I pilastri della pianificazione urbanistica ad Asti

Il Consiglio dell'Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Asti è stato inviato a partecipare al Consiglio Comunale in seduta aperta, svoltosi giovedì 5 ottobre scorso presso la Sala Consigliare di Piazza San Secondo. Il tema dell'incontro era il progetto "Agrivillage", riguardo a cui è stato chiesto di intervenire ai fini di esprimere una propria opinione in merito. Il delegato del Consiglio incaricato, arch. Fabrizio Aimar, ha esposto in tale sede un comunicato redatto e condiviso da tutti i membri dello stesso, in cui si ribadiscono alcune necessità programmatiche e obiettivi strategici ...

Gentile Sindaco, Gentili Assessori, Gentili Consiglieri,
          
vi ringraziamo per il coinvolgimento e per la possibilità di opinione in questo Consiglio Comunale aperto.
Prendo la parola in qualità di portavoce dei pensieri e delle riflessioni entrambe maturati all’interno del nostro Consiglio di indirizzo dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Asti, di cui sono attualmente un Consigliere in carica.
In merito alle considerazioni che si intende portare all’attenzione di questa assemblea qui oggi riunita, va detto che, senza dubbio, queste sono frutto della riflessione che l'Ordine degli Architetti ha, ormai da tempo, avviato sulla nostra città e sul nostro territorio. Basti pensare ai temi affrontati dalle 2 edizioni del nostro Festival dell’Architettura Astigiano, ASTI Fest, così come i 16 progetti degli Architetti con meno di 40 anni da noi chiamati "Architetture Sottili – Piccoli interventi di Agopuntura Urbana": essi sono la manifestazione chiara di alcuni risultati di questa continua riflessione.

L’Ordine degli Architetti ritiene che ciò che serva oggi, al nostro territorio, sia una riflessione complessiva che tenga conto di una serie di esigenze, alcune molto pressanti, che devono essere affrontate in modo totale, programmatico, pianificato e non parziale.
È facile riassumerle, si tratta di:

- riuso del patrimonio edilizio attualmente sottoutilizzato o non utilizzato, e rigenerazione di quelle parti di territorio in cui non sia più possibile il riuso del patrimonio edilizio esistente;

- efficientamento energetico e sismico del patrimonio edilizio esistente;

- rivitalizzazione del centro storico cittadino;

- rispetto del paesaggio, sia agrario e sia urbano, con la cura e la riprogettazione dello spazio pubblico;

- stop al consumo di nuovo suolo, in quanto è un bene finito;

- riconoscimento del valore ambientale come bene comune;

- ricerca della più alta qualità possibile del progetto urbanistico ed architettonico, a cui far corrispondere la qualità dello spazio pubblico;

- partecipazione pubblica alla crescita di valore economico provocato dalle scelte di politica urbanistica, come, ormai da alcuni anni, stabilisce la legge dello Stato.

Si tratta, a nostro avviso, di principi fondanti di una qualsiasi politica urbana contemporanea. Quanto elencato dovrebbe costituire dei veri e propri valori, sui quali basare ogni valutazione delle proposte avanzate alla Città da parte di qualsiasi portatore di interessi legittimi.

Questi punti sono ribaditi anche dal nostro Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. Sul proprio sito web si può leggere, infatti, che il CNAPP “identifica, nelle politiche di rigenerazione urbana sostenibile, un’irripetibile e improrogabile occasione per stimolare concretamente la riqualificazione architettonica, ambientale, energetica e sociale delle città italiane. Il territorio non costituisce una risorsa infinita e le città devono essere capaci di ricostruirsi al proprio interno, anche al fine di garantire un habitat che assicuri la massima qualità di vita ai propri cittadini.”

Pertanto, ciò che l'Ordine degli Architetti chiede, e continuerà a chiedere, è la condivisione di questi obiettivi che sono di fatto dei valori, anche di natura etica.
Se ciò avverrà, sarà poi molto semplice valutare proposte come “Agrivillage” o come “l'Oasi dell'Immacolata”.

Inoltre, ciò che chiediamo, al presente Consiglio Comunale, è di riconoscere questi principi come metro di valutazione per ogni proposta, sia essa presente che futura. Solo in questo modo, a nostro parere, esprimersi e discutere sugli atti successivi sarà molto più semplice per tutti gli attori in campo.

Il Consiglio dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Asti

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