Il Comune di Asti vuole sbarazzarsi delle aree verdi pubbliche

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ImageAlla fine, il Consiglio comunale di Asti non ha discusso il punto 5 all’ordine del giorno della sua seduta di Martedì 31 Marzo riguardante il (clamoroso …) piano di "alienazioni" di aree verdi o destinate a servizi che l'amministrazione ha deciso di approntare, allo scopo di portare nelle sue “magre casse” (è una pura stima) circa 3 milioni di euro. Se ne riparlerà fra un mese e, dunque, abbiamo un mese di tempo per far cambiare idea all’amministrazione …

Le aree indicate, per un totale di circa 60.000 metri quadrati, sono terreni che nel passato privati hanno devoluto al Comune di Asti quale corrispettivo per procedere in opere edificatorie autorizzate; terreni comunque vincolati a servizi pubblici.
In pratica: un cittadino di Asti ha chiesto anni fa di poter costruire una villetta a Viatosto o in via Pallio (è un esempio), il Comune ha autorizzato ma in cambio ha chiesto una porzione di terreno per realizzarvi sopra un giardino pubblico o un parcheggio, anch’esso pubblico.
Oggi, con questo progetto di variante 19, il Comune decide di mettere in vendita il terreno in questione (libero da vincoli) ad un Privato che dunque potrà edificarvi - anziché il giardino pubblico o il parcheggio pubblico - una bella costruzione. Ovviamente privata ...

La proposta è decisamente inaccettabile e la Società Civile astigiana ha seguito in questi giorni e seguirà lo svolgimento intero del dibattito in corso, ricordando a tutti gli Amministratori il suo "Stop al Consumo di Territorio" !

Cos’è esattamente la variante 19 ?
Come riassumevamo prima, è una variante al piano regolatore che prevede l'alienazione di una parte del patrimonio pubblico, cioè il Bene Comune di tutti noi cittadini, caratterizzato da attuali aree verdi che verranno trasformate in aree in cui sarà possibile costruire; il Comune di Asti, poi, le metterà in vendita e farà così “cassa”, mentre le aree diventeranno oggetto di profitto per qualche privato.

In questa variante sono coinvolte diverse aree attualmente pubbliche di Viatosto, Valgera, Casabianca e aree cittadine: Asti Est, San Fedele, Don Bosco ...
In alcuni casi si intende trasformare in verde privato; come dire: un verde che prima poteva essere utilizzato da tutti ora sarebbe di esclusivo godimento da parte di un privato, come nel caso di Via Falcone (per fare un semplice esempio). In tutti gli altri casi, in parte (una minima parte) individua l'ATC e l'edilizia residenziale pubblica come acquirente e realizzatore del potenziale progetto, ma nella stragrande maggioranza dei casi è l'edilizia privata (e speculativa) ad essere identificato come il possibile nuovo “padrone” dell'area.

Insomma: uno spezzatino stimato in 3 milioni di euro per le future entrate del Comune di Asti, 60.000 metri cubi di possibile nuovo cemento ad un prezzo decisamente "a modo" per i privati; un bel piatto ricco, dunque, nonostante l'erosione del territorio ad Asti sia già stata fatta ben oltre i limiti accettabili. Nonostante per le zone di via Cavalla e via Falcone, l'unico fazzoletto di verde ancora resistente potrebbe essere “mangiato” e nonostante già gli indici di insediamento abitativo su Asti siano sovrastimati, con molte case invendute e oltre mille alloggi sfitti.
Tutto questo pare avvenire senza una pianificazione e senza uno studio del patrimonio abitativo esistente e ancora non utilizzato.
Sorprendente, inoltre, che in sede di definizione e discussione del bilancio preventivo non siano state individuate le aree “alienabili”, ma che arrivino ora ad essere definite attraverso questo “bel pacchetto”: la Variante 19 è figlia di nessuna discussione e di assente informazione alla cittadinanza ...
 
In discussione in questi giorni è, insomma, lo strumento variante, la consuetudine di spostare cubature senza pianificazione, l'erosione del territorio comunale e delle frazioni; il che si traduce in un’occasione perduta per valorizzare il verde collettivo ancora esistente, preferendogli nuova cementificazione. Tutto questo si legge nella proposta di variante, che si dice conforme a quanto previsto nella legge Finanziaria dello Stato di recente approvazione; ovviamente, il Governo nazionale suggerisce e non impone le alienazioni agli Enti locali. A farsi fautore del progetto di alienazioni è, dunque per propria scelta, l'attuale amministrazione comunale …

Un altro pezzo di Bene Comune astigiano è pronto per essere messo in vendita.
Ma a seguire i lavori in sala consiliare si sono visti semplici cittadini e membri del Movimento per lo “Stop al Consumo del Territorio”, di Cittadinanzattiva, del MeetUp-Amici di Beppe Grillo, dell’Asti Social Forum.
Una presenza apparentemente simbolica, che viene da pensare possa diventare la base per un’azione di costruttiva proposta alternativa perché, all'opposto di quanto fatto anche in questa occasione dall’amministrazione comunale, si intenderà portare il tema negli specifici quartieri, andando a discutere con i cittadini la variante in discussione. Con i cittadini che in quelle aree vivono. Per ragionare di quegli spazi (evidentemente vitali …) che hanno un valore come luogo e non come semplice teoria “economica”.

La pratica è stata ritirata e verrà probabilmente ridiscussa tra un mese. Il Movimento per lo “Stop al Consumo del Territorio” annuncia una propria riunione organizzativa (Martedì 21 Aprile, ore 20.45, in via Carducci 22/24, presso il Centro Culturale San Secondo), per definire le modalità di un programma di azioni informative direttamente nelle aree coinvolte dalle “alienazioni”. Dove, magari, gli abitanti ancora non conoscono il triste destino del “pezzo” di verde vicino alla propria casa e sulla cui testa sta per piovere altro cemento.
Nel loro giardino …