Abbiamo bisogno di una informazione di qualità

Cittadinanzattiva Piemonte, con una lettera a firma del segretario regionale Alessio Terzi, si è rivolta al Presidente e all'Assessore alla Sanità della Regione Piemonte per sottolineare la necessità di una informazione di qualità per garantire i cittadini.
Nella lettera si fa riferimento anche alla possibilità che esponenti della cittadinanza attiva possano ricoprire un ruolo nella task force di governo dell'emergenza al fine di portare anche il punto di vista di chi vive nelle proprie case quanto sta avvenendo e progettare insieme migliori risposte...


Lettera aperta al Presidente e all’Assessore alla Sanità della regione Piemonte

Gentile Presidente, gentile Assessore,
i cittadini piemontesi hanno dato una straordinaria prova di consapevolezza, di disciplina e di intelligenza che, insieme al sacrificio di centinaia operatori sanitari, ha reso finora sostenibile ed efficace il distanziamento sociale. Questo dato incontrovertibile ci autorizza a fare considerazioni e a richiedere chiarimenti.

Siamo molto preoccupati per la crescente conflittualità che non giova al governo di un emergenza che imporrebbe invece a tutti i soggetti atteggiamenti responsabili e spirito di collaborazione per dare le migliori risposte possibili a problemi gravi in gran parte inediti. La costituzione della task force appena annunciata può dare un contributo positivo a questo proposito soprattutto se venisse integrata con un esponente della cittadinanza attiva per dare il dovuto peso al punto di vista dei cittadini.

E' necessario rimediare nel più breve tempo possibile alla scarsa qualità dell’informazione ufficiale: i siti delle Asl sono decisamente poveri e la cronaca di “Piemonte informa” del sito regionale è scarna.

Nella cosiddetta “Fase 2” i territori hanno un ruolo centrale ma, come è stato da voi riconosciuto, sono il punto debole del sistema. La buona volontà e la competenza di molti operatori, l’attenzione di vari sindaci e la pazienza intelligente dei cittadini ha finora contenuto i rischi di esiti drammatici ma è sempre più necessario mettere in campo una guida competente e autorevole. La drammatica vicenda delle RSA e delle case di riposo è un preciso monito a questo proposito. La permanenza dei nuovi contagi su livelli elevati (circa 1/6 del numero nazionale), anche se leggermente decrescenti, è un altro segnale di allarme.

Non siamo interessati a partecipare alle polemiche, desideriamo piuttosto dare un contributo al governo dell’emergenza segnalando alcune  questioni che richiedono chiarimenti ufficiali e puntuali.

1. Ci sono pervenute molte segnalazioni sui limiti quantitativi e sulla precaria gestione del regime dei tamponi.Quale è l’organizzazione che dovrebbe garantire il governo della situazione? Qual’è il protocollo?  Dai siti non si ricava alcuna informazione su argomenti come quelli qui sotto indicati.
Come si registrano le richieste che pervengono dai medici di famiglia, dagli enti locali, dalle RSA e altri soggetti? Come si garantiscono risposte tempestive (anche  negative)? Come si garantisce una comunicazione tempestiva degli esiti (ci sono stati segnalati ritardi di 10 giorni e oltre che rendono evidentemente inutile la prova)? Quale è l’effettiva potenzialità del servizio sanitario regionale? Quali sono i centri abilitati e attivi? Che cosa si sta facendo per garantire le forniture di reagenti?

2. Il decreto legge dell’8 marzo, all’art.8, ha previsto l’istituzione delle Unità speciali di continuità assistenziale USCA per rispondere alle esigenze di assistenza domiciliare dei dimessi e per rispondere ai ri-coveri. E' un intervento strategico come abbiamo sottolineato in un precedente comunicato stampa, che non sta ricevendo la necessaria attenzione e rischia di essere vanificato. Anche in questo caso non ci sono informazioni nei siti.
Quante sono, Asl per Asl, le unità effettivamente costituite e funzionanti? Quanti malati hanno preso in carico finora? Chi guida l’assegnazione delle prese in carico? Come rispondono ai medici di famiglia che, sempre in base allo stesso art. 8 dovrebbero orientare il loro operato? Dalle dimissioni dall’Ospedale come e dove vengono seguite le persone non ancora guarite ma che necessitano di cure e quarantena? Come sono gestite le dimissioni e chi e dove viene eseguito il tampone necessario per far rientrare il paziente covid al lavoro?
E' previsto un monitoraggio costante di questi dati?

3. I piani di trattamento dei malati cronici e oncologici sono stati prorogati ma la distribuzione dei farmaci presso gli ospedali e le strutture pubbliche in una situazione come quella attuale è decisamente proble-matica. I siti sono muti.
E' stata attivata la distribuzione tramite le farmacie in tutte le aziende sanitarie? Sono state prese le misure necessarie per ridurre le procedure burocratiche (prescrizioni, certificazioni, ecc?
Quali misure la Regione sta prendendo o ha intenzione di prendere per ovviare allo shortage di farmaci, improvvisamente divenuti di “interesse COVID19” e quindi impiegati off-label, per i pazienti attualmente in trattamento per le indicazioni autorizzate?

4. Il ruolo dei medici di famiglia è considerato giustamente fondamentale per garantire una costante sorveglianza sui propri assistiti e, insieme, l’assistenza sanitaria normale (che non può venire meno pena gravi conseguenze). Per espletare al meglio queste funzioni hanno bisogno dei necessari supporti. Anche su questo mancano informazioni.
Quanti medici dispongono, Asl per Asl di tutti i DPI necessari? Che cosa si sta facendo per colmare le lacune (è in corso la distribuzione a tutti i MMG dei presidi acquistati grazie ad una raccolta fondi  nazionale pro-mossa da FIMMG e Cittadinanzattiva ma ciò non è evidentemente sufficiente)? Quali misure sono state prese, Asl per Asl, per ridurre il carico burocratico e organizzativo? Chi garantisce, Asl per Asl, risposte tempestive alle loro segnalazioni e alle loro richieste (la perdita delle mail è stata un pessimo segnale)! Quali funzioni dovrebbe  garantire il portale messo a loro disposizione e quale è il suo effettivo funzionamento?I siti sono sempre muti.

5. Quanti sono, azienda per azienda, gli operatori sanitari che non possono partecipare all’assistenza perché ricoverati o posti in quarantena?

6. E' importante anche sapere che cosa si sta facendo per i soggetti fragili come disabili, grandi anziani, malati psichiatrici, senza fissa dimora, immigrati, popolazione carceraria. Garantire ad essi la necessaria assistenza è atto di civiltà che non può essere affidato soltanto al volontariato.

Se, come afferma la Costituzione, i cittadini non sono ospiti ma padroni di casa della Repubblica, garantire queste informazioni è un atto di trasparenza dovuto e insieme la base indispensabile per la costruzione efficace del governo dell’emergenza.

Infine vogliamo sollecitarvi con forza a promuovere il massimo coinvolgimento delle comunità locali nel governo dell’emergenza. Riteniamo profondamente sbagliato l’accentramento di tutte le funzioni e l’esautoramento di fatto della comunità locali avvenuti finora, per più di un motivo.

Il primo è la lesione del diritto costituzionale delle comunità stesse a intervenire nelle decisioni che le riguardano, a partire dalla salvaguardia della salute;

il secondo è che senza un loro protagonismo positivo è impossibile creare il clima di concordia necessario per fare fronte con successo alla miriade di problemi legati alla necessità di convivere a lungo con il virus che non possono essere governati solo dall’alto (sostegno alle famiglie e ai soggetti fragili, sicurezza dei trasporti, accesso all’istruzione, e tanto altro);

il terzo motivo è che una gestione verticistica non potrebbe fruire a pieno delle risorse  che  la cittadinanza attiva e le comunità locali sanno mettere a disposizione (come hanno dimostrato anche questi mesi)
 
Restando in ambito strettamente sanitario, crediamo che un governo efficace delle questioni sopra  segnalate  richieda una  forte  attivazione  dei  distretti  con  una  forte  partecipazione  delle comunità locali. Per questa opera dovrebbe essere dato ampio mandato ai direttori di distretto, obbligatoriamente sostenuti da cabine di regia che vedano la presenza dei responsabili delle èquipe dei Medici di Medicina Generale, di rappresentanti dei sindaci, dei farmacisti, degli infermieri di comunità, dei consorzi socio - assistenziali e, evidentemente, della cittadinanza attiva. Per chiarezza, non pensiamo ad un carrozzone amministrativo, ma alla formazione di reti che possano valorizzare competenze e risorse, individuare tempestivamente problemi e strozzature e prendere gli opportuni provvedimenti.

Ci permettiamo di ricordare, infine, che la partecipazione civica è stata riconosciuta dall’ultimo accordo stato regioni (allegato 14) come strumento per la governance e non richiede ulteriori norme ma, più semplicemente un’intelligente attuazione.

Sperando in un riscontro positivo porgiamo i migliori saluti

Il segretario regionale di Cittadinanzattiva Piemonte E.T.S., Alessio Terzi

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