Anta e Ribanta ... all'italiana

di Massimo Mortarino.
Image'Anta e Ribanta' è un’espressione gergale comunemente usata, da qualche decennio, per definire quelle finestre che possono aprirsi normalmente oppure ribaltare parzialmente all’interno aprendosi solo verso l’alto.
Chissà perché, mi è venuta in mente proprio ieri sera, ascoltando al telegiornale l’ennesimo commento sul “lodo Alfano”, la proposta di legge (ora al vaglio della Corte Costituzionale), avanzata dall’omonimo attuale ministro della Giustizia, che renderebbe “immuni” le quattro massime cariche dello Stato da procedimenti legali nei loro confronti. Siamo tornati alla “rissa” politica (mentre La Russa gioca finalmente ai soldatini e la Rossa-Brambilla sembra in piena depressione post-trombo, in senso ministeriale …), piena, totale, sanguigna. Una splendida “anta e ribanta”, dove uno spalanca e l’altro ribalta, quello chiude e quell’altro spalanca: uno spietato combattimento nel quale gli unici sicuri sconfitti sono i cittadini e i loro diritti, speranze, valori …

Da buon “sempliciotto qualunquista” non posso non stupirmi dell’assenza di un bel gesto da parte del nostro Presidente della Repubblica, che potrebbe sopire immediatamente ogni polemica sul “lodo” ufficializzando la sua rinuncia all’immunità! Un gesto forte ma, direi, più che naturale per chi si ritiene pulito, per chi non ha paura di essere accusato di alcunché.
Già, ma la ragion di stato dove la mettiamo ? Un simile gesto (che per un qualunquista dovrebbe avere come logico seguito l’immediata analoga rinuncia da parte degli altri tre interessati al provvedimento) suonerebbe da critica al Governo, al premier in particolare, che in questo momento sta risanando l’Italia e necessita della massima tranquillità, senza “che ci si metta anche il Presidente della Repubblica a fare casino …” !
Andiamo avanti così, in altalena, guardando i politici (quasi tutti) di ogni colore che trattano i nostri valori come se fossero palline da ping-pong. Anzi, per la verità sembra che neppure perdiamo troppo tempo a guardare ciò che fanno, come dimostrano i risultati di un recente sondaggio d’opinione relativo proprio al “lodo Alfano”: il 25% degli intervistati non sapeva assolutamente di che si trattasse, mentre il 50% ha dichiarato di averne sentito parlare solo dopo che l’intervistatore ne aveva riassunto le principali caratteristiche… Ne deduco che almeno metà degli italiani non segue un TG, non legge le prime pagine dei giornali, non discute di cose serie con gli altri… 
 
Siamo una società allo sbando, non solo apparentemente ma sostanzialmente, e non soltanto per la crisi, i dissesti nei mercati finanziari, gli scandali di ogni tipo. Per l’atteggiamento generale delle persone, che si arrabbiano, protestano, ma solo quando le cose precipitano e il singolo si vede sull’orlo del baratro (mors tua vita mea…) oppure quando qualcuno dall’alto ci impone di fare la voce grossa relativamente a un singolo problema, facendone passare in second’ordine molti altri, spesso ben più pressanti e prioritari.

Un atteggiamento autodistruttivo, come citava il prof. Umberto Galimberti, qualche giorno fa a Torino, durante uno dei tanti incontri di “Torino Spiritualità” (manifestazione che consiglio caldamente a tutte le “anime in pena” come il sottoscritto: non si tratta di un evento per credenti, niente paura…) il cui tema, quest’anno, era la “speranza”: come si può sperare nel futuro con una società che rinuncia all’apporto dei giovani, lo strumento più potente sul quale ogni società possa e debba puntare …?
I giovani dai 15 ai 30 anni rappresentano il massimo della potenza intellettuale, oltre che fisica: i matematici, a quell’età, scrivono teoremi mentre, dopo i 30 anni, iniziano la loro parabola discendente e vanno a fare gli insegnanti.
Una società dominata dai politici …? No, perché a livello decisionale la politica è subordinata all’economia e questa, a sua volta, alla tecnica: intendendo per “tecnica” qualcosa che ha sostituito l’ambiente in cui viviamo, non quello strumento di cui l’uomo pensa erroneamente di detenere le chiavi …

Sempre nella stessa manifestazione è intervenuto anche Gherardo Colombo, ex magistrato del pool “Mani Pulite”, il quale ha indicato il motivo per cui quella bella avventura sia terminata: non tanto a causa dei trasferimenti strategici ordinati dai politici, quanto per la mancanza improvvisa del sostegno, della collaborazione da parte dei comuni cittadini. Ciò è avvenuto quando il pool mise in luce progressivamente le radici degli scandali sui quali indagava, estremamente ramificate, che non riguardavano solo nomi eccellenti ma anche fasce sociali sempre meno eccellenti. Così la reazione dei cittadini passò gradualmente dalla esaltazione collaborativa alla preoccupazione per un eventuale coinvolgimento personale (hanno beccato il funzionario statale corrotto, mica vorranno venire anche da me …?!) con il conseguente calo di interesse, la chiusura dei “rubinetti” delle informazioni passate ai magistrati e la rapida fine del “gioco”.

Insomma, siamo apatici, disinformati (nell’era dei mezzi d’informazione) e certamente ben lungi dal tentare di ribellarci come, ad esempio, accadde una quarantina di anni fa.
Ma allora c’erano i giovani a tirare la volata…

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