Lettera aperta al Sindaco di Asti sul tramonto del teleriscaldamento


A cura di Legambiente, Cittadinanzattiva, Tempi di Fraternità, Tribunale per i Diritti del Malato, Paolo Montrucchio e oltre 3.300 Cittadini.

Egregio signor Sindaco Fabrizio Brignolo, Le era stato scritto in argomento più di due mesi fa, chiedendoLe un incontro per presentarLe formalmente la petizione firmata da oltre 2.600 Cittadini contrari alla costruzione dentro l’Ospedale del grande ed inquinante impianto industriale per la produzione di energia elettrica ed acqua calda per riscaldamento, ma finora non abbiamo ricevuto da Lei alcuna risposta.
Nel frattempo la Conferenza dei servizi della provincia di Asti ha emesso un preavviso di bocciatura del progetto mediante la formale comunicazione dei motivi ostativi all’approvazione. Inoltre, nel frattempo il disappunto di noi Astigiani e’ aumentato, le firme contrarie sono attualmente oltre 3.300 e la raccolta continua...
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Ci sorprende che un Sindaco di tutti i Cittadini si rifiuti di ricevere e dare ascolto a così tanti suoi Concittadini, così come ci stupisce la Sua ostinazione a sostenere un progetto industriale privato da costruirsi dentro un luogo pubblico, di non dimostrata utilità e rischio per la Popolazione.
È intuibile da chiunque che l’Ospedale non è il luogo adatto per un impianto industriale. Il C. Massaia sta già sta subendo tagli e restrizioni, quando sarà diventato anche ricettacolo di attività produttive estranee alla propria missione di cura, sarà molto più facile farlo sparire del tutto, costringendo gli Astigiani ad andare a farsi curare altrove. Al contrario sarebbe ora di fare quadrato a difesa e sostegno di un luogo che dovremmo tutelare e salvaguardare da ogni possibile indebolimento.

Molti dei Suoi predecessori sono ricordati per alcune loro peculiari realizzazioni che li hanno caratterizzati, non permetta che gli Astigiani la ricordino come il propugnatore di quanto sopra. In proposito ci consenta di rammentarLe, signor Sindaco, che Lei ebbe a promettere in più occasioni ufficiali e pubbliche che, per usare la Sua stessa espressione, non glielo aveva ordinato il medico e che, se non fosse stata garantita una riduzione dell’inquinamento, l’impianto non si sarebbe fatto ne’ nell’Ospedale né altrove.
Forse Lei è stato mal consigliato. Si è premurato di supportare le decisioni della Sua Giunta con pareri legali, ma forse sarebbe stato ancor più opportuno chiedere anche un parere tecnico terzo, indipendente, sul progetto, non limitandosi ad affidarsi alle affermazioni del candidato costruttore, chiaramente di parte, in conflitto di interesse. Tutti conoscono il detto popolare di non chiedere mai all'oste se il suo vino è buono.

Quanto alla Sua idea di far approvare in Consiglio Comunale una modifica al PRGC per riclassificare i terreni su cui è stato progettato l’impianto, includendo nelle destinazioni d’uso anche la destinazione produttiva, sarebbe una vera forzatura, una modifica ad personam inaccettabile dai Cittadini: allora è inutile fare i piani regolatori, se poi su richiesta di un imprenditore privato e’ possibile stravolgerli al punto da consentire la costruzione di un rumoroso ed inquinante stabilimento industriale privato in una area pubblica che attualmente può solo accogliere attrezzature sociali, sanitarie ed ospedaliere. Non può essere tutto e sempre lecito a seconda delle stagioni.

Lei che è un abile ed attento politico, come pure i suoi colleghi di Partito nel Consiglio e nell’Amministrazione, non potrà essere insensibile a queste valutazioni ed al presente ulteriore appello che noi Astigiani Le rivolgiamo.
Fra pochi giorni sarà pubblicato il formale verdetto della Conferenza dei servizi.
Sarà, come preannunciato, un verdetto negativo, perché, fra le altre numerose cause ostative, ce ne è una che La riguarda direttamente, signor Sindaco: AEC non ha mai fornito le fondamentali risposte tecniche che erano state richieste dagli Enti e Servizi autorizzanti circa i dati ed i calcoli di inquinamento, le basi di stima delle 500 utenze private e altro ancora. AEC ha solo promesso ma non ha mai dimostrato che il progetto sia in concreto idoneo a realizzare una riduzione dell’inquinamento; pur avendo goduto di quattro mesi di proroghe e sospensioni, pur avendo depositato altre integrazioni e perfezionamenti delle integrazioni, non è stata in grado di depositare tali dati fondamentali, senza i quali non è stato possibile ai Servizi valutare se quanto promesso nel progetto potesse poi effettivamente essere realizzato nella realtà.

Lei, come tutti noi Cittadini, si renderà certo conto del rischio di autorizzare un impianto alla cieca per poi, a cose fatte, qualora in concreto i limiti di inquinamento ambientale non fossero rispettati, non poterlo fermare per consentire il ripristino del limiti, come prescrive la legge. Infatti come e con quali conseguenze si potrebbe mai ordinare il fermo impianti senza mettere in crisi tutto l’Ospedale, lasciando anche al freddo gli utenti privati eventualmente allacciati? Uno scenario allucinante.
I tecnici indipendenti, istituzionali, che per legge sono incaricati di valutare se approvare o meno questo progetto hanno detto no, che non si può approvare.
Si fidi anche Lei, come tutti noi, dei tecnici istituzionali, super partes, che per legge sono deputati ad emettere il verdetto finale. Siamo certi che anche Lei converrà che un verdetto istituzionale non può essere ignorato o contestato da chi come Lei opera nella Sua veste istituzionale.

Le chiediamo quindi, anche a nome degli oltre 3.300 firmatari la petizione, di mantenere le Sue promesse.

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