Tagli agli autobus urbani ad Asti: tra il dire e il fare ...

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di Mario Malandrone.


Ancora assonnati, Giacomo e Luigina scendono alla fermata del 3; questa mattina lui non si è alzato presto ed è in ritardo e lei, elegante, già lo aspetta alla fermata. E' una bella giornata di sole e dal fondo del pullman - il n° 3 - che lambisce il centro, vedono le montagne un po' coperte dai grattacieli della Saffa; lui, come sempre, bofonchia: davvero non li capisce quegli spuntoni. Lei sorride, ormai è più di un anno che si incontrano alla fermata e vanno in centro, soli e ormai in pensione: per loro è un rito ...

Scendono alla fermata da cui si vede un po' la collina tra i palazzi e vanno verso la un'altra fermata, quella della navetta che, come sempre, è affollata di studenti.
Lui ribofonchia e lei più saggia gli dice: “Guarda che sole .. non abbiamo fretta. Loro vanno a scuola, devono essere puntuali, noi no” e si incamminano verso il centro, poi si salutano e lei con una borsa di juta per la spesa va verso il mercatino, mentre lui acquisterà il solito giornale e prenderà un caffè.
Tempo che lei faccia la spesa, tanto lui un po' di tempo da impegnare "in politica" con qualcuno con cui chiacchierare lo trova sempre.

Giunge dinanzi all'edicola e trova scritto a caratteri cubitali: "Tagli ai trasporti pubblici".
Non ci può credere e una nuvoletta di vecchio politichese imparato nella sezione di partito da giovane si erge come il fumo della pipa davanti a lui: "Una questione centrale posta da tutte le realtà che si apprestavano a contendersi la guida della città era proprio la questione mobilità, il piano del traffico e un bilancio a favore dei servizi pubblici".

Poi si fa più pensoso e gli passano in mente convegni, dibattiti, presentazioni; non se ne è persa una a maggio e ripensa: "c’era  chi sognava ottovolanti su Corso Alba e Torretta (Galvagno), c'era chi insisteva su una mobilità alternativa (le sinistre, i cinque stelle, le liste civiche). C'era chi si gongolava sulla brillante idea introdotta delle costosissime navette elettriche (sempre Galvagno), c'era chi denunciava un piano del trasporto pubblico non integrato, non funzionante e rilanciava proposte alternative".

Lo aveva appassionato quel mese e aveva scommesso su un sindaco giovane, lui più di sinistra; alla fine aveva votato al ballottaggio Brignolo, ai dibattiti ci era andato e poi lui Ex Ferroviere ne capiva di mobilità, sognava pure di riutilizzare i rami in disuso ferroviari per un trasporto cittadino, aveva pure incontrato un giovane Architetto che aveva fatto un piano intelligente.

Certo, alcuni suoi amici del Sindacato dei Trasporti lo avevano avvertito dei tagli della Regione, ma visto che sentiva parlare di bilancio partecipato, di trasparenza, si aspettava che quei tagli nel bilancio del Comune fossero decisi su altre cose, non sui trasporti che andavano invece potenziati.

In un'estate vacanziera, si ricorda improvvisamente che un certo Santo Cannella, appena insediato al bilancio, iniziava a avvertire che forse si sarebbe dovuto tagliare proprio in quel campo; per sopravvivere alla delusione allora gli passano in mente giochi di parole con la sigla ASP, immagina qualche frequentatore degli autobus che invoca l'acronimo dell'Azienda di Trasporto astigiana ASP .. aggiungendoci ASPetta; pensa che appena arriva a casa va al Centro Sociale del quartiere a scuotere dal torpore chi gioca a carte e inizia a raccogliere firme contro i tagli ai bus.
Sa già il discorso che farà agli avventori, parlerà di cittadinanza responsabile, stili di vita e parlerà di città europee che ha visto dove i mezzi li prendono cittadini normali come lui e anche i manager.

Vuole raccogliere firme e darsi da fare come un tempo, però pensa anche che i suoi amici per fare cento metri usano la macchina e che, in fondo, prima di incontrare Luigina si comportava così anche lui; ma da qualche parte si dovrà pur iniziare e allora decide di scrivere una lettera si farà aiutare da un ragazzo un po' strano che frequenta il suo quartiere, sa scrivere e porrà alcune domande.

Innanzi tutto vuole sapere perché non si è consultata la cittadinanza per prendere decisioni sul bilancio.
1) Vuole sapere che fine hanno fatto le promesse elettorali.
2) Vuole sapere perché il Comune non si ribella al patto di stabilità e cosa intende fare per protestare contro i minori trasferimenti regionali.
3) Vuole sapere perché non si è ancora messo mano a un piano serio su trasporti e mobilità, perchè le criticate navette che hanno peggiorato il servizio sono ancora li.
4) Vuole sapere perché se non si fa la TSO (quante firme ha raccolto contro), quei soldi non potranno essere usati per opere legate a una diversa mobilità.
5) Vuole sapere perché le scelte sul Bilancio non sono state discusse con i cittadini e rese più trasparenti ai cittadini stessi.

E' deluso: non si aspettava che andando dal giornalaio si sarebbe trovato sul muso la locandina del giornale con su scritto "Tagli ai trasporti pubblici" e allora tutte le ASPettative che si era fatto?  
I traASPorti pubblici aumentati, finalmente un ASPetto vivibile della città, un ripristino di linee funzionanti e maggiori servizi ai quartieri neonati; tutti i suoi desideri ASPortati dai libro dei sogni.

Eppure in questi giorni si discute di traffico sui giornali, c'è un dibattito importante, lui ne ha seguito l'evoluzione in ogni ASPetto; uscendo si mette alla fermata del 3 e sopraggiunge Luigina come tutte le mattine. Ormai tutti e due in pensione sono soliti andare dal quartiere di periferia, appena alzati, in centro; chiacchierano e lui l'ha pure convinta a votare l'attuale amministrazione a maggio: ora cosa le dirà ... ?

Il sorriso di Luigina è più disarmante dei suoi dubbi e appena lo vede scuro in volto gli dice "Hai letto il giornale, cosa hai di nuovo?". Lui bofonchia un giovanilismo "ASP che ti spiego" e inizia a dirle tutto sui tagli.
Lei gli dice "Ti avevo detto di non nutrire troppe speranze; dal primo giorno che ho visto come si comportavano, ti ripetevo non ci salveremo mai con questi politici. Ma tu non puoi mugugnare e rovinarti questa giornata di sole; guarda, sai che ti dico ? So già che sentirai Ernesto per scrivere una tua solita lettera, questa volta ti darò una mano anche perché non tagliano solo la nostra linea, ma quella che serve l'ospedale e per tutti quelli della nostra età che ci vanno ogni giorno sarà un vero problema. Ti darò una mano, a modo mio, coinvolgendo vicini e amiche, ma i concetti che devi usare non sono ideologici ma di buon senso e umani e poi c'è questo comitato sul traffico: sono un po’ utopisti, ma dicono cose giuste. Se vuoi, alle riunioni ci andiamo".

Lui vorrebbe dirle che il problema sta a monte, che si ricorda le scelte scellerate sul trasporto ferroviario, il Tav e che vorrebbe andare a sfilare in Val Susa perché in epoca di tagli sprecare risorse per un'opera inutile è davvero folle, ma sa che lei non ama le grandi manifestazioni.

Lui il 23 marzo andrà in Val Di Susa e pensa - tra sè e sè - e poi le bofonchia dello sciopero del 22 marzo dei sindacati sui trasporti.
Ora il sole è più caldo; camminano, le prende la borsa della spesa e si avvicinano alla fermata del 3 e ASPettano domani.