Paesaggio e animali nel mirino dell'amministrazione regionale

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di Adriana Elena My, presidente del Consiglio Regionale di Italia Nostra Piemonte.

Ancora una volta il governo della Regione Piemonte si distingue per una totale mancanza di sensibilità nei confronti della natura e dell'ambiente, approvando le variazioni derivanti dalla revisione degli art. dal 16 al 27 del DDL 83/2020, relativo all'allargamento dell'attività venatoria...

Dopo l'assalto al paesaggio con la legge 13, la cosiddetta “Riparti Piemonte”, contro la quale l'Associazione Italia Nostra aveva inviato impugnativa al Dipartimento delle Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri e questi avevano in realtà rilevato profili di incostituzionalità, tant'è che la Regione dovrà ora rimettere mano alla legge modificando alcuni articoli, ora ad essere colpiti sono gli animali.

Fuor di metafora i “colpi” attendono infatti sette nuove specie  che vengono con questa legge dichiarati cacciabili, animali come l'allodola, la canapiglia. la marzaiola, la pernice bianca, il fischione, il codone, la falaga.  
Alcuni di questi, come l'allodola, già considerati “in declino”, quindi sulla strada del rischio estinzione potranno ora essere impunemente cacciati ed uccisi.

Con questa legge i proprietari dei fondi non potranno impedire ai cacciatori di entrare nelle loro proprietà, si potrà cacciare anche nelle domeniche di Settembre, non vi saranno limiti di sorta per i cacciatori provenienti anche da altre regioni ed è anche prevista l'apertura della caccia notturna (due ore prima dell'alba e due dopo il tramonto).

La legge prevede persino la riduzione dei capi di abbigliamento ad alta visibilità, prima obbligatori.
E' evidente che a rischio saranno anche gli escursionist i o semplici amanti delle camminate nei boschi nei giorni consentiti ai cacciatori di fare strage di innocenti animali.

Il governo del Piemonte pare non conoscere le regole della tutela dell'ambiente e della fauna selvatica.
L'Associazione Italia Nostra esprime il proprio sdegno e rammarico di fronte alla rappresentazione di tanta insensibilità.