Il rumore della Pace

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di Daniela Grassi.

“E se si prega per qualcuno gli si manda un po’ della propria forza.” (Etty Hillesum).

Ieri, 11 ottobre, al Circolo Acli Foyer delle famiglie, ci si è riuniti per un momento di raccoglimento e riflessione su quanto sta accadendo su questo tormentato pianeta: il conflitto che si è scatenato in Israele e nella striscia di Gaza (quasi un ombelico del mondo), ma anche quello dimenticato e sanguinoso del Sudan, la guerra in Ucraina e molte altre, non nominate, ma presenti, ombre di sofferenza e di umiliazione dell’umanità nella calma preziosa del crepuscolo...

Ho dovuto allontanarmi subito dopo il minuto di silenzio, per cui non ho ascoltato e condiviso le considerazioni che sono seguite, ma mentre camminavo pensavo a quale era in quel momento il mio pensiero.
Non è facile esprimersi, giudicare, essere lucidi in un momento come questo, sempre più aggrovigliato su se stesso ed aggressivo, come una cattiva matassa di filo spinato che si arrotola e si srotola per ferire, per punire, per impedire il passaggio e il porgere aiuto, se non l’abbracciarsi, oltre la storia e i confini.

A parte il valore non sindacabile della Pace, che è stato ribadito anche dal comunicato nato alla fine della riunione come espressione della Rete Welcoming Asti e in cui si ritrovano le persone e le associazioni presenti ieri come in molte altre occasioni, mi sono chiesta che altro avrei espresso personalmente, che mi sentirei di suggerire a me stessa e agli altri per praticare una strada utile e alternativa a quelle intraprese in questo violento momento storico, che mi sentirei e mi sento di fare, insomma, che non sia un semplice pour parler, con cui mettersi a posto la coscienza.
E, tra i passi, mi è tornata in mente un’intervista a Franco Battiato, una vecchia intervista televisiva degli anni ’80 in cui l’artista dice: “C’è della gente su questo pianeta, ma nessuno lo sa, che ha fatto delle scelte rigorosissime e che si sacrifica anche per gli altri (…), scelte meditative, spirituali. L’eremitismo è la cosa massima e quelle persone stupide che dicono che questi siano lontani dalla società, non hanno capito niente. Quelli sono i veri caposaldi  del nostro pianeta.”

“Ma cosa danno?” chiede l’intervistatore.
 
“Tantissimo” afferma Battiato, “hanno fatto scelte così rigorose, soffrono talmente tanto nello stato in cui si trovano, che questa loro ascesi è l’ascesi di tutta l’umanità. Ogni volta che uno di loro raggiunge un’elevazione spirituale, la raggiunge tutta l’umanità.”

Ebbene, ora che il mondo sta realmente cambiando pelle e indietro non si potrà tornare, ora che le cose stanno cambiando in maniera davvero inesorabile e lo dimostra, per assurdo, l’esplosione della ferocia primordiale a cui assistiamo in ogni ambito, il rigurgito di tutto ciò che di vecchio e orribile ha sottinteso alla storia e che sa di essere già cenere mostruosa, io come singola anima incarnata facente parte del Tutto, al di là dell’azione pratica, proprio in questo mi ritrovo, in una scelta meditativa di Pace, in un’emanazione continua di Pace che ogni cultura può esprimere, che si ricollega alla pietas tra creature, all’avere corpo e a quello dover dar cura e rispetto prima che ad ogni altra cosa.

Una scelta meditativa di Pace che traversa silenziosamente l’energia caotica e scomposta, brutale o sofferente, di terrore e di depressione psichica e vitale che ci troviamo a vivere per raggiungere il nucleo dell’Essere in ogni creatura, in ogni luogo. A lenire, a curare, a portare luce e respiro anche negli anfratti  più bui, nella convinzione che anche il peggio si possa trasformare. E che se così non fosse, niente avrebbe significato.

Ieri, durante il minuto di silenzio, mi sono ritrovata ad osservare l’atteggiamento di un grosso e mansueto cane che era lì presente: dopo pochi secondi di silenzio, ma soprattutto di immobilità degli umani che lo circondavano, ha cominciato con discrezione e curiosità a guardarsi intorno, proprio tutto attorno.
Non capiva ciò che stava accadendo, perché si sa, gli umani sono generalmente rumorosi e sempre in movimento. Ma in quel breve minuto erano qualcosa di differente: stavano infatti trasformando il mondo con la parte migliore di sé.