L'emergenza climatica va combattuta. Ma da chi?

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di Alessandro Mortarino.

Intervistato in diretta dal TG1, il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci sentenzia, con tono grave e piglio deciso, che le catastrofi di questi giorni e mesi (alluvioni, trombe d'aria, grandinate epocali, falcidie di alberi, roghi, siccità) sono il frutto di una crisi climatica che conosciamo da 15 anni (sic...) ma di cui fino ad oggi ci siamo disinteressati senza mettere in campo azioni di mitigazione. Ora non possiamo più voltare il viso dall'altra parte e dobbiamo affrontare un rapido cambiamento radicale e culturale, che spetta principalmente ai singoli individui. E poi a Comuni, Province, Regioni, Stato...

L'intervista si conclude qui, sintetica come neanche i futuristi marinettiani avrebbero saputo immaginare. Tanto "blitz" che l'ignaro teleutente si immagina che più che di un'intervista si tratti di uno spot e attende il messaggio promo-pubblicitario finale, del genere "sei rimasto senza tetto? puoi partecipare alla lotteria speciale e vincere una vacanza a Conselice, Vieste o Palermo". (Fortunatamente non era uno spot e niente promo...).

E ora? Dopo 15 anni (sic...) come si intende procedere? Soluzioni, idee, proposte, regole, leggi? O lasciamo al singolo cittadino il compito creativo di trovare qualche modo per contrastare un'emergenza che "fa male"? E tanto. Persino all'economia e al PIL, uniche vere passioni dei decisori pubblici che - infatti - continuano a legiferare non per aggiungere spazi verdi ma per impermeabilizzare ancora e ancora e ancora.

Fra 15 anni, dopo l'ennesima ecatombe, il ministro successore ci dirà che sono 15 anni (sic...) che sappiamo contro quale iceberg stiamo andando a cozzare senza muovere un dito?

E quanti mammut e dinosauri ci osserveranno da un paradiso ritrovato?...