Etica, politica e soggetti economici



di Alessandro Mortarino.


Le mie considerazioni della scorsa settimana sulle condizioni "etico-morali" della politica astigiana, hanno generato un fitto dibattito: un po' troppo all'insegna del "Guelfo o Ghibellino" rispetto alla mia esigenza di stimolare un confronto di taglio "culturale", ma tant'è. Procedo ora con qualche aggiuntiva considerazione e con le risposte che Filippo Cornero ha inteso proporre ai miei quesiti. L'assessore Massimo Cotto, invece, mi ha avvisato di avere sporto querela nei miei confronti ...

Premetto che sono iscritto all'Ordine dei Giornalisti e Pubblicisti del Piemonte dal 1996 e che, prima di allora, annovero altri 13 anni come firmatario di decine di periodici di informazione in qualità di Editore privato. In totale fanno 30 anni: mai ricevuto una querela in tutto questo tempo professionale.

L'assessore Massimo Cotto mi dice di essersi sentito leso nell'onore e nell'immagine per questa mia affermazione: «Ma di "questione morale" forse si potrebbe parlare anche a proposito dell'assessore alla Cultura Massimo Cotto, i cui progetti di "Casa (o Case) della Musica" lo vedono agire anche come soggetto economico oltre che come pubblico amministratore. Domanda: dunque per portare avanti progetti vincenti per il rilancio della città occorre necessariamente assumere un ruolo pubblico trainante ? Non c'è più spazio per idee realizzabili da parte della politica "normale" ? Occorre necessariamente divenire anche assessori oltrechè progettisti di nuovi orizzonti ?».

Resto un po' sorpreso e provo a chiarire meglio. Se avessi voluto affermare che Massimo Cotto è coinvolto (come socio, consocio o "Dominus occulto") nel soggetto proprietario futuro della Casa della Musica, lo avrei certamente scritto. Ma non l'ho fatto. Perchè non è questa la verità.
E il contesto complessivo delle mie considerazioni avrebbe dovuto far comprendere cosa intendevo con l'affermazione "Cotto = anche soggetto economico", cioè un richiamo alla debolezza attuale della politica astigiana e non una subdola accusa individuale "mascherata" (un tipo di linguaggio che non pratico d'abitudine ...).
D'altra parte anche wikipedia definisce il concetto di "soggetto economico" in diverse sfaccettature, una delle quali è «Un soggetto economico è una persona o gruppo di persone che esercita un potere volitivo e rappresenta il centro decisionale della gestione, prendendo decisioni strategiche, determinando gli obiettivi generali e le attività per realizzarli, nell'ambito delle scelte più adatte per adeguare i mezzi limitati al soddisfacimento dei bisogni della collettività».

Provo a spiegarmi meglio, per i nostri lettori e per Massimo Cotto: a me pare di assistere ad una situazione in cui il signor Cotto è protagonista di un progetto per la città, basato su un archivio discografico del signor Cotto, su conoscenze e competenze professionali personali del signor Cotto, sull'entusiasmo del signor Cotto. Progetto che trova ovvio step sulla scrivania dell'assessore Cotto per tutti gli sviluppi del caso.
Qualora l'ipotesi diventasse concretezza, chi sarebbe il soggetto "fisico" - unico, a mio parere - in grado di gestirlo ? Rispondo: Massimo Cotto. E chi altri ?
Per questo ho utilizzato il sillogismo "Cotto = anche soggetto economico" e per questo ritengo che in una società matura (in termini di civis, di polis e - già che ci siamo - anche di urbs) il signor Cotto e l'assessore Cotto dovrebbero essere due soggetti ben distinti e dovrebbe esserci una politica altrettanto matura in grado di cogliere tutte le istanze della società civile (le migliaia di "signori Cotto") e tradurle in scelte politiche, cioè collettive. Utile tanto per il signor Cotto quanto per l'assessore Cotto.

Nelle mie considerazioni, mi pare chiaro che ciò che mi premeva (e mi preme) sottolineare come strumento di dibattito costruttivo e sereno, è il ruolo odierno della politica, la sua sempre minore capacità di incidere sulle leve del cambiamento tanto da "costringere" gli stakeholders economico-sociali a doversi necessariamente trasformare anche in amministratori pubblici per dare impulso a progetti che riguardano l'intera comunità. Cioè il grande problema dell'allontanamento dalla politica e dal senso civico dei cittadini "normali".
Di certo non voleva essere un attacco a Massimo Cotto o alla "casa della Musica" (progetto che a me non dispiace affatto) ma un puro e semplice diritto di critica, ben riconosciuto dalla nostra Costituzione e dalla Cedu (Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali).
E resto stupito della sua reazione e relativa querela annunciata, davvero sovradimensionata rispetto alla portata della mia iniziale affermazione: Cotto è anche un giornalista e ben sa che avrebbe potuto richiedere (e lo può fare in ogni momento) ampio spazio di replica, contribuendo ad un dibattito costruttivo anziché ricorrere all’uso giudiziario nella comunicazione politica (strumento, purtroppo, troppo utilizzato nell’attuale nostra stagione così permeata dalla frammentarietà di dialogo).

E ragionando di ruoli, ritengo che ancor più distinti dovrebbero essere il signor Cornero e il presidente della commissione urbanistica Cornero, che ai margini dell'ultimo consiglio comunale ha verbalmente fornito qualche risposta ai miei quesiti morali.
In buona sostanza Cornero sottolinea la sua professione, riconosciuta, di architetto e ritiene che il ruolo amministrativo da lui assunto non può certamente essere fonte di sua penalizzazione professionale.
E mi conferma che la società "Il Pioppo srl" (di cui risulta essere socio formale), già coinvolta nel progetto del ristorante etnico nell'area ex Scagnetti di corso Alessandria, è in qualche modo tra i soggetti che promuovono la realizzazione del vasto progetto della "Porta del Monferrato".
Ho chiesto a Cornero di volermi inviare qualche sua considerazione scritta, in particolare qualche sua valutazione delle "domande morali" che gli ponevo nel mio precedente articolo. Ma per il momento non ho ancora ricevuto nulla, mi auguro sia solo questione di ore.

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