Memorie di maggio, ricordi storici tra Regno e Repubblica

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di Aferdita Huta.

Camminando nelle strade piene di sole dell’antica città vicina, Dyrrahu o Durazzo come si chiama ora, i punti di riferimento in comune con l’Italia sono le costruzioni o abitazioni costruite nel periodo della seconda guerra dagli italiani. Il periodo in cui Vittorio Emmanuele III diventava anche Re dell’Albania. Tra tedeschi e fascismo, questa terra cercò di allontanare i ricordi di una guerra con un sistema diverso, un sistema che non accettava la diversità se non l’ideologia comunista. Ma questi palazzi, queste costruzioni, testimoni di un passato diverso, quante ne hanno avuto da raccontare in un clima del genere...

Chissà se nonostante questa severa mentalità del luogo hanno ripetuto come un'eco eterna la storia della dinastia che li ha resi possibili. Eppure in Italia altresì tra tedeschi e fascismo si segnava un destino difficile. Un destino di cambiamenti, un destino decisamente dettato dalla grande potenza di allora, “l’alleata Germania”.
L’alleata sopportata da Dio e l’alleata sopportata a lungo termine dallo stesso re, costretto a subire la decisione del grande Fuhrer di una nuova posizione politica da assegnare all’amico Benito. Non una presenza reale ma una presenza ideologica simile alla loro, questo fascismo che altri momenti difficili portava. Quante persone ne hanno risentito, questa memoria degli accadimenti, akasia, come denominata dalla stessa  dottrina segreta nazista Thule, si sarà evocata anche in queste costruzioni d’oltre mare. Questo odio profondo di allora in quanto tempo ha potuto essere smaltito, quanti cambiamenti di regimi politici. Eppure la stessa dinastia reale mentre il governo Badoglio veniva formalmente incaricato in Italia, subiva l’operazione Asse delle SS tedesche.

Un'operazione che prevedeva l’occupazione militare della penisola italica da parte di queste forze. Le conseguenze peggiori e immediate erano ovviamente previste nei confronti di chi aveva detenuto fino ad allora il potere. La Famiglia Reale doveva essere catturata e specialmente il principe ereditario Umberto, queste furono le precise parole del Fuhrer, che fecero scattare l’intervento. Il terzo Reich aveva deciso così, aveva stabilito così per questa dinastia. E l’odio del Fuhrer si estendeva non solo ai discendenti maschi ma prevaleva anche nei confronti della figlia diletta del re, Mafalda, che si era maritata  con il principe tedesco di Kassel.

Le precise parole nei confronti della principessa erano “soprattutto bisogna prendere quella Mafalda”, ”a Roma dovevo stare seduto vicino a Mafalda (durante una conferenza militare), che mi importava di Mafalda? Le sue doti intellettuali non erano tali da affascinarmi, per non parlare…….”.
Per quanto tempo occorre subire ancora questa akasia? Ormai i principi del rispetto e della dignità della vita e delle persone umane sono stati sanciti in numerose convenzioni internazionali. O, comunque, tuttora qualcuno si ritiene al di sopra di tutto ciò.

La principessa è diventata un’eroina nazionale e martire delle ingiustizie. Il Re abdica e suo figlio diviene l’ultimo Re d’Italia, il Re di maggio. La scelta diplomatica di lasciare ai sudditi, all’antico popolo italico, la decisione di proseguire nella monarchia o di scegliere un'altra forma di governo, vedrà sancito dal referendum il nuovo governo, la nuova Repubblica Italiana. Una nuova possibilità per lasciare alle spalle il ricordo delle croci uncinate, per lasciare spazio allo sradicamento degli odi estremisti, anche a quelli più profondamente nascosti sotto altre forme apparentemente non visibili o non udibili.

Ritornando alle strade soleggiate del paese vicino proprio ai principali centri storici delle maggiori città, compresa la capitale, ergono maestose più che mai queste costruzioni di un tempo che fu, ormai avvolte dalla modernità e invitanti più che mai come mete turistiche. Chissà: forse proprio degli ascendenti di chi le costruì...