La Finanza Etica con lo "Stop al Consumo di Territorio"

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ImageLe adesioni al manifesto della nostra campagna nazionale si stanno moltiplicando, i primi tre incontri/assemblee pubbliche (Cassinetta di Lugagnano, Asti, Alba) hanno registrato il tutto esaurito in sala, questa settimana si parte anche in Toscana ed Emilia Romagna.
Ma non basta: sempre più, i contenuti della nostra proposta escono dal loro confine specifico e si trasformano in un tassello del più ampio mosaico che raffigura un nuovo possibile modello di società, di altra economia, di condivisione.
In questi giorni registriamo anche l'adesione di Francesco Gesualdi (sostenitore della “sobrietà” e stimolatore della ricerca di un consumo critico e consapevole attraverso le iniziative del  Centro Nuovo Modello di Sviluppo) e della Fondazione Culturale Responsabilità Etica promossa da Banca Etica, che così spiega le sue motivazioni ...

 

Alla Campagna Nazionale STOP AL CONSUMO DI TERRITORIO

Cari amici,

nella riunione del 23 gennaio il Consiglio di Indirizzo della Fondazione Culturale Responsabilità Etica ( gruppo Banca Popolare Etica) ha preso in esame la proposta di adesione alla vostra campagna.
Durante la discussione sono state evidenziate alcune delle maggiori negatività che il fenomeno del consumo di territorio ha sul nostro paese, ma in genere su tutto il pianeta, in quanto una delle forme più diffuse di “sviluppo” dell’economia mondiale.
Condividiamo i risultati che diversi studi hanno evidenziato sull’impatto che l’attuale tendenza ha sul paesaggio, sull’ambiente e sul sociale, in tutti questi settori le attività dell’uomo stanno modificando in peggio i livelli di vivibilità degli esseri viventi e la sostenibilità complessiva del sistema.

Come operatori nel campo della finanza etica ci siamo soffermati particolarmente sugli aspetti economici del fenomeno che evidentemente non solo non sono marginali ma al contrario sono determinanti per le scelte che riguardano gli interventi sul territorio.
Gli amministratori pubblici oltre ad avere l’esigenza di accontentare amici lobbysti hanno la necessità di recuperare risorse ad una finanza locale messa in difficoltà dalle decisioni del Governo centrale.
Dopo l’abolizione dell’ICI è in aumento la tendenza, già eccessiva in precedenza, di sprecare il patrimonio di superfici comuni a beneficio di interessi privati solo per attingere agli oneri di urbanizzazione per sanare i bilanci delle amministrazioni.
A tale scopo si arriva a bluffare sul fabbisogno abitativo effettivo e ci si rifiuta di censire immobili sfitti, inutilizzati o ristrutturabili che si potrebbero vantaggiosamente reimmettere sul mercato in alternativa al nuovo tramite un adeguato sistema di incentivi/disincentivi.

L’imposizione alle famiglie di case di nuova costruzione ed il mancato inserimento sul mercato di abitazioni a basso costo ha effetti economici pesanti sui bilanci familiari e, senza arrivare alle situazioni statunitensi di utilizzo dei mutuicasa per operazioni finanziarie speculative, anche da noi ha provocato molti casi di indebitamento insostenibile causa l’innalzamento dei tassi di interesse.
Un modello basato su edilizia e infrastrutture consente poi facili arricchimenti con lo sfruttamento delle risorse ambientali (cementifici, cave, materie prime, il terreno stesso) che come sappiamo non sono rinnovabili, provocando per di più una riduzione sempre maggiore dello spazio dedicato all’agricoltura, settore che invece dovrebbe riprendere il suo posto irrinunciabile nell’economia sana di una nazione.
Consideriamo ancora l’aspetto speculativo, in aggiunta a quello ecologico, riguardante l’uso di territorio per lo smaltimento di ogni tipo di rifiuto, là dove il settore delle costruzioni è uno dei più grossi inquinatori e produttori di scarti da discarica.

Il tutto spesso gestito da settori dell’economia vicini alla criminalità organizzata, in funzione di riciclaggio di denaro proveniente da fonti illecite, fino a giungere ad una forma di controllo politico su amministratori e imprese, con un sistema di appalti e sub-appalti che sfugge ad ogni regola di gestione del territorio e di applicazione dei diritti dei lavoratori.

In base alle considerazioni di cui sopra ed alla condivisione piena dei principi e degli scopi del vostro movimento di opinione, il Consiglio di Indirizzo della Fondazione Culturale Responsabilità Etica ha deciso di aderire alla campagna “Stop al consumo di territorio”.

Come primo atto pratico conseguente all’adesione propone una presenza dei promotori della campagna alla prossima edizione di “Terra Futura” che si terrà a Firenze dal 29 al 31 maggio, con modalità da definirsi in seguito.

Cogliamo l’occasione per formulare i migliori auguri per la riuscita della campagna e per salutarvi cordialmente.

Ugo Biggeri, Presidente

Firenze, 12 Febbraio 2009