La piazza è vostra, ora prendetevi la vita...

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di Alessandro Mortarino.

Venerdì 15 marzo 2019, Asti. Alle 8,30 raggiungo piazza San Secondo per verificare che l'amplificazione sia al suo posto e per incontrarmi con alcuni degli studenti. Mi immagino di trovare una piazza quasi deserta, perchè l'abitudine mi insegna che gli orari previsti per i raduni delle manifestazioni sono un "pro forma" e che fino alle 9,00 (almeno) non ci saranno assembramenti. Ma mi sbaglio e sono felice del mio errore: la piazza è già parzialmente gremita. E sono tutti giovani studenti. C'è chi disegna, chi scrive slogan su lenzuola o cartoni, chi colora con un tratto verde i visi dei compagni. C'è allegria, risa, odore di vita...

Quando il corteo inizia a muoversi, la massa partecipante diviene palese: 700/800 persone, in stragrande maggioranza giovani.
Lo confesso: provo una bella (cioè grande) emozione. Tanto più bella (cioè grande) perchè solo venti giorni fa le associazioni ambientaliste, culturali e del volontariato astigiano si erano resi conto che la manifestazione mondiale dei giovani per il clima non aveva ancora toccato il cuore degli studenti astigiani; tutto era silente nel nostro territorio.
Tra noi era allora partito un tam-tam: «questa manifestazione la dobbiamo organizzare noi». Come sempre, come avevamo fatto nel novembre del 2015 prima della COP 21 di Parigi, come abbiamo fatto mille volte per difendere il nostro ambiente circostante.

A me la proposta era sembrata un atto certamente doveroso e generoso, ma...
Ma, forse, sbagliato.
Perchè se in tutto il mondo erano i giovani a promuovere una gigantesca mobilitazione per chiedere ai Potenti della Terra di cambiare - e subito - la rotta verso il baratro, mi era parso necessario che anche ad Asti fossero i giovani a mobilitarsi, ragionarne, organizzarsi. E allora avanzai a tutti i colleghi una proposta: «decidiamo, invece, di non organizzare un bel nulla! Ciò che dobbiamo tentare di fare è solo di invitare i giovani a prendere in mano la situazione in prima persona. Prepariamo un appello, inviamolo a tutti i giovani, facendoci aiutare da insegnanti sensibili, media, social. Diciamo loro che questa volta non saremo noi a proporre una manifestazione, ma che siamo a loro disposizione per tutto l'aiuto possibile».
«E se l'appello cade nel vuoto?» domandò giustamente qualcuno.
«Se cade nel vuoto vuol dire che la piazza resterà vuota. E i vuoti sono spazi che prima o poi qualcuno riempirà».

Tutti d'accordo. Sottoscriviamo e trasmettiamo rapidamente l'appello. Silenzio.
Poi qualche giovane inizia a farsi sentire; venerdì 8 marzo ci troviamo in piazza con qualcuno di loro, li aiutiamo a risolvere qualche minimo problema organizzativo (autorizzazioni del Comune e della Questura, impianto audio ecc.), già il lunedì successivo in tutte le scuole esplode il fermento.
Il risultato è superiore a tutte le attese e oltre ai giovani del corteo, dalle 11,30 la piazza è invasa dalle scolaresche delle elementari e medie (lo so che oggi non si chiamano più così, ma è per capirci...) accompagnati dai loro insegnanti. Altri 400/500 piccoli studenti che si aggiungono ai 700/800 del corteo: chi riesce a contarli tutti?

In piazza nessuna bandiera, nessuno striscione. Nessun "adulto" che chiede di poter parlare.
E' una scelta. Condivisa. Per noi una grande prova di altruismo che guarda al futuro.

La piazza è vostra, giovani di Asti.

Ora ci aspettiamo che da domani il vostro impegno continui, tocchi la sfera dei comportamenti individuali e collettivi. Qualche insegnante proporrà azioni - minime ma importanti e facilmente realizzabili in ogni scuola - da intraprendere: sostituire i distributori di acqua minerale rigorosamente in bottigliette di plastica con erogatori di acqua potabile da ricaricare nelle borracce, una migliore gestione dei rifiuti da differenziare, chissà che altro.

Il Sindaco Rasero ha detto di avere accolto con piacere le "letterine" con le richieste dei più piccoli e che farà del suo meglio per esaudirle. Forse sarebbe utile che anche gli studenti delle superiori preparassero la loro "letterina" per chiedere al Sindaco cosa intende fare (non slogan ma atti concreti) per ridurre l'inquinamento dell'aria, per progettare un vero piano della mobilità, per gettare alle ortiche l'attuale Piano Regolatore (che prevede nuove costruzioni ovunque, nonostante vi siano quasi 1.800 alloggi vuoti/inutilizzati) e pensarne uno nuovo più aderente alla realtà, per sapere che fine faranno i terreni (ora coltivati) in Val Rilate che alcuni privati vorrebbero cementificare dopo il fallimento del progetto Agrivillage, per conoscere quando si metterà finalmente una pietra tombale sull'idea di riattivare la pista di motocross a Valmanera. E chissà che altro ancora...

La piazza è vostra.

Ora prendetevi il resto. Su un muro di una università americana, nel pieno del "mitico" '68, un anonimo studente scrisse «il futuro ci interessa, è lì che intendiamo passare i prossimi anni della nostra vita».

Il futuro è vostro.

Non sprecatelo...