Torture nel carcere di Asti: arriva una sentenza europea

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A cura dell'A.N.P.I. di Asti.

E' con grande amarezza che l'A.N.P.I. di Asti ha appreso della sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, che ha condannato l'Italia per tortura. Due gli episodi incriminati: i noti fatti di Genova 2001 e i meno noti fatti al carcere di Asti. Proprio sul nostro territorio, dove viviamo ed operiamo, si sono consumate gravissime violenze, contro cittadini detenuti e pertanto affidati all'autorità pubblica, al fine di espiare le loro colpe ed essere rieducati e restituiti al consorzio civile come persone migliori. Non per essere torturati ...

Noi che abbiamo sempre difeso la nostra bellissima Costituzione, noi che riteniamo le istituzioni repubblicane figlie legittime della Resistenza e della lotta contro il nazifascismo, siamo sconcertati di quanto è successo. I tanti giovani partigiani, di cui serbiamo gelosamente memoria, hanno sacrificato la loro giovinezza e le loro vite, hanno subito anch'essi la tortura per mano dei nazisti e dei fascisti, non certo perché l'Italia fosse accusata di una colpa tanto infamante, che ci disonora di fronte all'Europa.  

Dobbiamo rimediare, e in fretta. Deve essere introdotto nel nostro Codice Penale il reato di tortura, per permettere alla Magistratura di reprimere con efficacia, e quale monito per prevenire il ripetersi di episodi del genere. I corpi dello stato che gestiscono l'ordine pubblico e la custodia carceraria  devono essere adeguatamente formati, affinché non si perda mai la misura della civiltà e del rispetto della persona umana.

Anche in democrazia bisogna prevedere la possibilità di reprimere i comportamenti delittuosi, ma occorre farlo in un modo consono ad una società, per l'appunto, democratica.