E se il vostro Comune si dotasse di un Piano Regolatore a Crescita Zero ?

di Alessandro Mortarino.
ImageC'è un esempio molto interessante in Italia su cui sarebbe utile che ogni cittadino sensibile al futuro del proprio territorio e del pianeta intero ponesse attenzione. Protagonista è un piccolo Comune dell'hinterland milanese (poco meno di 1.700 abitanti): Cassinetta di Lugagnano. Che negli ultimi anni ha scelto di risparmiare il proprio suolo da nuove ondate cementificatrici e percorrere la strada della “crescita zero”, cioè della piena sostenibilità.
E dato che in queste settimane un gruppo di “coraggiosi” cittadini (residenti in quella sorta di “macroregione” che è la zona Roero-Langhe-Monferrato, territorio che si è recentemente candidato al riconoscimento Unesco quale “patrimonio dell'umanità”) ha iniziato ad elaborare un progetto ispirato proprio alla “crescita zero”, ci piace raccontare ai nostri lettori l'esperienza di Cassinetta di Lugagnano, attraverso le parole del suo Sindaco, Domenico Finiguerra. In attesa che i fermenti vivi che usciranno dal gruppo dei “coraggiosi” delle nostre colline, non si materializzino in un programma ispiratorio anche per amministratori pubblici, società civile intera, costruttori di un nuovo modello di comunità felice ...

Il gruppo di “pionieri” sta elaborando il manifesto di un comitato che si intitolerà “Stop al consumo di territorio - Movimento per la difesa del diritto al territorio non cementificato”. I cui capisaldi saranno la presa di coscienza della conclusione di un periodo storico che riponeva una parte consistente dello sviluppo dell'intera zona nel consumo di nuovi terreni vergini e agricoli ed il superamento dell'equazione “maggior consumo di territorio = maggior sviluppo”, affermando l'alternativa, ovvero che: l'attuale patrimonio edilizio esistente (se adeguatamente gestito ...) può soddisfare ampiamente le esigenze abitative e produttive dell'intera area e contribuire così alla maturazione di una coscienza dei limiti fisici del territorio ...

Per offrire un semplice dato su cui iniziare a riflettere, ricordiamo -a puro titolo di esempio – che, secondo i dati dell'assessore regionale Sergio Conti, nella sola provincia di Cuneo circa il 40 % dei capannoni edificati risultano vuoti o inutilizzati: sono stati, cioè, costruiti ma apparentemente non per essere utilizzati ... Sì, stiamo proprio parlando di quei tristi, enormi capannoni industrial-artigianali che punteggiano le nostre pianure (ma, purtroppo, spesso anche le cime delle ricche colline) come perenne memoria della apparente rinuncia umana alla natura ed al senso della bellezza. Un dato scandaloso, se consideriamo che coprire terreni fertili di materiali inerti concorre a riscaldare il pianeta e che proprio i terreni liberi da cemento saranno le vere fabbriche del futuro ...

Chiunque sia interessato ad approfondire l'argomento ed a partecipare alle prossime riunioni preparatorie, può segnalare il suo interesse inviando un messaggio a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Ecco, ora, il racconto di Domenico Finiguerra:

Cassinetta di Lugagnano (Milano) è un comune del Parco Lombardo della Valle del Ticino, riserva della Biosfera UNESCO. Nel mezzo di una bella pianura irrigua, una mezzaluna fertile, che va da Melegnano a Legnano. Ma come tutti i comuni a sud della grande metropoli milanese, è sottoposto ad una fortissima pressione a costruire. Infatti, il sud-ovest Milano, con il solo 19% di territorio urbanizzato, è il naturale luogo dove sfogare l’ “incontinenza” edilizia della grande metropoli e dove realizzare grandi infrastrutture, dettate dal modello di sviluppo che ha già creato Malpensa e che ci porterà (forse) Expo2015 e tutte le sue conseguenze.


LE ELEZIONI

Quando nel 2002 la lista civica “Per Cassinetta” è stata eletta, con il 51% dei voti, alla guida dell’amministrazione comunale di Cassinetta di Lugagnano, il programma elettorale al capitolo “urbanistica” prevedeva in maniera molto chiara ed esplicita la volontà di:

  • non procedere a nessun nuovo piano di insediamenti residenziali se non attraverso il recupero di volumi già esistenti;

  • puntare sulla valorizzazione del centro storico e del patrimonio artistico ed architettonico (il Naviglio grande, le sue ville, i parchi ed i giardini);

  • salvaguardare l’agricoltura;

  • promuovere la qualità ambientale e il turismo;

  • opporsi alle grandi infrastrutture legate all’aeroporto di Malpensa.


LA CRESCITA ZERO

La scelta del risparmio del suolo e l’adozione del principio ispiratore cosiddetto della “crescita zero” per tutta la politica urbanistica dell’amministrazione derivava dalle seguenti convinzioni e constatazioni:

  • non è sostenibile un modello di sviluppo che prevede il consumo sistematico del suolo, l’impoverimento delle risorse naturali, la progressiva ed inesorabile urbanizzazione e conurbazione tra diverse città e paesi;

  • non è più sostenibile il meccanismo deleterio che spinge le amministrazioni a “utilizzare” il territorio come risorsa per finanziare la spesa corrente.


LA DECISIONE

La decisione di adottare la “crescita zero” quale faro della politica urbanistica, anche se già ampiamente prevista dal programma amministrativo, è stata confermata successivamente anche attraverso assemblee pubbliche aperte a tutta la cittadinanza. Nell’ambito del procedimento partecipato di elaborazione del PGT, il dilemma da sciogliere è stato sostanzialmente il seguente: “per finanziarie le opere e i servizi necessari alla comunità, la comunità stessa preferisce:

  • ricorrere al finanziamento delle opere necessarie per mezzo di nuove lottizzazioni (e conseguente incremento di popolazione, e conseguente necessità di nuovi servizi, e conseguente necessità di nuove lottizzazioni, e via così fino all’esaurimento delle aree libere);

  • oppure: ricorrere al finanziamento per mezzo di accensione di mutui con conseguente ricaduta sulla fiscalità locale ?

Dal dibattito che ne è sortito, non c’è stata nessuna levata di scudi in nome del motto “giù le tasse”; anzi, le considerazioni più ricorrenti sono state: “vogliamo mantenere integro il territorio e non vogliamo crescere”, oppure “siamo scappati dall’hinterland milanese e abbiamo scelto Cassinetta di Lugagnano per la sua qualità ambientale”.

L’amministrazione, pertanto, con grande sorpresa anche degli urbanisti incaricati, ha ritenuto giusta ed ha confermato la decisione di non prevedere nessuna zona di espansione.


IL BILANCIO COMUNALE

Fin dall’insediamento, la politica di bilancio è stata improntata al massimo rigore, puntando alla realizzazione di un importante e strategico obiettivo: “l’emancipazione” del bilancio dagli oneri di urbanizzazione. Progressivamente, a partire dal 2002, è stata ridotta fino allo 0 (zero) % (obiettivo raggiunto contestualmente all’approvazione del PGT) la quota di oneri di urbanizzazione destinata al finanziamento delle spese correnti.

Inoltre, anche sul lato delle spese in conto capitale (investimenti) si è proceduto con una intensa e faticosa ricerca di contributi provinciali, regionali e statali a fondo perduto.

Il Comune di Cassinetta di Lugagnano, nell’ultimo quinquennio ha realizzato opere per circa 4 milioni di euro grazie a contributi della Regione Lombardia e della Provincia di Milano.

I pochissimi interventi di recupero dei volumi esistenti o alcuni micro-interventi sono stati autorizzati dall’amministrazione a fronte di ingenti opere pubbliche (a titolo di esempio, con il recupero di una villa del ‘500 e di annesso fienile a fini abitativi, l’amministrazione si è vista realizzare opere aggiuntive per 400 mila euro; la costruzione di una nuova farmacia privata è stata accompagnata alla realizzazione del nuovo polo sanitario).

Moltissime sono state le iniziative realizzate per mezzo di sponsorizzazioni (si cita a titolo di esempio la sponsorizzazione del Piano Colore allegato allo stesso PGT da parte di Caparol).

La scuola materna è stata costruita accendendo un mutuo finanziato con l’incremento di un punto dell’ICI sulle attività produttive.

L’ICI sulla prima casa è rimasta ferma al 6 per mille e l’addizionale irpef al 2%. La tariffa rifiuti prevede il recupero del 100% a carico dei contribuenti. Ma la raccolta differenziata è oltre il 73%.

Si fa notare che se non avesse scelto l’opzione crescita zero, l’amministrazione avrebbe potuto ridurre, e di molto, la pressione fiscale sui cittadini e sulle imprese.

L’offerta di servizi sociali, educativi e culturali è aumentata e non è stato fatto nessun taglio alla spesa per servizi alla persona.


IL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

Il PGT del Comune di Cassinetta di Lugagnano è stato approvato definitivamente nel mese di marzo 2007, alla vigilia delle elezioni amministrative. Non prevede nessuna zona di espansione. E’ incentrato sul recupero e sulla valorizzazione del patrimonio esistente ed è corredato di un dettagliatissimo Piano del Colore.


CONCLUSIONI

Riassumendo arrivare ad un PGT a crescita zero è possibile, ma sono necessarie le seguenti condizioni:

1. solidità della maggioranza e impermeabilità alle pressioni esterne che spesso pongono l’amministratore di fronte a offerte difficili da rifiutare: “se mi fai realizzare questo intervento edilizio, ti sistemi il bilancio, fai tante opere pubbliche utili senza sforzo e vieni rieletto oppure fai carriera “.

2. forte condivisione della scelta da parte della comunità e continua partecipazione della stessa (i bambini, le associazioni, i gruppi informali, i singoli cittadini) alle decisioni assunte dell’amministrazione

3. seria politica di bilancio che renda indipendenti sia le spese correnti che quelle in conto capitale dagli oneri di urbanizzazione dovuti a nuovi insediamenti e che ricerchi risorse alternative

4. utilizzo ed incentivo al recupero di tutti i volumi esistenti


UNA POSTILLA

Alle ultime elezioni amministrative del 2007, la lista civica (rosso-verde) è stata riconfermata con oltre il 63% dei voti, in netta controtendenza rispetto a tutta la provincia di Milano, dove il centrosinistra ha perso in comuni importanti come San Donato Milanese, Rho, Pieve Emanuele, Buccinasco, Monza.

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