Bilanci familiari e bilanci di giustizia ...

ImageIl “panico da quarta settimana” che, da tempo, affligge numeri sempre più cospicui di nuclei familiari italiani, continua ad essere uno dei crucci più basilari del nostro stare sociale. Il potere d’acquisto dei salari è calato, cala, calerà e le risposte che la politica e le imprese riescono a fornire paiono labili e incompatibili con l’urgenza. Ma la “nuova povertà” è, anche, il sintomo di un modello di vita dispendioso e basato su consumi spesso effimeri e contrari ad altri nostri simili, tanto che molti (individui e gruppi) si stanno interrogando sulle risposte possibili. Tutte basate sull’idea che “comprare è un po’ come votare” … E, dunque, che consumare in modo consapevole e critico rappresenta un nuovo modo di fare politica. Ogni giorno …

AltritAsti ha già raccontato molte esperienze di pratiche quotidiane replicabili per ri-definire il nostro corretto rapporto tra Natura e Uomo, tra armonia e benessere. Questa volta, ci piace raccontarvi un metodo per contabilizzare il nostro quotidiano modello di vita.
Un modello che ciascuna famiglia può iniziare ad utilizzare anche senza aderire al ben più organizzato progetto che stiamo per raccontarvi, attraverso un primo “spiccio” approccio alla consapevolezza individuale e famigliare.

Innanzitutto: quanti di noi sono abituati a registrare in un quaderno le loro spese famigliari giornaliere ?
No, non vogliamo trasformarvi in “ragionieri doc”. Ma, per esperienza personale, ci siamo accorti che annotando meticolosamente tutte le nostre spese e i relativi centri di costo, è poi facile scoprire (alla fine del mese, della stagione e/o dell’anno) che molte delle nostre “spesucce” sono, in realtà, assolutamente non utili né essenziali e facilmente sostituibili o eliminabili senza patimento alcuno.
Riflettendo sui consuntivi finali, insomma, si impara a ragionare sul nostro modo di essere e di consumare.
La sensibilità e l’intelligenza, a quel punto, entreranno in gioco per guidare le nostre virtù nascoste.
Nella mia famiglia, ad esempio, ho adottato questo semplice metodo (inizialmente un po’ “fastidioso” ma, man mano che il tempo passa sempre più utile ed automatico) e mi sono accorto di parecchie cose estremamente interessanti: che il mantenimento delle due automobili di famiglia (“essenziali” per chi vive tra le colline) assorbe quasi un terzo delle nostre spese complessive (sic ! …), che farsi il pane in casa costa meno e fa bene alla salute ed al morale, che il cibo locale costa meno di quello di lunga percorrenza …
Un modo ancor più organizzato è questo. "QUANDO L'ECONOMIA UCCIDE BISOGNA CAMBIARE!". Con questo slogan i "Beati i Costruttori di Pace", in occasione del quinto raduno del movimento tenutosi a Verona il 19 settembre 1993, lanciarono la campagna "Bilanci di Giustizia" rivolta alle famiglie, intese proprio come soggetto micro-economico.

Cosa si prefigge la campagna ? In sintesi, l’obiettivo delle famiglie è modificare secondo giustizia la struttura dei propri consumi e l’utilizzo dei propri risparmi, cioè l’economia quotidiana.
Parlare di "giustizia" è impegnativo, perché suppone un orizzonte etico condiviso, in buona parte ancora da costruire, ma la sfida è proprio quella di combattere l’invadenza e lo strapotere della "razionalità economica" a partire dal carrello del supermercato e dallo sportello di una banca.
Da qui l’adesione convinta al consumo critico e alla finanza alternativa (MAG e Banca Etica) a favore di uno sviluppo che risulti sostenibile per i poveri del pianeta, per il pianeta stesso e - perché no - anche per noi.

Ciò che però contraddistingue Bilanci di Giustizia è l’idea che questi obiettivi si possano realizzare efficacemente solo insieme, in modo organizzato, mediante una comunicazione costante e un’azione comune. Lo strumento ideato sia per "auto-misurare" il proprio impegno che per socializzarlo nel movimento e all’esterno, in funzione politica, è quello del bilancio familiare; dove si rendono visibili e si quantificano i cambiamenti effettuati nelle scelte economiche.
Lo “strumento” è una scheda nella quale vengono considerate le voci di spesa mensile: alimentari, abbigliamento, trasporti, casa, tempo libero, investimenti etici sono solo alcuni dei capitoli che la compongono. Con una particolarità: per ogni voce di spesa ci sono due colonne, una riservata ai "consumi usuali" ed una a quelli "spostati" (cioè seguendo criteri di giustizia, eticità e sostenibilità).
Come iniziare? La scheda si può scaricare dal sito http://www.bilancidigiustizia.it/index.php?name=Downloads&req=getit&lid=57, nel quale trovate anche le altre informazioni relative alla campagna.

Le famiglie dei Bilanci si ritrovano in gruppi per confrontarsi, condividere, crescere: contattate quelle a voi più vicine (tranquilli, ce ne sono in tutta Italia !) consultando il sito o richiedendo l'indirizzario alla segreteria.
Dopodiché, armatevi di "matitone" (come il logo della campagna ci ricorda) e di buona volontà... ed infine spedite le schede mensili del vostro gruppo al coordinamento nazionale (c/o MAG Venezia, c.so Trieste 82/c, 30175 VE-Marghera oppure Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).

L'obiettivo è la riduzione dei consumi e un utilizzo il più possibile etico del proprio denaro. Senza tralasciare di "liberare" parte del tempo per lo svago e per le relazioni con gli altri.
Il consumo critico parte dal cibo. Si cerca di consumare frutta e verdura di stagione e non importata, per esempio, perché questo riduce il trasporto e quindi l'inquinamento. Ancora meglio se si tratta di prodotti biologici. Un occhio di riguardo per gli alimentari del commercio equo e solidale (tra l'altro caffè, tè, zucchero), che permettono una vita migliore a chi li produce nel Sud del mondo perché vengono pagati un prezzo superiore a quello di mercato.

Banditi i prodotti delle multinazionali, mentre si privilegiano quelli dei produttori locali.
Le regole alimentari vengono applicate a tutti gli ambiti della vita quotidiana, dall'abbigliamento ai prodotti per la casa. Così anche per i trasporti, che sono però la cosa più difficile da "spostare" perché a volte l'automobile è proprio indispensabile. È vero, però, che il 60% dei bilancisti usa la bicicletta come secondo mezzo di trasporto.
Molti tentano poi la strada dell'autoproduzione. Perché ridurre i consumi significa diminuire gli sprechi e auto produrre porta a concentrarsi solo su quello di cui si ha davvero bisogno. Così in casa nascono vestiti e detersivi a basso impatto ambientale, il dado vegetale per il brodo e il pane.

Ridurre i consumi vuol dire vita più sobria, ma anche risparmio economico. Sono dati importanti: nel 2000, le famiglie bilanciste hanno speso in media il 40% in meno rispetto alla famiglia italiana presa come campione dall'Istat (l'Istituto nazionale di statistica). E in alcuni settori - gli alimentari, l'abbigliamento, la salute e i trasporti - la riduzione arriva addirittura al 50%.
I soldi risparmiati non vanno a ingrassare i conti in banca o a imbottire materassi. Molte famiglie decidono di investirli in modo etico. Nel 2000, oltre 490 milioni di lire sono stati depositati in Banca Etica oppure usati per adozioni a distanza o in progetti di organizzazioni non governative e missionarie nei paesi poveri.
Grande successo proprio per il settore degli "investimenti solidali" che ha avuto un incremento del 43.5% rispetto al 1999, raggiungendo i 96 milioni di lire.
Questo significa che le famiglie di Bilanci di Giustizia hanno a cuore il Sud del mondo. E che devolvere i propri risparmi a progetti di questo tipo è un primo tentativo di redistribuire le risorse del pianeta. E tutto questo aiuta anche a vivere meglio.

Adesso, per capire meglio, non resta che provare. Fissatevi un obiettivo per il prossimo mese, allora, e iniziate a conservare gli scontrini ...

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