Camminare fa bene/1

di Gabriella Sanlorenzo.

Camminare è una passione, un passatempo, ma anche una terapia a lungo termine. Dalle nostre parti molti lo sanno, dato che sono piuttosto numerosi i gruppi di camminatori organizzati. Io ne ho contati sette in città e provincia facendo una semplice ricerca in rete: Asd Nordic Walking, Nordic Walking Incisa, CAI, Camminatori San Domenico Savio, Sos Diabete, Camminare lentamente e CrAsl Asti ...

Ce ne saranno altri? Credo proprio di sì, magari non così visibili e pubblicizzati in rete.

Non si contano poi i camminatori solitari, in coppia o in piccoli gruppi, che si incontrano preferibilmente il fine settimana nei percorsi più panoramici che si sviluppano dentro e fuori città.

Malgrado questa consistente presenza, in una città dove il centro urbano si sviluppa su due corsi principali, entrambi di lunghezza di un paio di km, nelle ore di punta e in qualsiasi direzione si vada, ingorghi e smog sono all'ordine del giorno.

Devo dire che la cosa mi sconcerta un po'. Mi immagino quindi anche che i camminatori così attivi nei momenti di svago, agiscano come tali solo "part-time", attratti invece dal fascino delle quattro ruote quando si tratta di spostarsi per motivi di lavoro o per accompagnare i figli a scuola.

Per capire meglio quali sono le ragioni di questa situazione, entrare di più nella mentalità del camminatore "tipo" e per tentare di migliorare la qualità di vita di chi a piedi ci va sempre e comunque, faccio due chiacchiere con Secondo Berzano, dipendente della Camera di Commercio, ma soprattutto camminatore incallito.
Secondo mi spiega che già da bambino era solito fare percorsi a piedi piuttosto lunghi, con il padre che lo portava dalla loro casa nella periferia ovest della città fino a San Marzanotto o a Mongardino a trovare nonni e zii.
Giunto all'età più adulta ha ripreso a camminare seriamente per motivi di salute. Nel 2004 infatti un infarto lo colpì in modo piuttosto grave, e in seguito ad esso i dottori gli consigliarono quella che per molti è la prevenzione migliore per i problemi cardiaci.

Secondo pratica anche il ciclismo, ma lo trova uno sport sempre più difficile e rischioso. Pensa invece che camminare sia più rilassante e un po' meno pericoloso.
Quindi, attualmente, Secondo percorre almeno 20 km ogni settimana, partecipando a camminate in e fuori città e muovendosi da casa al lavoro, su un tragitto di ben 3,5 km a piedi.
E per questo gli chiedo di aiutarmi a capire perché questa bellissima passione sua e di tanti altri, non diventa un'abitudine generalizzata, in modo da trasformare la città da camera a gas, a palestra a cielo aperto.

Ma neanche lui riesce a spiegarmi perché gli astigiani – in linea con gran parte della popolazione italiana – siano così amanti delle quattro ruote.

E allora gli chiedo, mi chiedo, e chiedo a chi ha letto queste righe: possiamo cercare insieme di risolvere o almeno migliorare la situazione senza passare la patata bollente ad altri ?

... segue nelle prossime settimane ...


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