L'Europa viaggia sulle rotaie della sostenibilità, al contrario del Piemonte

A cura di Co.M.I.S. Piemonte-Coordinamento per la Mobilità Integrata e Sostenibile, Forum Salviamo il Paesaggio, Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta.

Sulle pagine astigiane de “La Stampa” del 13 marzo scorso l'Assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi torna ad illustrare gli orientamenti della sua amministrazione in merito al futuro delle linee ferroviarie locali e all'idea di avviare un primo esperimento “pilota” sulla tratta Asti-Chivasso, i cui binari vorrebbe fossero ricoperti da pannelli in gomma per trasformarla in pista ciclabile. Si tratta di una scelta politica molto forte che non trova d'accordo né le nostre organizzazioni né gran parte dei cittadini di questo territorio e del Piemonte intero e pertanto vogliamo, per l'ennesima volta, richiamare l'attenzione su alcuni sintetici motivi indispensabili per avviare una corretta discussione...

Premettiamo che non abbiamo alcuna “nostalgia” del passato e riteniamo che la mobilità odierna (e, soprattutto, quella futura) debba essere considerata il principale strumento di autentica “resilienza” per le nostre comunità, tanto che le recenti linee suggerite dall'Unione Europea con il suo Green Deal definiscono una nuova strategia per la crescita di un'economia continentale moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse, competitiva e tesa a contrastare i cambiamenti climatici e il degrado ambientale comprendendo primariamente proprio la necessità di introdurre forme di trasporto privato e pubblico più pulite, più economiche e più sane.

Da tale orientamento sta prendendo forma il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza o Recovery Fund nazionale) ed è logico e conseguente immaginare che nei prossimi mesi e anni il trasporto ferroviario (di persone e anche di merci) sarà oggetto di cospicui sostegni finanziari. E' dunque questo il momento di cogliere l'occasione per immaginare la mobilità del Piemonte e la rete ferroviaria dovrebbe e potrebbe essere il perno basilare di questa nuova visione, che avrebbe tutte le carte in regola per accedere ai contributi.

Non è questa la prospettiva dell'Assessore Gabusi, purtroppo, e ribadiamo che a nostro parere siamo di fronte a una precisa scelta politica che rischia di allontanare la vera sostenibilità dai nostri territori, in aperto contrasto con le linee europee. Le tratte locali sospese (e non dismesse, come continua a ripetere, erroneamente, l'Assessore) rappresentano una ricchezza per tutti i nostri territori: andrebbero ripristinate, dotate di orari cadenzati attrattivi, integrate con il resto del trasporto pubblico e “usate” come strumento per ridurre la mobilità veicolare individuale in ingresso nelle principali città, afflitte oggi da gravissimi problemi (sanitari) legati all'inquinamento atmosferico e alla conseguente crescita delle morti premature.  Che utilità avrebbe nel contrastare l'emergenza ambientale la loro sostituzione con una pista ciclabile artificiale per fini meramente turistici? La risposta è per noi elementare: zero.

D'altra parte fino ad oggi non si è ascoltata la voce della cittadinanza (nonostante le tante petizioni, i Protocolli d'Intesa siglati e disattesi, i dati sul flusso pendolare di tratte ferroviarie sospese malgrado registrassero numeri ben più che sufficienti per coprirne i costi di gestione, come per l'Asti-Alba) e gli stessi Sindaci del nord astigiano non paiono così granitici nell'appoggiare le miopi visioni della Regione: sempre su La Stampa (10 marzo scorso)  il Sindaco di Cocconato Umberto Fasoglio  sottolineava che «La pista ciclabile è sicuramente un’opportunità economica di ricaduta territoriale e turistica, ma ci stiamo aprendo ad alternative parallele. La mobilità su rotaia va rivalutata, ma non dimentichiamo che oggi i fondi europei da erogare puntano anche sull’ecosostenibilità».

Sarebbe utile iniziare a considerare i fondi per il trasporto pubblico locale non più soltanto come un mero costo ma come un investimento che sicuramente, in un orizzonte temporale di medio/lungo periodo, restituirebbe ritorni molto soddisfacenti soprattutto dal comparto ferroviario, che tra l’altro risulta vincente su tutti gli altri vettori in termini di costi esterni, come inquinamento – sanità – sinistri stradali, che a torto non vengono mai considerati in alcun conteggio.

Utilizziamo lo strumento dei bandi regionali per finanziare il censimento delle molte strade di campagna che con un’adeguata manutenzione e una messa in rete servirebbero davvero al transito dei cicloturisti in luoghi panoramici ed attrattivi con la possibilità di accedere al treno nelle stazioni di fondovalle.
Se gli amministratori desiderano degli esempi di gestione virtuosa e di successo, non devono guardare troppo lontano, basterebbe prendere ad esempio la Valle Venosta dove una tratta a trazione diesel, dismessa dalle Ferrovie dello Stato negli anni ’90 del secolo scorso, venne acquisita dalla provincia di Bolzano che la riattivò e con un servizio ben organizzato, con possibilità di caricare le bici al seguito, è passata da un milione di passeggeri del primo esercizio agli oltre tre dell’ultimo, tant’è che si sta provvedendo alla elettrificazione in quanto il volume di traffico non è più gestibile con la locomozione a gasolio.

Questo è il momento di progettare, di agire anche con coraggio. Non facciamoci trovare impreparati al futuro che deve essere necessariamente diverso dal passato, più sostenibile per la salute e lo stile di vita delle persone e rispettoso dell’ambiente.  

Ribadiamo la nostra disponibilità al confronto e alla collaborazione con progetti non visionari ma concreti, a beneficio di tutti.

Aggiungi commento

Invia
Altritasti Periodico on line dell'Associazione di Promozione Sociale Altritasti - via Carducci 22 - 14100 Asti - C.F. 92060280051
Registrazione: Tribunale di Asti n. 7/2011 del 28.10.2011 - Direttore Responsabile: Alessandro Mortarino