Città (in)decorose?

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di Domenico Massano.

La Questura di Asti informa che “sono stati attuati mirati servizi, specie nelle ore serali e notturne, diretti a migliorare il decoro e la vivibilità urbana”. Il principale risultato, o quantomeno il primo a essere riportato, di questi controlli “su strada” è l’espulsione dal territorio nazionale di tre donne straniere, “verosimilmente intente a prostituirsi nella zona” ...

Pochi giorni fa, sempre in nome del decoro, sono stati sgomberati diversi clochard dal centro di Torino, nonostante la recente morte per il freddo di uno di loro, Mohamed.

Ad Alessandria, inoltre, il decoro informa un nuovo regolamento cittadino che prevede la requisizione delle elemosine ai mendicanti.

Il ritornello del “decoro urbano”, complici i decreti dell’attuale Governo, sembra mostrare sempre più chiaramente la sua duplice natura populista e punitiva, dissimulando le emergenze sociali, che riguardano fasce sempre maggiori di popolazione, dietro a misure persecutorie e discriminatorie, le cui vittime sono le persone maggiormente fragili e ai margini.
Espellere, esponendo così a ulteriori violenze, donne costrette a vendersi per strada, allontanare chi è povero e senza casa requisendogli beni e ripari dal freddo, non è decoroso!

Lo sarebbe assumersi la responsabilità amministrativa e sociale di provare a dare risposte a chi vive nella miseria e nello sfruttamento, piuttosto che cacciarlo con misure di polizia e/o provvedimenti giudiziari.
Pare che, ultimamente, dietro ad un acritico inseguimento di un feticcio costruito ad hoc, quello del “decoro urbano”, si stia sacrificando non solo la vita di molte persone in difficoltà, ma la dimensione umana e solidale delle nostre comunità.