Come se occupare fosse un divertimento!

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di Michele Clemente.

Natale è passato, con Maria e Giuseppe che cercavano un tetto dove far nascere Gesù. E trovarono solo una capanna.
Per le Marie e i Giuseppe di oggi, anch'essi senza un tetto, nessuna simpatia, anzi giudizi sommari sparati sulle colonne dei giornali, magari dopo aver assistito alla Messa d'ordinanza. A costoro provo a raccontare come si può diventare Occupante (cosiddetto) Abusivo di Casa ...

Finché hai un lavoro e un reddito, sei una persona normale, puoi pagare l'affitto, le bollette, le spese. Ad un certo punto il lavoro non c'è più o diventa precario o nero o malpagato. In casa entrano meno soldi o non ne entrano affatto. Oppure capita un grave problema di salute o qualche altra disgrazia per cui le spese esplodono.
Ti trovi a dover scegliere: pagare l'affitto o far mangiare i tuoi figli? Pagare l'affitto o le cure mediche? E' così, banalmente e semplicemente così, che accumuli mesi di affitto arretrato e diventi un inquilino moroso.

Arriva lo sfratto, a volte riesci a rimandarlo, ma prima o poi diventa esecutivo. Cerchi aiuto e non lo trovi, le Istituzioni non sanno cosa dirti, ti suggeriscono di farti ospitare da parenti (che magari hanno gli stessi problemi tuoi). Oppure  propongono di dividere la famiglia: Giuseppe al dormitorio e Maria e i bambini in una casa-accoglienza. La famiglia è sacra, è stato anche inventato il Family Day. Evidentemente non si riferiscono alla tua, di famiglia.

Qualcuno (a volte gli stessi Servizi Sociali) ti indica un'associazione, il Coordinamento Asti Est, ci vai e trovi altri con gli stessi problemi tuoi. E provate a cercare una soluzione insieme. Venite a sapere che ad Asti ci sono oltre 2 mila appartamenti sfitti sia pubblici che privati! A fronte di gente sbattuta per strada!
Allora, si inizia a pronunciare la parola che spaventa i benpensanti ben pasciuti: occupazione degli edifici vuoti e inutilizzati. Si stabilisce che non saranno mai occupati alloggi di case popolari, non si deve fare la guerra tra poveri.

Al Coordinamento suggeriscono di darsi delle regole, come tenere bene gli stabili e se possibile apportare anche delle migliorie. Vi dicono che potrete andare incontro a processi e a denunce, non sarà una passeggiata. Sarà una scelta difficile, non tutti se la sentiranno. Chi deciderà di percorrerla, lo farà perché non ne aveva altra per salvaguardare la sua dignità.

Ad Asti le occupazioni hanno interessato quattro stabili, di cui due pubblici, uno derivante da fallimento e uno di proprietà di una società immobiliare. Tutti vuoti, abbandonati da anni e lasciati all'incuria.  
Non sono mai state occupate abitazioni destinate ad altri né riconducibili a piccoli proprietari. Sono passati almeno 7 anni dalla prima occupazione, possiamo dire che si è trattato quanto meno di un tampone che ha evitato l'esplosione di un dramma sociale?  
Che la cosiddetta illegalità ha fornito una risposta che nessuno voleva dare?

Nel frattempo lì sono nati bambini e bambine, altri hanno iniziato ad andare a scuola: la vita, insomma. E non sono mancati episodi di solidarietà fattiva da parte di associazioni e singoli privati, ma è difficile mantenere l'attenzione su una situazione che si trascina senza soluzioni.
Nel frattempo il Governo Nazionale, invece di applicare la Costituzione (ad esempio art. 3 "E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale ..."), ha prodotto leggi che criminalizzano la povertà. Come la Legge 80/2014 (Governo Renzi), che ha condannato all'estinzione le case popolari e il cui famigerato art. 5 vieta gli allacciamenti delle utenze (acqua, luce, gas) nelle case occupate. Vendetta sociale.

Il Tribunale ha emesso alcune ordinanze di sgombero, di fatto non eseguite perché erano coinvolte troppe persone, tra cui molti bambini, e nessuno se la sentiva di far scoppiare questa miccia, di fare "macelleria sociale".
Mia personale opinione da cittadino: processi lunghi, sentenze non eseguibili, reati minori (aver forzato la porta di un edificio abbandonato ...). Non è uno spreco di denaro pubblico? Non conveniva usare questi soldi per aiutare le famiglie in difficoltà?

Quanto al Comune. Siamo passati da un'amministrazione ostile e solo preoccupata di perseguire l'illegalità, ad un'amministrazione - l'attuale - che, pur sempre biasimando le occupazioni (non sia mai!) si è impegnata almeno ad ottenere qualche rinvio degli sfratti e ha risolto qualche problema di singole famiglie o singoli individui.
Ecco, l'attuale Amministrazione, per bocca del Sindaco Brignolo e dell'Assessore Vercelli, prova a cercare una soluzione per volta ma non sopporta il confronto collettivo, con gli occupanti, con gli sfrattati o, peggio ancora, con alcune associazioni e in particolare con il Coordinamento Asti Est.

Eppure il Coordinamento Asti Est – di cui faccio parte - in questi anni ha rappresentato in questa città un punto di elaborazione sul bisogno abitativo, ad Asti e non solo. E ha proposto (invano!) possibili soluzioni, che non passano certo dalla costruzione di nuovi edifici; siamo d'accordo con il movimento “Stop al Consumo di territorio”: si è cementificato già troppo, quanto costruito è più che sufficiente se si vogliono risolvere i problemi.
Come Coordinamento abbiamo sempre sostenuto la necessità di strategie che andassero oltre la normale amministrazione, come le requisizioni e i comodati d'uso, ma ci vorrebbe una visione politica altra ed alta e coraggiosa. Le soluzioni per le persone (persone!) devono essere da casa a casa e non da casa a parcheggio.

Invece a fine 2016 il Comune ha presentato in pompa magna una sorta di parcheggio per sfrattati, soluzione vecchia e risibile a fronte dell'estendersi delle difficoltà abitative causa il perdurare della crisi.
A chi non vede il problema sociale ma solo quello giudiziario, a chi manda lettere inviperite ai giornali, dedico le parole di una canzone di Francesco De Gregori: "Stai dalla parte di chi ruba nei supermercati? O di chi li ha costruiti? Rubando?".

Io sto con i primi.