Cadono alberi sulla pista ciclabile di Asti: tutta colpa degli Ambientalisti...

di Alessandro Mortarino.

D'estate, ogni anno, un differente gioco spopola tra le schiere dei vacanzieri. Quest'anno è tornato di moda un antico sollazzo ludico che potremmo denominare "Dàgli all'Ambientalista". Cade un ponte autostradale a Genova: prima di ricercare i colpevoli tra quanti non hanno vigilato sulla manutenzione, ecco additare gli Ambientalisti quali rei assoluti per avere impedito la realizzazione della "Gronda", strada alternativa.
Ad Asti, in mancanza di ponti, cadono alberi lungo la pista ciclabile. E di chi è la colpa? Degli Ambientalisti, che non vogliono che il Comune tagli le piante. A dirlo non è un chiacchiericcio "da bar", ma un istruttivo video del Sindaco Rasero ...

(Le sue parole le potete ascoltare qui).

Evidentemente il gioco dell'estate deve essere appassionante e nessuno (neppure un Sindaco, che dovrebbe essere il Sindaco di tutti ...) riesce a non farsi contagiare dallo sperimentare questa entusiasmante esperienza ludica.
Spiace, perchè una comunità dovrebbe vivere sulla capacità di unire e aggregare e non di isolare e gettare croci a vanvera.
Ma spiace ancor più perchè, evidentemente, il Sindaco non ha capito molto del tema della gestione e manutenzione del verde pubblico e prende lucciole per lanterne, immaginando ciò che gli Ambientalisti non si sono in realtà mai sognati di chiedere.
L'abbattimento di alberi malati rientra, infatti, nel pieno delle pratiche di gestione del verde e nessun Ambientalista si è mai minimamente sognato di "pretendere" il contrario.

Ma un conto è gestire il verde e intervenire con tagli drastici quando strettamente necessario (cioè in ultima istanza), un altro conto è fare ciò che la scorsa primavera il Comune ha scelto di effettuare: un taglio totale di tutta la vegetazione esistente lungo e attorno il Rio Crosio. Alberi sani (in maggioranza) compresi.
Quale parere scientifico-tecnico, in quell'occasione, fu richiesto prima della decisione funebre? Nessuno.
Fu solo richiesta una valutazione "economica": ad un'impresa che si era offerta di effettuare i lavori a proprie spese, richiedendo - in cambio - di poter prelevare tutta la legna risultante dal disboscamento.
Un ottimo contratto, dettato però dall'azienda che (ovviamente) aveva tutto l'interesse economico nel poter prelevare più legna possibile.

Gli Ambientalisti insorsero sull'indeguatezza dell'operazione, sottolineando la gravità del taglio tout court di tutta la vegetazione presente.
Certamente non chiesero di non tagliare mai più una pianta, ma di costruire un piano serio di gestione della manutenzione di tutto il verde pubblico, basato su valutazioni non arbitrarie e tanto meno "di parte".
Perchè il verde pubblico è fondamentale per una città tra le più inquinate d'Italia, come è Asti. Da anni, troppi anni.

Gli Ambientalisti chiedevano e continuano a reclamare attenzione e tutela al/del verde esistente e, parallelamente, nuovo (e tanto) verde che contribuisca a restituire "l'aria" ai cittadini e contribuisca alla mitigazione del cambiamento climatico in atto.
Che nei prossimi anni costerà enormi somme di denaro pubblico.

Gli alberi sono autentici filtri per l'aria, grazie al processo della fotosintesi clorofilliana che assorbe anidride carbonica, produce ossigeno, trattiene (tramite le foglie e la superficie della pianta) una grande quantità di particolato. E', insomma, una grande centrale di assorbimento degli inquinanti.

Signor Sindaco: non è lei il primo responsabile della salute pubblica? Ci dice che cosa sta facendo la sua amministrazione per ridurre i danni dell'inquinamento cittadino? Non sente di dover agire con urgenza per la sicurezza (questa sì) e la salute dei suoi concittadini?

Lei si preoccupa, invece, di trovare colpevoli per alberi caduti in un luogo dove si sarebbero potuti materializzare gravi lesioni per qualche malcapitato cittadino: fa bene!
Ma la sicurezza del verde esistente deriva da un piano di manutenzione che sta nelle sue responsabilità di primo amministratore pubblico. E che non ci risulta esistere: così la sicurezza non si assicura. Si assicurano solo gli effetti di pericolo.

Ora lei annuncia "farò di testa mia e non ascolterò più nessuno". Guardi che lei ha sempre fatto di testa sua, forse ora dovrebbe affidarsi un po' di più agli esperti, dati i risultati. Ad esempio all'Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali, che le hanno da tempo già offerto piena disponibilità.

Se fossimo in Francia, tutti la chiamerebbero Raserò, con l'accento finale. Purtroppo siamo in Italia e raserò è una minaccia insopportabile, che non ci sentiamo di poterle consentire.

Vogliamo parlarne, seriamente, smettendola di giocare ad un gioco che, come tutti i giochi, alla fine non resterà che per quello che è: un effimero e inutile passatempo?

Anche i giochi più appassionanti, alla fine, stancano e un ritorno alla realtà crediamo sia cosa buona e necessaria. Basta volerlo.

A meno che additare colpevoli innocenti non sia più comodo ...


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