Ad Asti tira "sicuramente" aria elettorale



di Alessandro Mortarino.

Da qualche settimana l'aria cittadina è cambiata. E non ci riferiamo (purtroppo) ai dati rilevati dalle centraline Arpa D'Acquisto e Baussano, che continuano imperterrite a segnalare gli sforamenti costanti dei limiti delle emissioni di polveri sottili consentite dalla legge. La nuova aria che si annusa e si trangugia è quella tipica di 5 anni fa, di 10 anni fa, di 15 anni fa: aria di elezioni amministrative. La primavera prossima ventura ci inviterà a deporre nelle urne la nostra preferenza per un nuovo Sindaco, un nuovo consiglio comunale, una nuova guida e i candidati hanno già annunciato i loro primi proclami e snocciolato le priorità essenziali: sicurezza, sicurezza, sicurezza ...

Fateci caso: che il candidato Sindaco sia di destra, centro, sinistra, pentastellato, civico o civicocivicocivico, il primo punto del programma è la sicurezza.
Tema certo da non trascurare, ci mancherebbe.
E la ricetta, a seconda della visione longitudinale, si compone di plurimi "più": videosorveglianza al quadrato, centrali operative, pattuglie rondesche, delegati di zona, app dedicate, mastini, dobermann, raddoppi e triplicamenti di forze poliziesche, forse l'avvento di militari attruppati, militari in congedo, reduci. Naturalmente Alpini. Vigili vigilanti e "svigi". E bersaglieri, di corsa.

Nessuno che abbia voglia di coniugare "sicurezza" con "cultura", con "mediazione sociale", con "azioni di prevenzione", con "percorsi di educazione alla legalità", con "riscoperta della comunità" ?

Forse qualcuno potrebbe osarsi a parlare di "sicurezza partecipata" ?

Oppure potrebbe avere il coraggio di ragionare di "coesione sociale" ?

Quali sono le cause che generano la nostra necessità di sicurezza ? Disagio economico, gap sociale, impoverimento culturale o che altro ? Ci siamo mai preoccupati di comprenderlo, nel nostro privato e in modo collettivo ?

Una città come Asti è ricca di cittadini e di associazioni che si occupano del bene comune della comunità e della qualità della vita del territorio: perchè non partire da loro, mettendo insieme le risorse delle persone e delle istituzioni per progettare, promuovere e diffondere la necessaria moltiplicazione di reti e attività di quartiere che facciano uscire dal guscio delle loro case le famiglie per ripopolare giardini, parchi, piazze, angoli di un luogo che attende solo di essere (ri)disegnato da tutti, assieme, e non dai soliti pochi ?
Una, dieci, cento nuove associazioni aggreganti. Di quartiere. Di strada. Di condominio. Di condivisione.

La sicurezza di Asti attende spazi per i giovani, autogestiti e senza necessità di pagare un biglietto.
Ha bisogno di stimoli che concorrano ad avvicinare le persone, senza pregiudizi nè timori.
Chiede valori, altruismi, reciprocità. Quelle del dialogo. Quelle dello scambio e della relazione senza distinzioni tra razze, sessi, ceti.

Con due volanti in più, al massimo, si consumerà un po' più di benzina (o gasolio).

Almeno un candidato "strambo" che voglia coniugare "sicurezza" con tutto ciò, prima o poi salterà fuori ?
Ai posteri ...


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