Voto, non voto, voto, non voto ...

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di Alessandro Mortarino.
ImageE’ da mesi che Al Gore lo grida da ogni angolo del mondo: “il clima è cambiato, il deserto sta avanzando, le maree crescono” ... A dire il vero, migliaia di persone meno famose lo avevano gridato ben prima di lui. E a dire ancor più il vero, quando era Vice Presidente degli USA queste sue affermazioni erano alquanto – come dire … - ovattate. A dire ancor-più-ancor-più il vero, a volte ho il dubbio che l’amico Al fosse semplicemente alla ricerca di qualche soddisfazione alla sua sete di onori: “o l’Oscar o il Nobel me lo daranno di certo” temo sia stata la sua vera motivazione iniziale … Fatto sta che Al aveva ragione (e i miei nonni pure): le stagioni non sono più quelle di una volta. Anche a casa nostra: avrete certamente notato che il mercurio dei nostri termometri lambiva la cifra “+ 26°” la scorsa domenica 2 Marzo. E che i nostri prati sono già tutti in fiore da giorni e con enorme anticipo. Anche se non si trova più una margherita …

Ah, già: la par condicio non mi permette riferimenti simbolici dal sapore elettorale.
Ma no, che dico: questa volta la margherita non sarà in lizza. Almeno in prima persona, a livello di simbolo da “crocettare”, insomma …
Quindi la scomparsa delle margherite non è attribuibile ad una speculazione o orgia propagandistica. E allora ?
Indaghiamo …

Rapida escursione tra un prato, un giardino, una città e tutto mi è chiaro, la risposta è semplice e dimora nelle facce appannate che incontro ogni giorno, ogni qualunque giorno (ah, i volti della gente andrebbero osservati con minore superficialità …): è tutta colpa del “popolo del centro-sinistra”; e, stando al voto nazionale di due anni fa, stiamo parlando di metà degli italiani.
Che non sanno come comportarsi alle prossime elezioni e si affidano al fato, cioè alla basica azione della margherita-oracolo naturale. Da sfogliare. Petalo a petalo.

Andare o non andare ai seggi ?
Annullare la scheda o scegliere un partito ?
Premiare e promuovere un candidato, il più candido possibile ?
Candidato “del” Partito o “dal” Partito ?
Pd o Pdl ?
E se fosse Pdlpiùqualcosaltrochenonc’èancora ?
O, per non sbagliare, semplicemente P ? … P come “partito”: se è partito, ritornerà tra noi, prima o poi ?
E se il Centro fosse un ombelico di tutte le periferie ?
E se la Destra non manca ?
E se il partito della Decrescita, del Disarmo, della Pace, dello Zero Rifiuti, dei Beni Comuni, dell’Amore, dei Lavoratori, della sostenibilità sostenuta e sostenibile e sostavietabile … ?
Arcobaleno, balene ad arco, barche aliene o, forse, bare liete ?
Sinistramente critica, criticamente sinistra, sinistra che critica sinistra ?

I Partiti sono forme di gestione sociale, fra le più alte delle nostre democrazie. Ma se tu osservi da lontano la scansione del ritmo del nostro oggi sociale, scorgi tristezze, nefandezze, individualismi, egoismi, il primato dell’effimero, la fine-di-mondo, il buio.
Dunque, possiamo osare un “i Partiti non sono più la risposta giusta” ?
Già, ma la Democrazia come la guidiamo ?
Con il movimento dei Movimenti ? Ma quanti movimenti e quali Movimenti ?
Quelli delle Società Civili, che siamo sempre noi ma senza dircelo né saperlo ?
O quelli delle Pubbliche Opinioni che non fanno primavera ?

Serge Latouche dice: “liberiamo la nostra fantasia, decolonizziamo l’immaginario, proviamo a pensare che questo mondo/modello è uno e non l’unico”.
Dal Chiapas si aggiunge che si deve “cambiare il mondo senza prendere il potere”.
Dal basso” …
Utopie.
Lontane.
Apparenze, forse.
Ma chi di noi se la sente di rinunciare a priori e limitarsi alla difficile di-gestione dell’attuale pasto ?

Vado a cercare la mia margherita.
Voto, non voto, voto, non voto.
Certo, non vorrei trovarmi nei nostri panni ...