Il Piemonte riapre, ma il trasporto pubblico latita

A cura di Co.M.I.S. Piemonte (Coordinamento per la Mobilità Integrata e Sostenibile).

In questi giorni l’Assessore ai trasporti della Regione Piemonte, Marco Gabusi, in merito alle riaperture del 26 Aprile prossimo, ha dichiarato che “una delle problematiche principali della riapertura è rappresentata dal trasporto pubblico locale, che si trova nelle medesime condizioni di novembre 2020”.
Questa affermazione ci preoccupa parecchio e allo stesso tempo ci stupisce e vorremmo dire all’assessore che se la situazione non è cambiata rispetto a Novembre scorso, la responsabilità non può che essere attribuita all’amministrazione regionale ed all’Agenzia della Mobilità Piemontese in quanto soggetti preposti all’organizzazione specifica...

È ormai noto a tutti che dall’estate scorsa lo Stato ha stanziato ingenti somme per l’aumento dell’offerta e la compensazione dei mancati introiti nel settore trasporti quindi ci chiediamo in che modo siano stati utilizzati visto anche il fatto che nel recente passato abbiamo assistito ad episodi di sovraffollamento sui mezzi.
Per questi motivi siamo preoccupati in quanto il 26 Aprile si avvicina ed in vista della riapertura totale o parziale delle scuole, per cercare di contenere il diffondersi dei contagi da Covid, sarebbe necessario aumentare l’offerta del servizio che, invece, l’Assessore continua a definire come pronto sulla carta ma con evidenti criticità reali ancora tutte da risolvere.

I modelli di esercizio sarebbero dovuti essere redatti e concordati già entro settembre 2020 e replicati ad ogni occasione di allentamento delle misure di confinamento, con le dovute modifiche ove necessarie, mentre invece nulla è cambiato, come conferma l’Assessore nelle sue dichiarazioni.

Per cercare di ovviare ai colpevoli ritardi siamo a chiedere l’immediata riattivazione totale del servizio ferroviario, incomprensibilmente mantenuto all’80% della potenzialità, almeno alla situazione pre Covid, reintroducendo tutte le corse eliminate durante il 2020, compreso il tempestivo ripristino delle tratte Bra – Cavallermaggiore e Saluzzo – Savigliano che permetterebbe di recuperare dei mezzi gommati per destinarli ad altri collegamenti in quanto parallelamente chiediamo il potenziamento del servizio bus sulle reti urbane e suburbane, ove non esiste il treno, concordando con le scuole le modalità migliori per evitare affollamenti.

Ci preme evidenziare il caso della Asti – Acqui Terme sulla quale permane la riduzione drastica delle corse operata l'anno scorso: ci sono solo più 8 coppie di treni da 14 che erano in precedenza e nessun servizio al sabato, alla domenica non esistevano già prima.
Per quella linea siamo preoccupati in quanto se il servizio rimane così, quindi con calo di utenza, temiamo possa essere tra le prime ad essere sospesa del tutto in caso di nuovi tagli che aggraverebbero ulteriormente la mobilità astigiana su mezzi pubblici, già pesantemente compromessa.

Capiamo che la situazione non sia facile da gestire ma ciò che appare è una insufficiente gestione del settore trasporti e ciò non può che essere fonte di immediata azione correttiva perché un aumento dei contagi, con conseguenti nuove misure restrittive alla mobilità delle persone, sarebbe davvero gravissimo.
Ora è ancor più il momento che tutti diano il proprio contributo alla mitigazione della situazione sanitaria generale per un graduale ritorno ad una vita normale ed il traguardo è in vista.

Sollecitiamo quindi le istituzioni a mettere concretamente in campo tutte le misure urgenti e necessarie finalizzate a favorire lo spostamento in sicurezza delle persone ed al controllo della diffusione del virus.

Come in molte altre occasioni, rimaste senza risposta, ci rendiamo disponibili agli amministratori per un dialogo collaborativo al fine di organizzare al meglio il servizio di trasporto vista anche la nostra esperienza quotidiana di utilizzatori “sul campo”.

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