Piccioni ...

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di Mario Malandrone.
ImageC’era un accordo preciso tra la Locomotiva SpA e Reginaldo, il capo indiscusso dell’area sud della città delle uve.
Reginaldo, quando l’aveva sottoscritto, non poteva credere ai suoi occhi; inizialmente pensava di poter convincere il signor Catanesi: aveva volato così a lungo per raggiungere Roma che, si diceva tra sé e sé, “finirò per diventare una rondine”.
Aveva aspettato che Catanesi aprisse la finestra per fare un'improvvisata, ma non credeva proprio che un uomo cosi’ importante lo avrebbe ricevuto, la sua esperienza di piccione lo aveva reso diffidente delle persone, sempre cosi’ avverse, tranne la vecchietta del parco sul fiume e la sua vecchia padrona di casa, Anna Gabbiani, che spesso gli portavano cibo. Tutti gli umani, spesso, si dimostravano ostili ed insensibili ...

Invece Catanesi lo aveva quasi accolto; oddio ... “un uomo in quella posizione” - penso’ Reginaldo - “non poteva certo farmi un inchino”; ma quando Reginaldo si trovo’ di fronte a Catanesi si accorse che stava leggendo un atto di proprietà dello stabile che Reginaldo e la sua banda avevano occupato, appoggiato alla finestra ascoltava ciò che Catanesi stava comunicando all’addetto Massimo Locomotore, diceva proprio cosi’: "abbiamo ricevuto offerte da privati ? Abbiamo offerte di Enti ? Bene: allora servirà per consolidare il patrimonio, ci vadano pure i piccioni ?".

A Reginaldo non sembrava vero, anche a lui un po’ in effetti sembrava assurdo che gli uomini avessero concesso un cosi’ grande spazio alla sua banda, ma dopo l’ultima sconfitta all’interno dello stormo dell’Est, aveva perso gran parte del suo potere in città, ora questa incoronazione da un umano gli sembrava - per quanto assurda - una benedizione.

Pensava, tra sé e sé, “che strani gli uomini” ... quando era capo indiscusso dello stormo dell’est, spesso aveva assistito a drammatiche scene di donne in lacrime e uomini che venivano cacciati dal loro nido.

Ovviamente, non sempre nel suo cuore di piccione si era disinteressato della questione, anche perché Anna Gabbiani era una signora intelligente, anziana e non sembrava ricca; ogni mese, quando usciva da un ufficio, passava dal negozio di semi e gli portava da mangiare.

Sembrava avesse una simpatia per Reginaldo o, meglio, lui credeva cosi’. Reginaldo creava il vuoto intorno a se, solo le sue amate potevano accedere al tesoro di Anna.

Ma da qualche tempo, la vedeva triste … passava davanti al negozio e non comprava più semi, guardava la vetrina e tirava dritta; poi, un giorno, arrivarono dei signori che la fecero uscire di casa.

Reginaldo pensò che aveva perso il cibo e questo gli creò non pochi problemi; in più Doctor, il piccione che abitava con la sua banda a due passi dai giardini pubblici, stava incredibilmente attirando frotte di piccioni e si era alleato con Baby, il leader della zona ovest.

Anche Baby e la sua banda stavano in un posto interessante, vicino ai giardini della maternità; da un po’ di anni, ormai, quegli stabili erano stati abbandonati dagli uomini e così l’esercito di Baby e Doctor si era ingigantito.

Reginaldo aveva sempre detto ai suoi che era uno sbaglio fare come Baby e Doctor, perché non era giusto prendere possesso interamente di uno stabile.

Il primo nucleo che Reginaldo aveva perso era guidato da suo figlio, Ali di Ferro, che con i suoi amici aveva preso possesso di un edificio delle Ferrovie.

La sempre minore disponibilità della solidarietà degli uomini e lo sconfinamento di Doctor e Baby avevano messo in discussione la saggezza di Reginaldo, un piccolo golpe ... e ad Est futuro non ce ne era più, cosi’ Reginaldo perse tutto il suo potere.

Ali di Ferro e lui, allora, stabilirono la propria dimora nel vecchio Ferro Hotel, Reginaldo fu di nuovo eletto re di quella colonia.

Alcune cose, però, non riusciva a capirle: non comprendeva perché gli uomini non riuscissero a convivere con loro, non condivideva l’occupazione di uno stabile completa, pensava spesso ad Anna e al fatto che ultimamente la vedeva vagare per la città.

Ormai pero’ era vecchio e non poteva certo mettersi a raccontare questi sentimenti troppo solidali con gli uomini.

Comunque, ormai sembrava sicuro: gli uomini gli avevano ceduto tutto lo stabile, davvero non capiva come potessero essere cosi’ incuranti, “un tempo potevamo accontentarci di un tetto ...” pensava tra sé e sé - Ma forse i tempi sono cambiati” gli diceva spesso Ali “Non vedi quante gru ? Costruiscono le loro case e lasciano vuote case per noi ... stanno lasciando molti spazi a noi, forse quell’attentato alla Giunta per avere spazi … ricordi ?”.

Reginaldo ricordava bene, gli era sembrata all’epoca una provocazione; avevano bombardato - come solo i piccioni sanno fare - l’assessore competente (si chiamava Rondine o, forse Quaglia ?) e, per non correre il rischio di farsi dimenticare, anche il Sindaco Dr. Voliamo; da allora il cielo, in effetti, si era infittito di Gru.

Reginaldo era contro la violenza e non lo convinceva del tutto quell’iniziativa di Ali; e, poi, si domandava perché Anna Gabbiani, nonostante tutte quelle gru, non avesse più una casa.

Lui pensava: “sono vecchio; se Anna avesse di nuovo una casa, magari una di quelle villette a schiera nuove di zecca, io ci potrei passare la mia vecchiaia ...”.

Hai ragione “ rispondeva a Ali, “però ….

C’era sempre un “però” nelle parole di Reginaldo ... “Come mangiate voi giovani ? Tutte quelle villette … Tu non sai che bello che era mangiare grano e, a volte, togliersi lo sfizio della frutta …ora ci toccano i rifiuti ! Sarà, ma a me quelle gru non piacciono per nulla”.

Dal suo viaggio da Catanesi, lo stabile si era riempito; a Reginaldo un pò dava fastidio la prepotenza di Ali di Ferro e poi pure una scritta sullo stabile Ferro Hotel ... più volte Ali aveva parlato di fissare tasse agli occupanti e, come se non bastasse, una notte Ali di Ferro aveva rotto un vetro e da allora il guano si era accumulato.

Reginaldo continuava a pensare che, forse, stavano ballando su una specie di Titanic: troppo potere e troppo disinteresse degli umani; e poi non gli sembrava che gli umani se la passassero particolarmente bene.

In fondo, Reginaldo si sarebbe accontentato di poter abitare sottotetto e sul tetto; per la sua colonia sarebbe stato sufficiente e, magari, avrebbero potuto vivere nello stabile di Anna e della signora del Fiume, così avrebbero avuto frutta e semi in abbondanza.

Ma Catanesi fu perentorio: “che ci frega di usare gli stabili ? ci vadano pure i piccioni ...”.

Il dr Catanesi, Papà, deve essere una brava persona” diceva Ali’ “sai, ho parlato con lo Stormo della Magliana ...”.

Reginaldo non era d’accordo su quelle frequentazioni.

Mi hanno promesso che faranno una scorta personale a Catanesi, nessun piccione deve permettersi di colpirlo …”.

Avevano pure appeso un poster del Dr. Catanesi; Reginaldo appoggiato al cornicione del bar con Ali di Ferro, leggeva “FERROVIE: DEBITO DI 1 MILIARDO e TRECENTO MILIONI, CATANESI LASCIA, 5 Millioni di buonuscita”.

Tutti e due erano preoccupati, ma Ali Di Ferro disse: “Vedi a far del bene ... comunque era uno in gamba se gli danno così tanti soldi, vuol dire che ha lavorato al meglio”.

Reginaldo non era convinto, gli prudeva il becco e disse: “Sì, il Dr. Catanesi è stato dalla nostra parte, ma tutti quei debiti …non è che adesso ci chiederanno un affitto ?”.

Era pomeriggio all’orizzonte degli umani, oddio ... qualcuno con la cresta, tanto che Berta - la moglie di Reginaldo - inizio a urlare “i galli” ..

Reginaldo non era preoccupato, sapeva che quel giorno sarebbe arrivato, prima o poi ... e pensò: “speriamo ci sia Anna”.

Ali di Ferro mise in subbuglio tutta la colonia e dichiarò di sganciare scariche di guano, Reginaldo si oppose e disse “No ! Mi sembrano noi, voglio prima capire e poi, forse, potremmo trovare un accordo”.

I ragazzi appesero striscioni, arrivò la Polizia e a Reginaldo parve interessante quella situazione.

Stava ad ascoltare e portò anche Ali di Ferro (rimasto in minoranza nella colonia), i ragazzi denunciavano mancanza di spazi.

Ali di ferro obiettava “e le gru ?”. Mancanze di casa.


Ali di Ferro obiettava “e le gru?”. Reginaldo ripensava ad Anna.

Allora Reginaldo pensò a voce alta: “le gru? Non mi sono mai piaciute, non erano là per lasciare spazio a noi, erano là per i soldi ...”.

Tutto fu più chiaro nella mente di Reginaldo, anche l’incontro con Catanesi.

Mi sembrano ragazzi in gamba, stanno pulendo tutto e forse potremmo accordarci per il tetto; e poi porteranno cibo e gente, mi mancano gli umani, e magari daranno un posto da dormire a 25 Anne, cosa che le gru non fanno. Sai, ho visto molte persone come lei in città e mi pare che le nuove villette degli umani non le vogliano proprio accogliere, poi ... chissà ... ho sentito anche parlare di difesa dell'ambiente da quei ragazzi, non fosse mai che non possano rinascere anche campi di grano e frutteti a un battito d'ali da noi ...”.