Asti: al via la petizione per un nuovo Piano Regolatore

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Come promesso, il Movimento Stop al Consumo di Territorio Astigiano aggiunge un nuovo tassello al percorso proposto per definire una nuova pianificazione del territorio cittadino di Asti. Dopo avere ottenuto dall'amministrazione comunale i dati del "censimento del patrimonio edilizio esistente" e dopo avere raccolto le critiche degli architetti e delle locali forze economiche del commercio e dell'agricoltura nei confronti di nuovi progetti come Agrivillage e Porta del Monferrato, il Movimento avvia una campagna di raccolte firme per richiedere al Sindaco di Asti due precisi impegni: immediato stop al vigente Piano Regolatore e definizione dell'iter per una sua nuova formulazione ...

Ecco il testo della petizione proposta; la raccolta firme durerà fino al 30 marzo e invitiamo chiunque a sottoscrivere e ad adoperarsi per contribuire ad una ampia divulgazione e raccolta firme.
Chi volesse ricevere i moduli per la sottoscrizione, può farne richiesta a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ecco il testo integrale della petizione:

Al Sindaco di Asti, Avv. Fabrizio Brignolo

PREMESSO CHE:

1) Viste le numerose istanze emerse nell’assemblea pubblica di Lunedì 10 Febbraio 2014, promossa dal Movimento Stop al Consumo di Territorio Astigiano (e formulate da organizzazioni agricole e del piccolo commercio, da produttori vitivinicoli, architetti, associazioni ambientaliste e di valorizzazione del prodotto tipico locale);

2) Vista la necessità di porre fine al consumo di suolo, e di procedere a una nuova e coerente pianificazione urbanistica cittadina;

3) Vista la necessità di indirizzare l’espansione edilizia cittadina nella direzione degli orientamenti formulati dall’Unione Europea, che suggeriscono un percorso di progressivo arresto del consumo di suolo (sino al suo totale azzeramento entro il 2050) per ognuno degli Stati membri, e che impone anche al nostro Paese una conseguente azione normativa e di pianificazione locale;

4) Avendo esaminato i dati sul censimento che evidenziano la presenza di:

- 1.422 edifici non residenziali vuoti (produttivi/commerciali/uffici);

- 1.786 abitazioni ora sfitte, a fronte di una popolazione cittadina aumentata di poco più di 4 mila residenti negli ultimi 12 anni (le abitazioni sfitte sarebbero in grado di garantire un tetto ad altri circa 4 mila residenti, senza contare poi che le "seconde case" presenti in città sono 6.629);

- 77.438 residenti alla data del 16 ottobre 2013, da confrontare con un dato demografico storico molto chiaro: nel 1971 i residenti in Asti erano 76.151. Pertanto si è registrata una crescita di poco più di mille abitanti nell'arco di più di 40 anni;

5) Visto il mancato raggiungimento delle previsioni d’incremento della popolazione identificate dal PRGC - in vigore dal 2000 - rispetto al reale andamento demografico della popolazione cittadina (127.503 abitanti potenziali insediabili secondo quanto previsto dal vigente Piano Regolatore, ben 50 mila in più rispetto al reale).

Le/I sottoscriventi

CHIEDONO DI:

1) Dire un chiaro e netto NO ai progetti di Agrivillage e Porta del Monferrato, delle Langhe e del Roero;

2) Sospendere fino alla definizione di un nuovo PRGC i permessi per l’edificazione di nuove strutture abitative e/o produttive che non siano già in corso d’opera, attraverso una Variante di Salvaguardia;

3) Avviare un percorso tecnico analitico per la stesura di un nuovo PRGC, consono alle reali necessità della città e improntato a precisi criteri di sostenibilità;

4) Applicare gli articoli 31 e 32 del Piano Territoriale Regionale, che così recitano: a) i nuovi impegni di suolo a fini insediativi e infrastrutturali possono prevedersi solo quando sia dimostrata l’inesistenza di alternative di riuso e di riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti. In particolare è da dimostrarsi l’effettiva domanda previa valutazione del patrimonio edilizio esistente e non utilizzato, di quello sotto-utilizzato e di quello da recuperare; b) non è ammessa la previsione di nuovi insediamenti residenziali su territori isolati dagli insediamenti urbani esistenti. Il nuovo insediato deve porsi in aree limitrofe ed organicamente collegate alla città già costruita, conferendo a quest’ultima anche i vantaggi dei nuovi servizi e delle nuove attrezzature, concorrendo così alla riqualificazione dei sistemi insediativi e degli assetti territoriali nel loro insieme) e favorire così il recupero dei contenitori cittadini vuoti e/o in stato di abbandono.