L'appello "Per le feste regala un vaccino", pubblicato la scorsa settimana, ha provocato molte reazioni tra i nostri lettori che hanno puntualmente commentato in redazione i loro punti di vista. Reazioni parecchio divergenti, come ormai abituale quando si parla di vaccini e/o di greenpass, e in alcuni casi casi con toni "forti" e qualche accusa nei nostri confronti: "non dovete pubblicare questi appelli, proprio voi che da sempre propugnate spirito critico", confondendo un invito promosso da sigle e persone ben riportate in calce (e non da Altritasti) e commentate, al fondo, da una voce diversamente allineata ma garbata e ben articolata. A tutti abbiamo risposto e ci auguriamo che lo spirito del nostro contributo sia stato recepito. Tanto che ne diamo seguito con alcune ulteriori analisi di Luisa Rasero, co-promotrice dell'appello, e una nostra considerazione...

di Mauro Presini.

Ho letto in un sito quali sono i giocattoli per bambini più popolari (fra questi: i lego city police, il kit slime da modellare, le palline colorate in grado di attaccarsi fra loro, il cyber robot, il droide interattivo, la sabbia modellabile, eccetera, eccetera). Ho letto in un altro sito quali sono i videogiochi per bambini più diffusi (fra questi altri trovo: super Mario, Splatoon, Minecraft, Crash Bandicoot, Rayman, eccetera, eccetera)...

Siamo cittadine e cittadini che hanno aderito alla campagna vaccinale anti Covid 19, stiamo facendo/faremo la terza dose nei tempi opportuni, secondo l’indicazione delle autorità sanitarie. Ma non possiamo dimenticare che in tanti paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina troppe persone non hanno ancora ricevuto neppure la prima dose. I vaccini sono sottoposti al regime dei brevetti, il che comporta che le case farmaceutiche che li hanno "inventati" (peraltro godendo di finanziamenti pubblici per le loro ricerche…) siano le sole a poterli produrre, e a venderli al prezzo da loro stabilito. Questo monopolio sta rendendo difficilissima la vaccinazione nel cosiddetto Terzo Mondo: non solo per un problema di costi - spesso insostenibili per paesi a bassissimo reddito - ma anche per mancanza dei volumi produttivi necessari...

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