Quella tangenziale di Asti che non serve agli astigiani ...

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ImageForse sarebbe stato un compito delle amministrazioni pubbliche quello di riunire i cittadini astigiani per illustrare nei dettagli l’ormai definitivo progetto della nuova tangenziale di Asti. E’ toccato, invece, al Comitato TSO farlo e mettere assieme una collezione di prime osservazioni che disegnano perfettamente la dimensione di un’opera decisamente inutile, che andrebbe fermata prima che i danni diventino irreparabili. Un Geologo, un Architetto, la Coldiretti, tutte le organizzazioni ambientaliste, i consiglieri regionali del Pd, Prc, IdV, lista per Bresso unanimi nel contestare in concreto l’inutile opera …

Se le posizioni di tutto il mondo ambientalista astigiano e piemontese erano già ben note, le parole risuonate nell’incontro pubblico dello scorso 15 Settembre da parte dei rappresentanti delle forze politiche piemontesi e della Coldiretti astigiana hanno dato spessore al fronte dei “No” e segnalato l’ingresso della vertenza nei luoghi del vero confronto, dopo mesi (anni …) di distratte discussioni. E molto importanti sono state le testimonianze tecniche di Duccio Ivo Platone e di Giovanni Currado.

Il primo ha esaminato l’intera parte del progetto collegata alle specifiche analisi geologiche, geotecniche e geognostiche: appena 12 pagine scarne, di cui appena 4 dedicate realmente ad una valutazione dei suoli che insistono sul tracciato della Tso.
Platone ha evidenziato come i carotaggi del terreno siano stati effettuati in modo “sbrigativo” seguendo una pura rilevazione a campione anziché un’approfondita esamina alle profondità progressive richieste abitualmente da questo tipo di studi. Ed ha concluso con un’affermazione che è risuonata nella sala come una sorta di “scoop”: gran parte delle pagine dell’indagine sono addirittura un semplice “copia e incolla” ricavato dal manuale on line di un software in uso ai geologi, dunque assolutamente generalista e scollegato all’opera in questione !

L’Architetto Currado, invece, ha attentamente analizzato le valutazioni che il progetto della Tso ha considerato per quanto riguarda la situazione della viabilità. Dopo aver ricordato che nessuna specifica rilevazione è stata sviluppata per monitorare l’attuale traffico in ingresso in Asti, Currado ha citato i dati ricavati dalle fonti ufficiali (Istat) e sentenziato che, nella realtà, l’opera non servirà a snellire il traffico. D’altra parte, lo stesso progetto riporta evidente una profonda contraddizione già nelle sue premesse: la Tso è infatti stata pensata “per risolvere alcuni problemi di congestione del centro storico e per migliorare la mobilità locale nella conurbazione; in altri termini il collegamento ad ovest deve servire solamente i mezzi che lo impiegano come circonvallazione per spostarsi da un capo all’altro della città, alleviando il traffico dei corsi Savona, Don Minzoni e Torino, nonché i mezzi che si immettono nelle autostrade TO-PC e AT-CN”; in altre parole, non una tangenziale con caratteristiche autostradali ma una ben più semplice strada di circonvallazione (destinata anche ad agevolare l’accesso al nuovo ospedale).
Nonostante questa affermazione preliminare, il progetto prosegue poi dicendo che “la bretella di collegamento principale non si innesta direttamente a nord nella A21, in corrispondenza dello svincolo Asti-Ovest ma si collega, tramite una rotatoria, alla S.S.10 che costituisce uno dei principali assi di penetrazione nella città e su cui a breve distanza si collocano anche le rampe di connessione al casello Asti-Ovest”: ma dov’è previsto, allora, questo “snellimento del traffico veicolare” ?

Currado ha anche voluto fare una prova empirica e poco prima dell’incontro pubblico è salito a bordo della sua auto attorno alle ore 18,30 di un giorno piovoso e in presenza di zone della città interdette al traffico (nei giorni del festival delle sagre e del Palio, per capirci …) ed ha cronometrato i suoi spostamenti in ingresso ad Asti attraverso le quattro direttrici (corso Savona, corso Torino, corso Alessandria e corso Ivrea): mediamente attorno ai 15 minuti, un tempo certamente non così insopportabile e così urgentemente da “snellire” …
Ma quanto tempo farebbe risparmiare il tracciato della Tso ad un mezzo che dovesse/volesse entrare in Asti (ad esempio diretto all’ospedale per una emergenza) ? Forse uno o due minuti di orologio (l’opera complessiva, ricordiamo avrà un costo attorno ai 400 milioni di euro !) …

Currado ha concluso il suo apprezzato intervento con la riproposizione di un ormai vecchio (ma modernissimo …) progetto teso a realmente snellire il traffico veicolare della città: il recupero delle linee ferroviarie minori in una ottica di “metropolitana leggera” che consentirebbe ai residenti della provincia di raggiungere Asti senza bisogno di essere obbligatoriamente legati all’automezzo privato. L’iniziativa sarebbe realizzabile con investimenti enormemente inferiori rispetto alla Tso …

Entro il 3 di ottobre c’è tempo per trasmettere alla Regione Piemonte le osservazioni al progetto.
Concludiamo, quindi, ricordando le 10 domande che il Comitato Tso ha nuovamente formulato a tutti gli amministratori pubblici coinvolti nell’opera (e che, naturalmente, attendono – prima o poi – una gradita risposta):

1) Non essendo stato effettuato alcuno studio né rilevazione della viabilità attuale, come prevedere quale sarà il traffico sulla Tso e quanta la reale diminuzione sui corsi Savona, Torino e sul traffico urbano ?

2) Come verrà giustificata la distruzione del paesaggio e del territorio nell’ottica del riconoscimento UNESCO delle nostre colline ? La Tso potrebbe compromettere la candidatura stessa?

3) Come  verrebbero gestiti gli 8 anni di cantiere e il conseguente stravolgimento della viabilità urbana ?

4) Come mai l’ospedale , pur di recentissima edificazione, è stato costruito senza opportune riflessioni sulle relative esigenze viarie ? Quanto la TSO migliorerà l’accesso all’Ospedale ? Quanti utenti dell’ospedale utilizzerebbero la TSO, data anche la prossima costruzione di un nuovo ospedale nel sud astigiano ? E quanto tempo risparmierebbero ? Non sarebbe sufficiente la costruzione della sola bretella di collegamento con il casello Asti-Ovest, come richiesto dall’Asl ?

5) Chi si accollerà le spese della sanzione che verrà certamente inflitta dall’Europa all’Italia per aver intaccato con la Tangenziale il SIC degli Stagni di Belangero ?

6) Quale sarà l’impatto del progetto sull’agricoltura astigiana, visto che verranno fortemente intaccate le ultime aeree agricole della città e alcune importanti imprese agricole della zona ?

7) Perché non vengono prese in considerazione eventuali soluzioni alternative (di alcune esistono già progetti e studi, si pensi alla cosiddetta strada “Lungo Borbore”), meno impattanti e più economiche?

8) Chi paga la Tangenziale, con quali soldi e con quali conseguenze per le tasche dei cittadini ?

9) I 400 milioni di euro previsti potrebbero essere spesi in altro modo, magari per risolvere emergenze ben più impellenti (manutenzione strade, pulizia fossi e alvei fluviali, edilizia scolastica, messa in sicurezza strutture pubbliche, frane, smottamenti) ?

10) Credete davvero la tangenziale  l’opera più “strategica” per lo sviluppo dell’Astigiano ?