Teatro e Colline 2012: perché quest'anno non ci ritroveremo a Calamandrana


di Stefano Labate, Direttore artistico Festival "Teatro e Colline" dal 2007 al 2011.


I festival nascono per scatenamenti di energie intorno ad un luogo e ad un senso, vivono grazie alla voglia di gettare ponti verso l'esterno e di scrivere una storia nuova da parte di un gruppo di persone prima, e di soggetti pubblici e privati poi. "Teatro e Colline" di Calamandrana è stato questo. Una straordinaria storia di scatenamento che l'Astigiano e il teatro possono raccontare ...

In ventuno anni di vita il festival - lo rilevo come semplice osservatore dei tre/quarti di quella storia - ha caratterizzato l'identità di un posto contrassegnandolo sulla mappa geografica come "artistico" e "culturale". Quella manciata di giorni di fine luglio tra spettacoli e incontri sono stati tra i rari momenti di dialogo con il Nuovo per un intero territorio, ben più ampio del piccolo paese con il borgo affacciato tra Langa e Monferrato. E sono stati un punto di riferimento per più di una generazione di protagonisti della scena nazionale.

Sappiamo che le energie e le voglie personali e di gruppo si esauriscono. La sfida nel lungo periodo per un festival può essere allora la rigenerazione: far fronte alle naturali parabole di singoli individui, gruppi e interlocutori. E poi il contesto sociale/artistico, gli stili di vita e le priorità, la comunità locale, le richieste e le competenze per il lavoro culturale: tutto cambia. La contrazione dei finanziamenti pubblici - che pure da qualche stagione si è fatta tema ineludibile - non è la prima questione con cui occorre confrontarsi.

Fortunatamente, quella zona può contare su un immutato fermento per l'arte, la conoscenza e l'impegno grazie a molti giovani. Alcuni li ho conosciuti proprio negli ultimi cinque anni in cui gli organizzatori storici - Comune e Associazione "Teatro e Colline" - mi hanno incaricato di riposizionare il festival, dopo alcune stagioni meno connotate, nell'ambito del teatro contemporaneo italiano. Ringrazio anche i volontari, gli artisti, il pubblico e i sostenitori. Da astigiano confido ora che si possano scatenare nuove energie. Intorno a quella storia, quel festival, o ad altre storie. A Calamandrana e altrove.

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