Alla ricerca di una moneta locale ...

Una moneta locale è un accordo tra diversi soggetti all’interno di una comunità circoscritta, che decidono di usare qualcosa di alternativo alla moneta nazionale come mezzo di scambio, allo scopo di collegare localmente i bisogni non soddisfatti con le risorse non utilizzate.
C'è un'ampia varietà di bisogni non soddisfatti: bisogni sociali (cura degli anziani o aiuto ai giovani); bisogni economici (disoccupazione o sotto-occupazione); bisogni commerciali (aiuto alle aziende locali per competere meglio con le catene di supermercati e di ipermercati); bisogni ecologici, culturali, educativi o di identità locale; supporto alle associazioni locali non-profit ed ai progetti comunitari.
Soltanto la nostra immaginazione è il limite a che cosa può essere fatto con i sistemi di moneta locale.
Similmente, le risorse non usate possono essere reperite nei posti più inattesi: iniziando da tutti i disoccupati che sono disposti ed in grado di fare qualcosa che necessiti capacità non usate. La prossima volta che andrete al vostro ristorante di quartiere o al cineclub, contate i tavoli e le sedie vuote: queste sono tutte risorse inutilizzate che potrebbero essere mobilitate per i vostri scopi; scuole o altre costruzioni che sono vuote durante parte del giorno, della settimana o dell'anno; sedie vuote a scuola, all'università, o nei corsi professionali; organizzazioni giovanili ed altre organizzazioni non-profit che hanno persone che sono disponibili a fare cose, se vi è un rimborso delle spese vive.

Gli economisti preciseranno correttamente che abbinare i bisogni e le risorse è la funzione del mercato, anche senza monete locali. E se, per effetto di una “bacchetta magica”, tutti gli esseri umani del pianeta godessero improvvisamente di una distribuzione ottimale dei soldi, si potrebbe persino immaginare che non esisterebbero più alcuni bisogni non soddisfatti.

La realtà è chiaramente differente e la “bacchetta magica” dimora soltanto nei sogni dei bimbi ... Di conseguenza, il punto di partenza per le valute locali è di riuscire a soddisfare i bisogni che rimangono non soddisfatti nella comunità di riferimento, dopo che vi siano state transazioni normalmente facilitate con monete convenzionali.
Similmente, le risorse inutilizzate saranno quelle che non sono state usate nelle transazioni economiche mediate dalle monete convenzionali.

Diciamoci la verità: quasi tutte le moderne società, oggi, soffrono degli stessi problemi: la disoccupazione, la scarsa scolarizzazione, la crisi da sovrapproduzione che grava sui produttori, che non hanno a chi vendere ciò che producono, la concorrenza dei paesi emergenti, la globalizzazione della produzione.
L'effetto visibile di ciò è la difficoltà di arrivare alla fine del mese, di trovare un lavoro stabile, di poter pagare affitti e bollette, di poter accedere alla scuola avanzata, alla cultura ed all'intrattenimento. Tutti sintomi di uno stato di carestia.
Ma se andiamo a guardare, siamo in una fase definibile come l'opposto della carestia. Le aziende, soprattutto quelle medio-piccole, magari agricole, hanno i magazzini colmi di merce invenduta perché non riescono a competere a livello internazionale. E i 2/3 dell'economia sono ormai formati dai servizi, lavoro immateriale che non dovrebbe conoscere la scarsità di materia prima in quanto essa è essenzialmente il lavoro mentale e fisico delle persone. La disoccupazione, in termini semplicistici, può essere vista come una situazione in cui c'è gente con tanto tempo libero, che potrebbe impiegare per produrre beni e prestare servizi e riceverne altrettanti in cambio, ma che è impossibilitata a farlo perché mancano i soldi per dar corso alle transazioni.
Sia come paese, che come continente, produciamo più di quello che ci serve, l'unica risorsa scarsa sono i soldi.
In effetti, oggi le persone e le corporation non competono per i mercati e le risorse ma per il denaro ed il profitto, usando i mercati e le risorse per ottenerlo.
Quindi, progettare ed usare denaro differente vuol dire in effetti ri-orientare gran parte dello sforzo collettivo dell'umanità !

Margrit Kennedy, nota economista tedesca promotrice delle monete locali in Germania, è solita raccontare questa storiella, che ciascuno di noi potrebbe vivere domattina:
una donna va in un hotel e tira fuori un biglietto da 100 euro per prenotare una camera per la notte. Con quella banconota l'albergatore paga il panettiere, la cui moglie esce e va a comprarsi un vestito, il sarto porta la macchina a riparare, e il meccanico, sempre con la stessa banconota, paga un venditore ambulante di cellulari, che poi va in albergo a prendere una camera per la notte e paga con quella banconota da 100 euro. Ma proprio in quel momento, arriva la donna dell'inizio della storia, che dicendo di non volere più la camera, si riprende i 100 euro e la banconota torna quindi nelle sue mani. Appena esce dall'albergo, con l'accendino le da fuoco...perché, dice, era falsa!
La morale della storia è che per mezzo di una sola banconota da 100 euro, si sono scambiati in un solo giorno almeno un valore di 500 euro di beni e servizi. Con una sola banconota, peraltro falsa. Traiamo da questa storia qualche conclusione: il denaro non ha un valore intrinseco, infatti i soldi erano falsi; il valore che attribuiamo al denaro è dato dalla fiducia che riponiamo in esso; essendo il denaro una misura di valore, misura tanta più ricchezza scambiata, tanto più velocemente circola.
Di fatto già esistono molte "monete" complementari in uso, anche se non le chiamiamo così. I buoni pasto (ticket-restaurant) o i coupon dei frequent flyer delle compagnie aeree, che sono addirittura scambiati nel mercato grigio ...

Ma perché progettare una moneta complementare? Quali sono i vantaggi reali che può offrire? Innanzitutto c'è da notare che una moneta complementare per sua natura, non essendo a corso forzoso, cioè non essendoci uno Stato che punisce chi non la accetta, si diffonde normalmente in una ristretta area locale, in cui produttori e negozianti l'accettano e, così facendo, diminuisce la scarsità di unità di scambio e crea ricchezza aggiuntiva.
Sembrerebbe strano chiamare un vicino agricoltore e dirgli: ho visto che hai molte pere nel tuo frutteto che non raccogli, me ne dai un pò? Ti sentiresti in obbligo di dargli qualcosa in cambio, ma se poi devi pagare in moneta scarsa (Euro), tanto vale andare al supermercato. Così le sue pere marciranno perché tu comprerai quelle importate, vendute a prezzi stracciati. Prodotte, chiaramente, in qualche paese dove la manodopera è vicina ad un costo zero e dove non ci sono diritti sindacali. E comprando quelle pere, contribuirai inevitabilmente a mandare in rovina i produttori locali ed a distruggere posti di lavoro sul tuo territorio! Un gatto che si morde la coda, insomma.
Avendo invece una moneta locale abbondante, comprare le pere dal vicino diventa una scusa per interagire. E da li parte una esplosiva economia locale che dà lavoro a tanti che non ce l'hanno, mantenendo in loco la ricchezza che questo lavoro produce, e senza inquinare il pianeta con trasporti energivori ed imballaggi. Magari, senza neanche la necessità di fare una TAV per trasportare velocemente merci da una parte all'altra dell'Europa!
Un altro effetto, poi, di avere molte monete complementari su base locale è quello di disporre di un ammortizzatore rispetto alle crisi finanziarie mondiali - ai su e giù della finanza impazzita - come dicono i fondatori del circuito "Regiogeld" tedesco, che conta più di 50 monete complementari. Uno strumento di stabilità dei prezzi locali e quindi di mantenimento del potere di acquisto individuale.
Ma la prima ragione per cui sono nate le monete complementari è la lotta alla disoccupazione. Le prime monete contemporanee nascono infatti nell'Inghilterra della de-industrializzazione della Thatcher, come risposta dal basso dei disoccupati all'impossibilità di procurarsi reddito sufficiente per i propri bisogni. Come sostiene Rifkin nel sul libro "La fine del lavoro" la disoccupazione è strutturale; i lavori (jobs) saranno sempre meno, dato che l'aumento di produttività dovuto alle tecnologie permetterà nei prossimi 30 anni di produrre tutto il necessario per il pianeta con il lavoro di una piccolissima frazione di persone. Bene, cosa farà il resto? Morirà di fame?
Le monete complementari - ormai più di 3.000 esperienze in tutto il mondo - possono essere una "macchina" per superare, o almeno mitigare, i fattori negativi di questa economia globalizzata, e possono, nel farlo, generare una nuove forme di socialità coesa che riesce ad autoprodursi e ad autogestirsi molti dei servizi essenziali. Che aspettiamo a "farci il nostro denaro" anche qui?

QUALCHE ESEMPIO …
Una moneta locale a Napoli. Dove un gruppo di cittadini, riuniti nella onlus Masaniello, ha avuto una bella idea: si chiama Scec, che vuol dire «Sconto che cammina».
Si tratta di un biglietto che assomiglia a una banconota [ce ne sono da uno, due, cinque e dieci euro], ma la differenza è che lo Scec rappresenta uno sconto, non un valore, e non è gestito dal potere finanziario, ma dalla comunità.
A ciascuno di noi (questo è il ragionamento che sta alla base dello Scec) è capitato di comprare qualcosa da un amico che, invece venderla a 10, ce la vende a 8. La particolarità del progetto è che si paga 8 ma si restituiscono i restanti 2, in segno di riconoscenza, sotto forma di Scec, di buoni sconto; il commerciante potrà spendere i 2 Scec in un altro esercizio che aderisce al progetto.
In questo modo ci guadagnano tutti: i commercianti, che si fanno conoscere e possono spendere gli Scec incassati in altri esercizi del circuito, e i cittadini, che possono acquistare beni e servizi a cui prima dovevano rinunciare per mancanza di contanti.
Tutti possono entrare a far parte del circuito: ci si può iscrivere come commercianti, come privati che hanno competenze da offrire [dal baby sitting, alle ripetizioni, dai lavori di giardinaggio, alla progettazione di siti web] o come semplici consumatori. Basta inserire i propri dati personali e la percentuale di sconti che si intende praticare ai soci. Gli Scec vengono distribuiti gratuitamente [bisogna solo versare un piccolo contributo per le spese della stampa]: al momento hanno aderito 273 persone, per un totale di 18.400 Scec in circolazione.

Una moneta locale in Toscana. Nasce ad Altopascio (Lucca), si chiama TAU ed è un Buono di scambio locale che ha la particolarità di circolare solo in un territorio limitato e che “rischia” di espandersi in tutto il territorio regionale.
Il TAU verrà emesso dall’associazione delle imprese aderenti, rappresentate dalle loro associazioni di categoria e dagli Enti Locali coinvolti, in percentuale sul fatturato per ogni singolo aderente. La percentuale iniziale di accettazione sarà quella consigliata del 20% su ogni transazione, ma ovviamente potrà cambiare a seconda dei casi specifici.
Maggiore sarà la velocità, maggiori saranno le transazioni effettuate e la ricchezza prodotta a totale beneficio del territorio e degli aderenti.
E’ auspicabile che alle imprese, si affianchino anche professionisti come commercialisti, dottori, geometri, ingegneri ecc., professori che impartiscono lezioni varie, musica, lettere, matematica ecc., baby sitter, badanti, asili privati e pubblici, scuole di ballo, palestre ecc.
Al fine di favorire il successo dell’iniziativa è auspicabile che venga attivata una adeguata promozione nel territorio che faciliti la comprensione dei cittadini sull’uso ed sui benefici che ne potrà trarre l’intera comunità dall’adozione del TAU. Si deve ricreare il senso di appartenenza ad una comunità, ad un territorio.

Altre monete locali in circolazione in Italia sono: Kro (Crotone), Thyrus (Terni), Schei (Vicenza), Balocco (Fermo), Fiorino (Firenze), EcoRoma (Roma), Selese (Verona), Danee (Milano), Circuito TalenTo (Torino).

Ithaca Hours è una moneta locale nata nel 1991 a Ithaca, una città dello stato di New York in Usa, come forma di contrasto a Wal-Mart, la catena di ipermercati americana, fonte di sfruttamento per produttori e lavoratori.
Le Hours rimangono nella regione per pagare il lavoro locale e rafforzano gli scambi comunitari, espandendo una produzione ed un commercio maggiormente attento all'ecologia e alla giustizia sociale della comunità.
Esse sono delle banconote complementari al dollaro, che possono essere usate in pagamento di beni e servizi nel raggio di 50 miglia intorno ad Ithaca.
Una Ithaca Hour in termini di potere di acquisto vale dieci dollari, l'equivalente teorico di un ora di lavoro (da qui il nome "hours", ore). Molti milioni di dollari di valore equivalente sono stati movimentati dai residenti e più di 500 aziende e 100 organizzazioni non profit la accettano.
I commercianti possono accettare questa moneta nella misura in cui a loro volta riescono a coprire le proprie spese in Hours per pagare i fornitori locali. Le banconote hours sono accettate da idraulici, falegnami, elettricisti, infermieri, medici, bambinaie, meccanici e da migliaia di fornitori di beni e servizi. Gli agricoltori di Ithaca la accettano e la usano per assumere qualcuno che li aiuti con i raccolti, o con lavori di riparazione e migliorie, alcuni proprietari immobiliari (specie se non hanno a loro volta mutui) accettano un affitto pagato in Hours, in tutto o in parte. I negozi locali accettano ovviamente questa moneta, riuscendo in questo modo a sopravvivere alla concorrenza delle grandi catene di ipermercati come Wal-Mart, e vendendo soprattutto prodotti locali. Anche molti ristoranti e cinema, pure a New York City la accettano, così come l'accetta l'ospedale locale.
Attraverso la moneta locale, si è rinsaldato lo spirito di comunità e oggi è possibile ottenere prestiti a tasso zero.
Un meccanismo questo per dare credito all'economia sociale del luogo. La Alternative Credit Union, una banca di credito cooperativo di Ithaca offre conti correnti in moneta locale e con un prestito a tasso zero in questa moneta è stata finanziata la costruzione della stessa sede della banca. Con le Ithaca Hours, il board di gestione della moneta ha anche finanziato programmi popolari sempre tramite prestiti a tasso zero, ed ha fatto donazioni all'amministrazione locale, finalizzate a fare lavori pubblici senza alzare le tasse.
Alla base del funzionamento sta un giornale, tirato in 6 mila copie distribuite gratuitamente. Al suo interno si trovano le informazioni per le attività di auto-aiuto, la promozione della valuta locale e le offerte. Fa pubblicità ai singoli e alle aziende che accettano Ithaca Hour in pagamento.
Dall'esperienza di Ithaca Hours è nato un "kit" composto da un libro ed una videocassetta, che è stato usato da tantissime comunità locali americane per replicare l'esperienza in altre città.

Aggiungi commento

Invia
Altritasti Periodico on line dell'Associazione di Promozione Sociale Altritasti - via Carducci 22 - 14100 Asti - C.F. 92060280051
Registrazione: Tribunale di Asti n. 7/2011 del 28.10.2011 - Direttore Responsabile: Alessandro Mortarino