Perché non concordo con la riapertura del campo di motocross a Valmanera

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di Vittorio Fiore.


Proprio non capisco perché ci si ostina a riproporre una soluzione così negativa per l'ambiente naturale, come quella rappresentata dalla riapertura del campo di motocross nei boschi di Valmanera. Quando frequentavo il C.E.A. WWF di Villa Paolina ricordo perfettamente il gravissimo disturbo sia acustico che di inquinamento atmosferico rappresentato da quell'impianto, impropriamente posizionato nel cuore dell'unico e prezioso polmone verde della città di Asti ...

Era fin troppo evidente che tale attività, seppur legittima ed ammissibile in un altro contesto, lì rappresentasse un inserimento forzato e sbagliato, che ledeva gli interessi primari di tutta la silenziosa comunità dei cittadini, i quali, senza raccogliere firme, hanno tutto il diritto di poter godere il fascino di un bosco naturale, nel massimo rispetto della ricchezza della vita animale e vegetale, dove gli unici suoni devono essere il fruscio delle fronde e i canti degli uccelli, avendo la possibilità di respirare a pieni polmoni l'aria profumata e ossigenata delle piante.

Finiamola pertanto con questa assurda pretesa di considerare l'inserimento in un parco naturale, come un valore aggiunto di un tale impianto, asserendo essere particolarmente apprezzato da appassionati di tutta Europa, forse anche perché si tratta di un esempio unico nel suo genere, visto che negli altri paesi si nutre un diverso rispetto della natura e tali soluzioni sono proibite.  Non e proprio possibile, a mio parere, conciliare le esigenze di un parco con quelle di un'attività sportiva esercitata con mezzi meccanici, specificatamente attrezzati per svolgere evoluzioni acrobatiche su percorsi accidentati, che oltretutto, non avendo marmitta, producono scarichi particolarmente inquinanti, certamente cancerosi, essendo fonte di un disturbo acustico insostenibile.

Penso pertanto che la soluzione della corretta localizzazione di tale attività sportiva debba essere cercata e trovata altrove, in un'area già compromessa sotto l'aspetto ambientale, quale quella di una cava abbandonate da recuperare. Si potrebbe eventualmente predisporre un vero e proprio impianto attrezzato con tribune, disposte attorno ad un campo dotato di rilievi artificiali, secondo i più recenti esempi esistenti negli USA.
Se poi tali appassionati amano davvero il verde naturale, possono recuperare la restante superficie del sito di cava, utilizzando eventualmente le tecniche dell'ingegneria naturalistica.