Per Asti ci vuole un Piano. Forte...

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di Alessandro Mortarino.
Esaurite le vacanze estive, la newsletter settimanale di Altritasti torna puntuale nelle vostre caselle mail. E, come per ogni ripresa, la ritrovata serenità si sposa con l'esigenza di non limitarci a osservare solo le questioni maggiormente legate all'attualità, ma di usare l'umana capacità di orientare una visione complessiva in grado di ispezionare l'insieme e decifrare le "cose da fare". Per la città di Asti significa non fermarci alle novità legate all'Oasi dell'Immacolata o all'Agrivillage o ai terreni lungo Tanaro della Consolata,bensì ragionare attorno a un Piano regolatore non attuato, alla mobilità cittadina, all'inquinamento dell'aria, agli effetti del cambiamento climatico ...

Durante la campagna elettorale tutti gli otto candidati Sindaci avevano - in modi e misure differenti - appuntato le loro strategie sulla necessità di avviare un percorso indirizzato alla definizione di un nuovo Piano Strategico cittadino. Qualcuno lo aveva denominato "Stati Generali", altri "Sistema Asti", altri ancora avevano indicato semplicemente l'adozione di un "Tavolo" collettivo come strumento essenziale e partecipato per decidere - tutti assieme - la strada migliore da intraprendere per restituire alla città una visione per il futuro prossimo.

Noi continuiamo a ritenere che questo passo debba essere mosso con urgenza assoluta.

Cioè: subito.

E ora che la nuova amministrazione è nel pieno dei propri poteri, l'esercizio del suo mandato riteniamo non possa essere disgiunto da un lavoro (non facile e certamente lungo) di pianificazione globale. Un Piano strategico. Per la città e per i cittadini.

Nel 2014 l'amministrazione Brignolo aveva recepito la richiesta di avviare l'iter per predisporre un Piano strategico e aveva affidato all'allora assessore Maria Bagnadentro il compito di guidarne il percorso di progettazione. Quell'iter si è però repentinamente interrotto e oggi non abbiamo traccia di ciò che è stato fatto e dei motivi per cui abbia conosciuto lo stop.
Siamo sempre più convinti che questo Piano sia fondamentale, per evitare che energie e tempo continuino ad essere destinati a fronteggiare casi isolati, il cui impatto rischierebbe esiti decisamente abnormi.

Un Piano strategico è dunque necessario e urgente. E pare che tutti siano d'accordo; dunque, diamo il "la" necessario e iniziamo a fare suonare il nostro Piano.
Forte.

Ce lo impone la situazione di gravità enorme in cui versa l'aria cittadina, che fa di Asti la nona città più inquinata d'Italia, con sforamenti continui rispetto ai limiti di legge e un evidente e cronico pericolo per la salute. Nei primi otto mesi di quest'anno la sola centralina di via Baussano ha registrato 42 sforamenti - 7 in più del consentito dalle già troppo permissive leggi - e fra poche settimane sarà autunno e poi inverno, le stagioni più difficili sotto il profilo ambientale.
Occorre intervenire e per farlo non possono essere sufficienti palliativi: occorre una cura drastica. Che incida sul traffico veicolare e adotti misure coraggiose fatte di divieti di circolazione e di incentivi, del ripristino del trasporto ferroviario interrotto tra la città e i comuni della provincia, del piacere di attrarre persone.

Ce lo impone il palese "fallimento" del Piano Regolatore vigente. Un Piano del 2000, che prevedeva una città di 127 mila residenti a fronte degli attuali 77 mila (praticamente l'identica situazione demografica di 30 anni fa), di 1.800 abitazioni vuote/inutilizzate e oltre 6 mila seconde case.

Ce lo impone il cambiamento climatico che sta (già) modificando la nostra vita sull'intero Pianeta e non può più essere considerato come un "problema altrui", ma deve trasformarsi in un nuovo stile di vita (individuale e collettivo) anche nella nostra città.

All'inizio di settembre, paghi del po' di relax accumulato, tutto può sembrarci più semplice ed è bene che ora l'amministrazione colga l'attimo e diriga le proprie energie nella costruzione di questo atteso "nuovo".
Senza una visione - ahinoi - continueremo a rincorrere il prossimo centro commerciale o il nuovo complesso residenziale del momento, progettato in un'Oasi immacolata, consolata o agrivillaggesca. Che non sarà la prima e neppure l'ultima. Cioè tassello di un mosaico senza contorni definiti.

Ma nelle Oasi troveremo solo struzzi con la testa rivolta sotto la sabbia: la visione strategica, allora, potrà essere unicamente un universo limitato, oscuro, finito.

Alla nuova amministrazione comunale ora il compito di agire.
Siamo tutti d'accordo ? E allora: adelante ...