La strage della funivia deriva dalla fame di profitto

di Serena Doe Mazzini.

Su quella funivia ci salivo spesso due volte al giorno, circondata da bambini, quando lavoravo al centro estivo per pagarmi l'università. Ne ho sempre avuto il terrore, a ogni pilone smettevo di respirare, con i bimbi che mi prendevano in giro urlando "Olè", a ogni salto...

Quando arrivavamo in cima, sentivo l'abbraccio dei nostri boschi, delle nostre montagne, del nostro Lago, che per quanto io possa odiare quei luoghi, ai miei occhi rimane comunque il più bello del mondo.

“Sulla funivia schiantatasi domenica c'erano due freni, e altrettanti "forchettoni" indebitamente inseriti per non far scattare il blocco automatico”, per non rischiare un'anomalia presente già da più di un mese e mezzo, che non avrebbe permesso di continuarne l'attività. “Quel pezzo di ferro rosso, che serve per tenere aperte le morse del freno d'emergenza, è con tutta probabilità la principale causa dello schianto”, come riportato oggi da quotidiani come Repubblica.

Il pensiero che non sia stata una tragedia, un errore umano, ma qualcosa derivato dalla fame di profitto, in questo caso come in quello di Luana, come in quello del Ponte Morandi, in un paese in cui dall'inizio dell'anno sono morte almeno due persone al giorno sul lavoro, in una strage silenziosa di cui nessuno si preoccupa se non per lo sfogo d'indignazione social quotidiano, mi sta divorando.

Intanto, esce oggi la notizia di lavoratori stranieri ai quali venivano somministrati oppiacei per permettere loro di sopportare faticosi turni di lavoro. Intanto, dall'inizio dell'anno 79 agricoltori sono morti schiacciati da trattori. E l'elenco sarebbe ancora lungo, ma vi rimando all'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro.

In tutto questo, lo sblocco dei licenziamenti sarà attivo dal 30 giugno, anziché dal 28 agosto. Non che cambi molto, ma è bello sapere di vivere in un paese che fa gli interessi di Confindustria e lascia morire i suoi cittadini, sotto il peso di salari che permettono a malapena la sopravvivenza.

Abbiamo avuto un anno per ripensare alla logiche del lavoro, ma mi sembra che tutti vivano in una bolla, totalmente estraniati dalla realtà. E intanto nel recovery le agevolazioni e i fondi sono solo per le imprese. Voglio solo urlare.

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