di Alessandro Mortarino.
Chi vive lontano dai centri urbani conosce bene la sensazione del godere di spazi naturali, di paesaggi, di silenzi e ritmi che connettono l'uomo all'ambiente. Che si sia nati in un luogo simile oppure che si sia scelto di trasformarlo nel proprio habitat, da un po' di tempo la "folle progressione dell'incontinenza antropica" (traduco: le continue speculazioni del/sul territorio) hanno creato una nuova forma di angoscia e di autentico disagio sociale denominato "solastalgia": la nostalgia di casa che si prova quando si è ancora a casa. Cioè l'effetto della perdita di una parte significativa del proprio ambiente di vita a causa di un intervento rilevante da parte dell'homo oeconomicus. Ferite insanabili a superfici naturali causate da nuove edificazioni, "parchi" per la produzione di energia rinnovabile, infrastrutture viarie, impianti per le telecomunicazioni. Come in questo caso, in quel di Refrancore, in strada Jori...
Leggi tutto: La tutela della salute viene prima o dopo lo sviluppo delle telecomunicazioni?