Chiudi il conto con la guerra

Come tradizione, con la fine del vecchio anno e l'aprirsi del nuovo, ecco un panorama del comportamento dell’Italia nei confronti del commercio delle armi, attraverso un elenco ufficiale delle banche che, a vario titolo, finanziano i Signori della Guerra (con l’invito a sottoscrivere e diffondere la Campagna Banche Armate promossa sin dall’anno 2000 dalle riviste Missione Oggi, Mosaico di pace e Nigrizia.
(Ne trovate ampia documentazione sui siti www.nigrizia.it e www.banchearmate.it ).

I 38 istituti di credito che meritano la definizione di Banche Armate, si spartiscono un miliardo e mezzo di euro d'incassi provenienti dall'esportazione di armamenti: la cifra più alta degli ultimi vent’anni.
Dati alla mano - resi ufficiali nella relazione annuale del Presidente del Consiglio dei Ministri (www.governo.it/Presidenza/UCPMA/relazione2006.html) sulle operazioni di esportazione, importazione e transito di materiali di armamento svolte nel 2006, prevista dall’art. 5 della legge 185/90 - le operazioni di incassi che le banche si sono viste autorizzare nel 2006 per l’export di armamenti sono precisamente 1.492.605.875,64 euro.
Il giro di affari in uscita legalizzato, ha superato i 2,1 miliardi di euro, con un'impennata del 61% rispetto il 2005.

Fra i 38 istituti di credito armati di cui pubblichiamo la lista - aggiudicatisi compensi di intermediazione per oltre 32,6 milioni di euro - il gruppo San Paolo Imi, nonostante la dichiarata politica restrittiva, è per il secondo anno consecutivo in testa alla classifica. Un primato raggiunto grazie a quel 30% circa (29,9%) di operazioni totali di incassi e pagamenti. Ma con una nota successiva alla pubblicazione del documento da parte del Consiglio dei Ministri, il gruppo Intesa-San Paolo (oggetto di fusione recente) ha prontamente annunciato di sospendere definitivamente "la partecipazione a operazioni finanziarie che riguardano il commercio e la produzione di armi".

San Paolo Imi è, dunque, ancora la reginetta della lista, triplicando quasi il valore delle movimentazioni: dai 164 milioni di euro nel 2005 ai 446 milioni nel 2006.
Segue Bnp-Paribas, che controlla l’italiana Bnl: con 290,5 milioni di euro è la prima banca estera operante in Italia, attiva nel settore.
Al terzo posto, troviamo Unicredit: nel 2001 aveva dichiarato di voler cessare questo tipo di operazioni, ma da due anni a questa parte ricompare con quote rilevanti (86,7 milioni di euro nel 2006).
Risultano invece in calo le operazioni della Deutsche Bank (78,3 milioni), crescono quelle della Commerz Bank (74,3 milioni) e torna alla grande il Banco di Brescia, vecchia conoscenza tra le Banche Armate, con incassi per oltre 70 milioni.

La Banca Popolare Italiana passa da 14 a 60 milioni di euro e guida il gruppo degli istituti di credito sotto i sessanta milioni di euro di giro d’affari. In questa fascia preoccupa la ripresa delle operazioni di Banca Intesa: dai 163mila euro del 2005 ai 46 milioni del 2006, nonostante già nel 2004 avesse annunciato - e attuato - la sospensione delle operazioni in appoggio al commercio degli armamenti. Banca Intesa, nel 2003 aveva effettuato operazioni per più di 97 milioni di euro, scendendo a 163mila nel 2005, ma risalendo nel 2006 a circa 47 milioni di euro: "operazioni per cui erano state aperte linee di credito - ha spiegato Valter Sorrentino, responsabile Csr di Intesa-Sanpaolo - precedentemente alla decisione di sospendere l'appoggio dell'istituto al commercio di armi". Un colosso recentemente fusosi con San Paolo-Imi, detentore della palma d'oro del giro d'affari tra le Banche Armate.

Da segnalare anche la presenza di Banca Popolare di Milano (con 17 milioni di euro ha dimezzato l’impegno rispetto al 2005), al centro di un serrato dibattito insieme a Banca Etica, di cui è socia fondatrice e per la quale opera anche all’interno di Etica Sgr e della gestione fondi. Infine una nota lieta dal Rapporto 2006: la drastica discesa, da 133 al 36 milioni di euro, delle autorizzazioni relative a Banca di Roma.

Va aggiunto, e sottolineato, che il nostro Governo ha messo a disposizione delle Forze Armate risorse sempre crescenti. "L'anno scorso hanno avuto un aumento del 13% e quest'anno del 10% - affermano da “Sbilanciamoci!”, la campagna a favore di un’economia di giustizia e di un nuovo modello di sviluppo fondato sui diritti, l’ambiente, la pace - Ma di risorse ne sprecano tantissime e hanno il tasso più alto di assenteismo nella Pubblica Amministrazione. E' di ben quasi 2 miliardi di euro l'aumento nel 2008 per le spese militari".
Analizzando i dati nel quindicennio dall'entrata in vigore della legge 185/90 vediamo che più del 40% delle esportazioni di armi italiane è diretta a paesi fuori dall'Unione Europea e della Nato e, nello specifico, a Paesi del Sud del mondo.

Per il futuro, la Rete per il Disarmo auspica che dalle banche vengano segnalate "non solo le transazioni di pagamento relative a vendita di armamenti, ma anche destinatari e importi dei finanziamenti e delle aperture di credito".

Al primo posto delle esportazioni italiane: gli Stati Uniti, per un totale di oltre 349,6 milioni di euro di armamenti acquistati in Italia. Seguono gli Emirati Arabi (non certo paladini nella difesa dei diritti umani...) con oltre 338,2 milioni di euro.

Potrebbe forse rasserenare il fatto che la destinazione principale delle autorizzazioni rilasciate riguardano i Paesi dell'Ue e della Nato che insieme ricoprono il 63,7%, ma le esportazioni effettuate per l'area extra Ue-Nato salgono ad oltre il 44,2% e più del 20,2% dei sistemi d'arma finisce in una delle zone più calde del pianeta: il Medio Oriente e l'Africa settentrionale al quale sono destinate armi per un valore complessivo di 442,8 milioni di euro.

ELENCO BANCHE ARMATE 2007
(fonte: Ministero dell'Economia e delle Finanze, Dipartimento del Tesoro, Dir. V, Uff.1) Sono le banche che hanno effettuato transazioni finanziarie (LEGALI) legate al commercio delle armi nel 2006.

FORTIS BANK
GRUPPO BANCARIO SAN PAOLO - IMI
HSBC BANK PLC
INTESA - BANCA COMMERCIALE ITALIANA
NATEXIS BANQUES POPULAIRES
SAN PAOLO IMI - RETE BANCO DI NAPOLI
SOCIÉTÉ GÉNÉRALE
UNICREDIT BANCA D'IMPRESA SPA
ABC INTERNATIONAL BANK PLC
ARAB BANK PLC
BANCA DI CREDITO COOPERATIVO
BANCA DI ROMA
BANCA INTESA
BANCA NAZIONALE DEL LAVORO
BANCA POPOLARE DELL'EMILIA ROMAGNA
BANCA POPOLARE DELL'ETRURIA E DEL LAZIO
BANCA POPOLARE DI LODI
BANCA POPOLARE DI MILANO (tra i soci fondatori di Banca Etica)
BANCA POPOLARE ITALIANA
BANCA UBAE
BANCA VALSABBINA
BANCA BILBAO VIZCAYA ARGENTARIA
BANCO DI BRESCIA
BANCO DI NAPOLI
BANCO DI SAN GIORGIO
BANCO DI SARDEGNA
BANCO DI SICILIA
BANK OF CHINA LTD MILAN BRANCH
BARCLAYS BANK
BNP PARIBAS - S. A.
CALYON - CORPORATE AND INVESTMENT BANK
CASSA DI RISPARMIO DELLA PROVINCIA DELL'AQUILA
CASSA DI RISPARMIO DELLA SPEZIA
CASSA DI RISPARMIO DELLE PROVINCE LOMBARDE
CASSA DI RISPARMIO DI BOLOGNA
COMMERZBANK AKTIENGEZELLSCHAFT
CREDITO VALTELLINESE
DEUTSCHE BANK

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