Un'altra cultura in provincia è possibile?

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di Fulvio Gatti.

Contestare l'affermazione – ormai, forse, desueta anche nel sentire comune – secondo cui “con la cultura non si mangia” ci ha portato su un terreno opposto e scivoloso. Perché se è vero che i festival e momenti di condivisione culturale, più o meno legati al mondo della scrittura e dell'intrattenimento, crescono di numero ogni giorno, trovando spazio anche al di fuori dalle grandi città, non è altrettanto scontato che riescano a raccogliere un cospicuo pubblico interessato ...

A monte, nella mia personale opinione, c'è un frainteso. Troppe iniziative vengono ancora organizzate in modo approssimativo, magari per il pubblico “coatto” degli studenti (non sono loro a scegliere di partecipare) oppure con il proposito di soddisfare il desiderio di espressione di un aspirante artista o scrittore (senza tener conto dell'effettiva capacità dei diretti interessati di trasmettere davvero qualcosa a un potenziale pubblico). C'è il rischio insomma che un possibile fruitore di cultura, incappando in uno spettacolo o reading o incontro poco efficace, si disinteressi per intero a tutto ciò che è cultura.

Altri problemi sono poi chiaramente nelle risorse disponibili per far sapere dell'esistenza di un'iniziativa: i quotidiani non bastano, la Rete è un mare magnum, siamo quotidianamente bombardati di stimoli e non è impossibile che ci sfugga l'annuncio di un'iniziativa cui, magari, saremmo interessati.

La mia regola di massima, quando mi occupo di un evento, è di dare vita a qualcosa che sia sufficientemente accattivante e nuovo da incuriosire; e, al contempo, essere riconoscibile da quel pur ristretto panorama di fruitori della cultura. Significa, a volte, anche essere estremamente realistici: rinunciare a organizzare un incontro se non c'è modo di offrire almeno le spese di viaggio a un relatore competente; oppure se si rischia di non poter comunicare l'appuntamento in modo adeguato.

Essere per una volta tangenziale, sebbene coinvolto, in due iniziative che si svolgono nella nostra provincia nei prossimi giorni mi mette nella posizione di consigliarveli come possibili “buoni esempi”. Non organizzo io, perciò dovrei essere sufficientemente obiettivo.

Venerdì 18 maggio in piazza Amedeo d'Aosta a Canelli si svolgerà il primo spettacolo della nuova edizione del Festival Classico. Si tratta di “Archimede Infinito”, ricostruzione della vicenda umana e delle scoperte del grande personaggio dell'antichità tramite letture e disegno dal vivo. Sul palco ci sarà un maestro del fumetto italiano, Giuseppe Palumbo (Diabolik, tra gli altri) affiancato dalla giornalista Silvia Bencivelli e all'editor Andrea Plazzi. Lo spettacolo è stato creato nell'ambito di “Comics&Science”, progetto di divulgazione scientifica tramite quello strumento meraviglioso che è il fumetto. È in piazza, è gratis, che volere di più?

Sabato 26 maggio al b&b “Tenuta Nissole” di Rocchetta Tanaro interverrà invece, per un workshop di illustrazione e una chiacchierata informale – davanti a un'apericena – una persona che per me è un amico e un mentore. Si chiama Maurizio Manzieri ed è l'unico illustratore digitale attualmente al lavoro per le principali riviste di fantascienza americane (Asimov's, The Magazine of Fantasy and Science Fiction), oltre ad aver collaborato con personaggi del calibro di Clive Cussler e Terry Brooks. Date un'occhiata su http://www.manzieri.com per approfondire. Fortemente consigliata per chi desideri consigli sull'illustrazione digitale; inoltre volendo, essendo Manzieri bilingue e se tutti i partecipanti saranno interessati, l'intera giornata potrà svolgersi in lingua inglese. Un'ottima occasione, insomma, per fare pratica di lingua straniera parlando di cose piacevolmente “nerd”. Solo workshop a 30 euro, apericena a 45, iscrizione completa a 60 euro. Info: 392-2053854.

In entrambi i casi, partecipare o suggerire la partecipazione ad amici interessati potrebbe fare la differenza tra poter proporre altri eventi del genere oppure rinunciare. Perciò grazie a chiunque vorrà aiutare a “diffondere il segnale”.