Dittatura mediatica e tecnologica

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di Sergio Motolese.

Il Covid-19 non genera solo sintomi individuali in chi lo contrae ma anche sintomi sociali i quali, dopo una fase di incubazione abbastanza breve, sono ora chiaramente conclamati. Di una sempre più evidente dittatura sanitaria ho già trattato in questa sede, ed essa traina le altre due: il pensiero unico, da un lato, e il predominio incontrastato della tecnologia sull'uomo, dall'altro. Il combinato disposto di questi tre “sintomi”, di queste tre dittature, rende la malattia dell'organismo sociale altrettanto grave al pari di quella individuale...

Per consolidare il linguaggio di guerra, tra le quaranta (40!) task force, governative e regionali, costituite nel nostro paese, la più inquietante è senza dubbio quella che dovrebbe scovare e debellare le cosiddette notizie false, dette fake news, perché in inglese suonano meglio. Una sorta di Ministero della Verità. Sull'altro versante la tracciatura “anonima” di spostamenti di malati, guariti e infetti viene dichiarata essenziale, sempre per la nostra tutela, e i droni sorvolano silenti e leggeri i nostri cieli quali uccelli rapaci di informazioni.

Intanto assistiamo a continue statistiche con dati non contestualizzati e dichiarazioni inaudite: una da parte della Presidente della Commissione Europea, di quarantena sine die per anziani; e un'altra, da parte di un rappresentante dell'OMS, di prelevamenti forzosi degli “infetti” addirittura dalle case nelle quali sono segregati.

Il solo fatto di porre obiezioni di merito a tutto ciò genera immediatamente accuse di complottismo, parola magica per mettere a tacere e soprattutto delegittimare qualunque voce dissonante, mentre si fanno inviti a fidarsi dei “giornalisti professionisti”.

Una tecnica molto usata consiste nel confezionare trasmissioni televisive e radiofoniche, da parte di “professionisti”, in cui si parla di un argomento invitando solo chi non lo conosce, non lo pratica ma lo critica; tipico il caso di trasmissioni con ripetuti attacchi all'omeopatia, usata da milioni di persone nel mondo. Altro metodo è quello di accomunare chi porta argomenti di discussione con malversatori, ciarlatani, cartomanti e simili; tra i più citati i cosiddetti “terrapiattisti”. Anziché rispondere con argomenti si punta alla confusione e alla derisione.

Il meccanismo che, a mio parere, occorre stanare e portare allo scoperto è la categoria di pensiero duale, che consiste nel tentativo di costringere chi sostiene tesi non omogenee a quelle ufficiali a schierarsi “contro”, tentativo che spesso riesce, visto che il talk show, inteso come mezzo di confronto nella vita comune, anche al di fuori delle trasmissioni, si è sempre più sostituito ad un argomentare con pensieri e dimostrazioni, a ragionamenti che tendono ad ampliare concetti, non a distruggerne altri; un modo, per così dire, socratico di procedere, nel quale l'arroganza dei potenti, di chi dichiara la Verità Unica dogmatica, viene annichilita man mano che il dialogo procede.

Il caso tipico, attualissimo, è quello di voler a tutti i costi catalogare come no-vax medici, scienziati e chiunque cerchi di immettere argomenti che al riguardo vengono taciuti, minimizzati o sottovalutati. E' a dir poco sconcertante il fatto che Sileri, vice Ministro della salute, abbia  dichiarato, proprio mentre scrivo, che il vaccino per il coronavirus, che non esiste ancora e di cui gli stessi ricercatori non esprimono certezze, sarà senza dubbio reso obbligatorio per legge: a prescindere, direbbe Totò.  

Sull'altro versante, sulla tecnologia 5G, di cui più di duecento (200!) scienziati hanno chiesto la moratoria sino a che non sia chiarita la sua innocuità alla salute, si ode un assordante silenzio dei “professionisti” dell'informazione, e del Ministro della salute, per cui chi ne dovesse parlare è certamente un complottista.

Il silenzio da un lato, e il pensiero unico a reti e rotative unificate dall'altro, su questi due problemi è pressoché totale (ed è uno dei tanti esempi) poiché la potenza economica delle multinazionali farmaceutiche, alimentari e tecnologiche è tale che esse sono in grado di condizionare l'informazione attraverso il ricatto della pubblicità, e i Governi stessi, più interessati a condividerne interessi e mezzi di controllo che tutelare i cittadini da costoro.

Come sfuggire a questa tenaglia, a questo inganno? Anzitutto nel riuscire a trasformare ogni tentativo di scontro tra due tesi opposte in un pensiero ternario, che sfugga allo scontro. Ad esempio, chi reclama e pratica libertà di scelta terapeutica supera il dilemma di essere pro o contro  perché rivendica la scelta libera caso per caso, non ideologica, e comunque non imposta da una qualsivoglia autorità esterna, sia essa politica, tecnologica, mediatica o sanitaria. Un trattamento sanitario obbligatorio ricorda orrori del secolo scorso.

Mettere in discussione il 5G non significa essere “contro” la tecnologia, ma pretendere il rispetto e la preminenza della salute sugli interessi economici. Come si concilia il fatto di pretendere di occuparsi della mia salute con un vaccino obbligatorio per legge, mentre la si disattende vergognosamente rischiando di farmi ammalare con una tecnologia non sicura?

Infine, anche il termine contro-informazione dovrebbe essere sostituito da “informazione libera”, per superare steccati ideologici ormai non più confacenti. Il XXI secolo pone sfide tali al pensiero umano che restare liberi di pensare, nell'era della intelligenza artificiale, del pensiero unico, dello scientismo dogmatico, non è una condizione naturale data una volta per tutte; essa dovrà essere continuamente conquistata, mantenuta e riconquistata attraverso scelte e azioni consapevoli.