mica si esportano, i rifiuti ...

Uomo Qualunque: A Napoli lo stanno facendo.

Donna Qualunque: Ma c'è l'emergenza !

Uomo Qualunque: Ma se prima anche lei aveva detto che siamo in piena emergenza !

Donna Qualunque: Sì, ma mi riferivo ad un discorso in generale, così per dire ...

AltritAsti: Vedete che parlando saltano fuori i dubbi ? Siamo troppo abituati a dare per scontate le scelte dei nostri Amministratori, che in fondo sono uomini e donne come noi e possono sbagliare ... L'Europa non c'entra, è un problema piemontese. La nostra provincia ha aderito ad un progetto di gestione complessiva dei rifiuti collegato a sei province della nostre regione, Torino e Cuneo escluse. Insieme, queste sei province hanno deciso, almeno a parole, di costruire un inceneritore in comune e di usarlo per bruciare i rifiuti di tutte. Dove ?

Donna Qualunque: A casa della provincia che ricicla di meno, immagino ...

Uomo Qualunque: Ma se Asti è tra le province che producono meno rifiuti d'Italia ...

AltritAsti: E' quello che stupisce anche me. Se siamo così “virtuosi”, forse sarebbe nostro compito dire a tutti gli altri “fate come facciamo noi, imparate da noi” ... anziché dire loro “non preoccupatevi, continuate così che ci pensiamo noi a costruire qui da noi un inceneritore che vi aiuterà a non essere sommersi dai vostri inutili rifiuti” !

Donna Qualunque: Ma se è da anni che i politici astigiani ci dicono “dovete riciclare meglio i vostri rifiuti, fare più differenziata” ! E ora, invece di ringraziarci, vengono a raccontarci che siccome siamo stati bravi ci regalano un bel “cosovalorizzatore” ?!?

Uomo Qualunque: Guardi che lei non mi ha per niente convinto; anzi, mi pare che lei non voglia l'inceneritore e stia tentando di ingarbugliarmi le idee ...

AltritAsti: No, mi scusi, sono un cittadino qualunque anche io, non sono un esperto. Ma mi piace farmi delle domande e così sono giunto alla conclusione che un inceneritore è proprio la risposta sbagliata per risolvere il problema. E mi piacerebbe che ognuno di noi si preoccupasse, nel proprio quotidiano, all'interno delle proprie famiglie, di trovare soluzioni. Iniziando dalla produzione di minor quantità di rifiuti e dalla loro gestione più attenta. Anche perché, oltre ai troppi soldi pubblici che andrebbero gettati nella costruzione di un inceneritore (anziché usarli per scuole, giardini, abitazioni popolari, assistenza sociale ecc.), resta il problema dell'inquinamento atmosferico che deriva dai fumi di un impianto del genere.

Uomo Qualunque: Ah no, qui non la seguo proprio. Ma lo sa quante migliaia di inceneritori esistono in giro per il mondo ?

AltritAsti: Sì, lo so. Ma lei lo sa che negli Stati Uniti è dal 1996 che non si costruiscono più inceneritori ?

Donna Qualunque: E perché ?

AltritAsti: Semplicemente perché lo Stato ha smesso di finanziare a fondo perduto una parte di queste opere. Così i costruttori, non avendo più un tornaconto economico dalla sola gestione dei rifiuti bruciati e dalla produzione di energia e/o riscaldamento, hanno smesso di costruirle. In Italia, invece ...

Uomo Qualunque: Ah, l'Italia ... il paese del mangia-mangia !

Donna Qualunque: E ti pareva, l'Italia !

AltritAsti: In Italia, gli inceneritori continuano a godere di un contributo pubblico. Che a ben guardare, esce dalle nostre tasche: quando andiamo in posta a pagare la bolletta dell'Enel, nella cifra che sborsiamo è compreso un 7 % circa che va a finanziare anche queste opere, oltre ad impianti di vera alternativa energetica, cioè solare, eolico ecc.

Uomo Qualunque: Va bene, però con un inceneritore posso produrre energia elettrica e teleriscaldamento: le pare poco in questi anni terribili in cui il petrolio costa più dei tartufi ?

AltritAsti: Mi piacerebbe dirle che, personalmente, sono convinto che oltre a produrre quantità enormi di rifiuti inutili, noi sprechiamo anche quantità impressionanti di energia che potremmo risparmiarci solo con un minimo di attenzione, ad iniziare dalle nostre case: è come se volessimo riempire un colapasta di acqua, che se ne uscirebbe allegramente dai forellini ... Ma il punto è un altro: dal camino di un inceneritore escono fumi di ogni genere, comprese diossine, furani, polveri sottili ...

Uomo Qualunque: E allora ?

AltritAsti: E allora, si tratta di sostanze che fanno parecchio male alla salute. Secondo l'ISDE (l'Associazione dei Medici per l’Ambiente) prima di costruire un inceneritore sarebbe utile pensare prima ai suoi possibili effetti sugli esseri umani più fragili: quelli che già soffrono di qualche malattia o sono più suscettibili come i bambini, le donne in gravidanza, gli anziani. Il rischio non è solo riferibile ad una maggiore incidenza di tumori, già segnalata da molti ricercatori in numerose parti del mondo, ma anche ad altre problematiche quali: incremento dei ricoveri e della mortalità per cause respiratorie e cardiocircolatorie, alterazioni endocrine, immunitarie e neurologiche.

Donna Qualunque: Ne è sicuro ?

AltritAsti: Purtroppo sì. Ci sono centinaia di segnalazioni che arrivano da molti esperti, di ogni angolo del nostro mondo. Ad esempio, in Francia, 531 Medici hanno chiesto ed ottenuto una “moratoria”, ovvero che si cessi la costruzione di inceneritori fino a che specifici ed approfonditi studi sul campo non abbiano analizzato le condizioni di salute delle popolazioni che risiedono in prossimità di un inceneritore, dato che nel Marzo 2008 un documento dell'Istituto Nazionale di Sorveglianza Sanitaria (InVS) ha sottolineato un considerevole incremento del rischio di sviluppare alcuni tipi di cancro (linfomi, mielomi, sarcomi del tessuto molle, tumori della mammella). L'InVS ha specificato che, attualmente, le norme per gli inceneritori relative alla diossina non garantiscono la riduzione del rischio, essendo i filtri per la diossina inefficaci per numerose altre sostanze chiamate CMR (cancerogene, mutagene, tossiche per l'apparato riproduttivo) che si producono nel corso della combustione dei rifiuti domestici. Innumerevoli Centri di Ricerca hanno già espresso le loro preoccupazioni sui rischi possibili: in Italia, ad esempio, l'Istituto Oncologico Veneto per il rischio di sarcoma, l'Università di Firenze per i linfomi non Hodgkin, oltre ad Epidemiologi di varie parti del mondo per le malformazioni del palato e per l'endometriosi.

Uomo Qualunque: Vorrei saperne di più.

AltritAsti: Il problema è che i Governi non finanziano studi approfonditi sull'argomento e, quindi, i dubbi restano dubbi: lasciati alle libere interpretazioni degli individui.

Donna Qualunque: Ma come ? Anziché fare un po' di chiarezza ...

AltritAsti: Sono in molti a sostenere che l'incenerimento dei rifiuti è, fra tutte le tecnologie, la meno rispettosa dell'ambiente e della salute. Nel suo processo è inevitabile la produzione di ceneri (che rappresentano circa 1/3 in peso dei rifiuti in ingresso e devono essere smaltite in discariche speciali) e l'immissione sistematica e continua nell’atmosfera di milioni di metri cubi di fumi, polveri grossolane (PM10) e fini (PM2.5 o con diametri inferiori a 2.5 micron) costituite da nanoparticelle di sostanze chimiche (metalli pesanti, idrocarburi policiclici, policlorobifenili, benzene, diossine e furani, ecc.) estremamente pericolose, perché persistenti ed accumulabili negli organismi viventi. La combustione trasforma, infatti, anche i rifiuti relativamente innocui (quali imballaggi e scarti di cibo) in composti tossici e pericolosi sotto forma di emissioni gassose, polveri fini, ceneri volatili e ceneri residue che richiedono costosi sistemi per la neutralizzazione e lo stoccaggio. Ormai non esiste più alcun dubbio a livello scientifico: le micro e nanoparticelle, comunque prodotte, una volta che siano riuscite a penetrare nell'organismo innescano tutta una serie di reazioni che possono tramutarsi in malattie.

Donna Qualunque: Come si chiamano ?

AltritAsti: Nanopatologie, appunto. Che si manifestano sotto forma di tumori, malformazioni fetali, malattie infiammatorie, allergiche e perfino neurologiche. Purtroppo, tutt'altro che rare. A prova di questo, basta osservare ciò che accade ai reduci, militari o civili che siano, delle guerre del Golfo o dei Balcani o a chi sia scampato al crollo delle Torri Gemelle di New York e di quel crollo ha inalato le polveri: quelle sostanze, una volta dentro al tuo organismo, non ti lasciano più ...

Uomo Qualunque: Ma c'è un'alternativa all'inceneritore ?

AltritAsti: Beh, l'alternativa è data dalla riduzione dei rifiuti prodotti da ciascuno di noi, dal riutilizzo e riciclaggio di tutto il possibile. Alla fine, qualcosa resterà ugualmente ed è per questo che occorrono ancora le discariche. Però se fossimo persone intelligenti, capiremmo che il problema non è “come eliminare i rifiuti” ma piuttosto “come non produrli”.

Uomo Qualunque: E ad Asti come siamo messi con le discariche ?

AltritAsti: Siamo messi in un modo un po' strano: ne abbiamo una sola attiva fino al 31 Dicembre di quest'anno, quella di Cerro Tanaro. Dal 1° di Gennaio dell'anno prossimo, quindi, i nostri rifiuti indifferenziati non sapremo più dove portarli, se non decidere di farli ospitare da qualche altra provincia, con un aggravio dei costi per le nostre bollette.

Donna Qualunque: Ah, ho capito: invece di aprire una nuova discarica si costruisce un inceneritore.

AltritAsti: Non proprio; per costruire un inceneritore ci vogliono anni, il problema non lo si risolve di sicuro da qui al 31 di Dicembre !

Uomo Qualunque: Sono un po' frastornato ...

Donna Qualunque: La salute innanzitutto.

Uomo Qualunque: Ora me ne tornerei a casa, se non le dispiace. Ma mi piacerebbe parlare ancora con lei, dopo avere un po' riflettuto sulle cose che ci siamo detti ora.

Donna Qualunque: Sì, sì, anch'io.

AltritAsti: Allora potremmo darci appuntamento qui un'altra volta: cosa ne direste domani sera, alla stessa ora ?

Donna Qualunque: Bella idea.

Uomo Qualunque: E perché no ? Tanto alla televisione, d'estate, non c'è mai nulla di nuovo da vedere, è tutto un riciclo !!!!!