Divide et impera

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di Piero Angelo Tartaglino.

Divide et impera, vecchio gioco di potere per cambiare tutto cambiando nulla. L'Ultimo atto del Covid 19 sembrerebbe risolversi in una possibile "seconda ondata" in attesa dei miracoli della scienza umana (evidentemente quelli fin qui compiuti non appagano ancora).
Già, quindi tra un po' tutto finito…? Chissà...

Quello che non emerge con l'intensità degli eventi è il bipolo che si sta creando tra proCovid e noCovid, una visione opposta degli eventi tra chi sostiene il complotto politico economico e chi sostiene che finalmente la natura si sia ribellata ed abbia dato il giusto castigo alla società egoista ed inquinatrice.
Nel mezzo ci stanno mille sfumature di analisi sia da una fazione che dall'altra (bioterrorismo, ingegneria sociale, guerra economica, castigo divino, fatturati delle multinazionali del farmaco, riduzione dell'umanità, governo mondiale, sanità insufficiente, riscaldamento climatico, pipistrelli incontinenti, incidenti di laboratorio, influenze cicliche, cure sbagliate, ecc.)

La verità, da qualche parte, ci sarà sicuramente.
Quello che mi colpisce però è il vecchio "Divide et impera" che su Wikipedia viene formulato così: "In politica e sociologia si usa per definire una strategia finalizzata al mantenimento di un territorio e/o di una popolazione, dividendo e frammentando il potere dell'opposizione in modo che non possa riunirsi contro un obiettivo comune. In realtà, questa strategia contribuisce ad evitare che una serie di piccole entità, ciascuna titolare di una quantità di potere, possano unirsi, formando un solo centro di potere, una nuova e unica entità più rilevante e pericolosa. Per evitare ciò, il potere centrale tende a dividere e a creare dissapori tra le fazioni, in modo che queste ultime non trovino mai la possibilità di unirsi contro di esso."

Sapendo che il potere non è mai ingenuo, lascio al lettore le riflessioni del caso...