Previsioni sbagliate e il Comune di Asti si fa banca



di Alessandro Mortarino.


Correva l'anno 2005 e l'amministrazione comunale di Asti (non importa di quale "colore" politico) riusciva ad accedere ad un finanziamento regionale per la realizzazione di una nuova (ennesima) area produttiva/industriale in zona Quarto. Nel settembre 2014 quest'area risulta per due terzi ancora libera (oltre 60 mila metri quadrati nel quadrilatero compreso tra l'Avir e il carcere di Quarto) e le 7 imprese che si erano aggiudicati i lotti attraverso un apposito bando, hanno tutte rinunciato all'opzione. Nel frattempo l'amministrazione comunale (non importa di quale "colore" politico) ha comunque provveduto a completare l'urbanizzazione dell'area (asfaltatura, strade, reti impiantistiche) e, dato che in ogni caso dovrà restituire alla Regione i fondi ricevuti, mette in campo una nuova proposta per attirare imprese ...

Nel 2006 l'amministrazione puntava a raccogliere circa 5 milioni di euro dalla vendita a privati di terreni della nuova zona industriale di Quarto, oggi non ci sono compratori in vista. E nemmeno più terreni liberi in questa area che potrebbe vantarsi di possedere suoli di prima classe agricola, i migliori per le coltivazioni.
Un paradosso della nostra modernità, si direbbe. I pianificatori lavorano su ipotesi e non su bisogni, accedono a finanziamenti, avviano opere. Ma i bisogni latitano e gli errori costano.
In mezzo c'è il territorio, ancora una volta asservito alle priorità dell'economia e dilaniato dalle abitudini di una politica che guarda pericolosamente all'indietro.

Dal sito http://www.fabriziobrignolo.it/index.php/biografia apprendiamo un punto di vista dell'attuale Sindaco di Asti: «Progetti di cui sono fiero: tra i progetti di cui vado maggiormente orgoglioso, da me realizzati per la Città allorché ero assessore, ricordo (omissis ...) la realizzazione del piano di insediamenti produttivi “privato” nell’area industriale di Quarto e l’avvio del Piano di Insediamenti Produttivi “pubblico”». (Questo "fiore all'occhiello" è indicato al secondo posto dell'elenco, ndr ...).

Ora l'amministrazione (non importa di quale "colore" politico) si trova a dover decidere il da farsi: dinanzi ha un debito da restituire e dunque non vede altra soluzione che procedere (l'urbanizzazione totale dell'area è stata completata da poco, nonostante l'assenza di acquirenti) e trasformarsi in sirena tentatrice per ammaliare ed attrarre investitori, attraverso un'offerta particolarmente allettante che prevede:

- Nessun onere di urbanizzazione, in quanto l'area è già interamente urbanizzata.

- Basso canone annuale (a titolo di esempio un’area che costerebbe 700 mila euro viene offerta in concessione a circa 25.000 euro all’anno, poco più di 2.000 euro al mese).

- Utilizzo delle aree senza esborsi per i primi cinque anni.

- Concessione delle aree in Diritto di Superficie, che implica una fruizione della stessa per un arco temporale ricompreso tra 60 e 99 anni a fronte di un corrispettivo della concessione che potrà essere pagato attraverso un pagamento rateizzato. Al termine della concessione l’immobile edificato dal concessionario resterà di proprietà del Comune di Asti il quale, riunite le proprietà dell’area e del bene edificato, potrà disporne a suo piacimento, anche con eventuale nuova concessione, riconoscendo il diritto di prelazione al concessionario decaduto.

- Concessione delle aree in Locazione per un arco temporale non inferiore a 15 anni. Il corrispettivo della locazione potrà essere pagato con un pagamento del canone annuale con diritto di riscatto dell’area al termine del periodo di locazione.

La "gente della strada" direbbe: pur di occupare i lotti, il Comune si trasforma in una banca per agevolare imprenditori vogliosi ma timidi ...
Ma il problema è quello solito: una pianificazione sbagliata è una pianificazione sbagliata, tutto il resto sono tentativi di rimediare al latte già versato.

Ah, dimenticavo. Secondo i dati del "censimento del patrimonio edilizio esistente in città", fornito nel dicembre dello scorso anno dall'amministrazione comunale al nostro Forum Salviamo il Paesaggio, le strutture produttive (capannoni, uffici ecc.) non utilizzate - dunque vuote - ammontano a più di 1.400 e molto probabilmente questa cifra è aumentata negli ultimi mesi dato il persistere della crisi economica in atto ...

Nel frattempo, però, il PISU (Progetto Integrato di Sviluppo Urbano) viaggia, forte del finanziamento pubblico ricevuto. E, tanto per fare un esempio, l’ex palestra Muti sta per essere - minimamente - ristrutturata alla modica cifra di 134 mila euro: denaro pubblico. Poi un bando darà la possibilità a qualche imprenditore di poterla utilizzare, non prima di averci investito altri 300 milioni circa per tutte le opere edilizie non garantite dal Comune, per mettere a disposizione della città un contenitore che consenta di ospitare attività culturali.
Anche in questo caso (come sempre) prima si va a caccia di finanziamenti pubblici e poi ci si preoccupa di individuare chi possa gestirli, a quali condizioni, per farne che.
Dita incrociate e scongiuri ?

A noi resta difficile comprendere i vantaggi di un simile agire e restiamo stupiti da una situazione che mostra evidenti difficoltà finanziarie per un Comune che, però, ora si fa banca (mentre le banche fanno altro).

Ma forse siamo noi che non guardiamo (più) al passato e che crediamo che le pianificazioni poggino su bisogni reali e non su semplici presunzioni ? ...

Aggiungi commento

Invia
Altritasti Periodico on line dell'Associazione di Promozione Sociale Altritasti - via Carducci 22 - 14100 Asti - C.F. 92060280051
Registrazione: Tribunale di Asti n. 7/2011 del 28.10.2011 - Direttore Responsabile: Alessandro Mortarino